Divertimento n. 15 in si bemolle maggiore "Lodronnische Nachtmusik n. 2", K 287

Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. Allegro (si bemolle maggiore)
  2. Tema con 6 Variazioni. Andante grazioso (fa maggiore)
  3. Minuetto (si bemolle maggiore)
  4. Adagio (mi bemolle maggiore)
  5. Minuetto (si bemolle maggiore)
  6. Andante (si bemolle maggiore). Molto allegro (si bemolle maggiore)
Organico: 2 corni, 2 violini, viola, violoncello
Composizione: Salisburgo, 1 febbraio 1777
Prima esecuzione: Salisburgo, Palazzo del conte Czernin, 1 febbraio 1777
Edizione: Gombart, Ausburg 1799
Dedica: contessa Lodron
Guida all'ascolto (nota 1)

Dopo aver dato negli anni 1773 e '74 i suoi primi grandi capolavori nel campo della Sinfonia (con le K. 183, 200, 201 e 202), Mozart, quasi avesse coscienza del risultato conseguito, lascia riposare questa forma per circa quattro anni (una durata che nella breve vita di Mozart conta assai). In questo periodo trascorso a Salisburgo si intensificano le richieste di musiche d'occasione e Mozart compone una quantità di Divertimenti, Cassazioni e Serenate prima che il viaggio a Parigi (1777-1778) lo riporti al genere sinfonico più impegnativo.

Prima di questa svolta tuttavia Mozart, come era sua abitudine, porta a perfezione il genere adottato, in questo caso quello della musica di intrattenimento, muovendo dall'interno stesso del genere, accettandolo nei suoi limiti ma entro questi limiti trasfigurandolo in valori d'arte assoluti. Così con quattro lavori (K. 247, 251, 287, 334), pur concepiti come Divertimenti, Mozart tocca una vetta che supera nella bellezza dei risultati non poche Sinfonie precedenti. Nell'angusto e inviso soggiorno di Salisburgo era bastato il passaggio di una celebre concertista di pianoforte, M.lle Jeunehomme, perchè Mozart, onde offrirle un omaggio adeguato, accendesse la sua fantasia sino a creare nel gennaio 1777 quel capolavoro che è il Concerto per pianoforte e orchestra K. 271, contenente al centro un Andantino in do minore che è una delle parole più cariche di pathos dette fino allora dal compositore. Qualcosa dell'ampiezza di concezione del famoso Concerto passa nel Divertimento K. 287 che gli storici assegnano senza certezza, ma con buoni argomenti di probabilità, al febbraio dello stesso anno.

Il manoscritto del lavoro, conservato a Berlino, reca l'indicazione Divertimento a 6 Stromenti; si tratta in pratica di un quartetto d'archi (violini primi e secondi, viole, bassi) e una coppia di corni, i quali ultimi non sono in soggezione ma si integrano agli archi con necessità. Wyzewa e Saint-Foix nella loro fondamentale monografia mozartiana indicano per quest'opera una fonte precisa: un Divertimento in si bemolle per quintetto d'archi di Michael Haydn (fratello del grande Joseph, e il maggior musicista che Mozart potesse vedere a Salisburgo), composto intorno al 1776. Il confronto minuzioso che i due studiosi francesi sviluppano tra i due Divertimenti è illuminante per constatare quella prodigiosa facoltà di assorbimento di cui si diceva sopra a proposito del carattere di Mozart; infatti, pur nella rispondenza puntuale di innumeri particolari formali non sussistono dubbi sulla vitalità autonoma e sullo stile inconfondibile del lavoro mozartiano.

L'ampiezza di gesto propria del Concerto K. 271 trova ancora applicazione nel primo movimento del Divertimento, sia nel portale introduttivo di 8 battute, dopo le quali soltanto vengono enunciati i due temi principali, sia nella eccezionale ampiezza dello sviluppo. Segue, come nel Divertimento di Michael Haydn, il Tema con sei variazioni; la prima è quasi un a solo del primo violino che nella seconda viene scortato da secondo violino e viola; la terza ha per protagonisti i corni, mentre la quarta contempla un gioco imitativo dei due violini con la viola; nella quinta il tema è sottoposto a una trasformazione melodica dopo di che, nell'ultima, il primo violino riprende l'iniziativa. Il primo Minuetto, secondo le parole di Wyzewa e Saint-Foix, «è forse la parte più perfetta di tutta quest'opera perfetta. L'incanto leggero e sottile del ritmo di danza tedesca, nel minuetto, l'introduzione, nel trio, di modulazioni in sol minore, con la misteriosa espressione d'inquietudine nervosa e appassionata che questo tono ha in Mozart», pongono quest'opera al livello dei minuetti dei capolavori sinfonici del 1774.

Nell'Adagio seguente i corni escono dall'organico perchè l'uniformità di timbro accentui l'interesse sul canto che il primo violino sviluppa indisturbato. Il secondo Minuetto fa ampio ricorso alla tecnica dell'eco, gioco che qui ha la funzione rilassante di diversivo prima dell'intenso impegno del finale. Questo è introdotto da un recitativo strumentale (presente nel quintetto dell'Haydn, ma anche nell'Andantino del Concerto K. 271), i cui accenti tragici si scaricano nell'Allegro molto che segue, formato di due temi principali, di uno sviluppo che supera per estensione persino quello del primo tempo, e di una festosa coda.

Giorgio Pestelli


(1) Testo tratto dal progrmma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 27 novembre 1970


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Ultimo aggiornamento 30 aprile 2014