Divertimento per tre corni di bassetto n. 3 in si bemolle maggiore, A 229, K6 439b

Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. Allegro (si bemolle maggiore)
  2. Minuetto (si bemolle maggiore)
  3. Adagio (si bemolle maggiore)
  4. Minuetto (si bemolle maggiore)
  5. Rondò (si bemolle maggiore)
Organico: 3 corni di bassetto (oppure 2 clarinetti o corni di bassetto e fagotto)
Composizione: Vienna, 1783
Guida all'ascolto (nota 1)

Il corno di bassetto è uno strumento che appartiene alla famiglia dei clarinetti composto da 5 parti che si incastrano con dei sugheri: il bocchino (con ancia e legatura), il collo (l'equivalente del barilotto), il pezzo superiore, il pezzo inferiore e la campana, che ha la caratteristica forma rivolta verso l'alto, simile a quella del clarinetto basso. La sua estensione normalmente va dal fa sotto al primo rigo della chiave di basso al do sopra il rigo in chiave di violino.

Il corno di bassetto è stato uno degli strumenti prediletti da Mozart; dopo la sua affiliazione alla massoneria, avvenuta ufficialmente nel 1784, Mozart scrisse diverse composizioni per le celebrazioni di eventi che si svolgevano all'interno della Loggia a cui apparteneva, la Loggia Zur Wohltätigkeit fondata dal barone Otto von Gemmingen. Molte di queste pagine prevedevano l'uso del corno di bassetto, strumento dal suono caldo e affascinante, soprattutto nel registro medio-grave.

Il corno di bassetto compare per la prima volta in Mozart nella Serenata per fiati in si bemolle maggiore K 370a del 1781, poi nell'aria di Constanze dal Ratto dal serraglio e nella Musica funebre massonica K 479a del 1785. Nel frattempo, grazie all'amicizia con Anton Stadler (1753-1812), clarinettista e compagno di musica e di divertimenti conosciuto nel 1783, si vanno intensificando le prove, gli esperimenti timbrici, le composizioni scritte più per personale divertimento che per commissione.

Mozart aveva già conosciuto e apprezzato il clarinetto a Mannheim nel 1763 e da quel momento incominciò a impiegarlo nelle sue pagine orchestrali e cameristiche: per Stadler Mozart non solo scrisse il Quintetto K 581 e il Concerto K 622, ma per lui e suo fratello Johann aggiunse la parte del clarinetto alla Sinfonia in sol minore K 550.

Anche i cinque Divertimenti o Serenate in fa maggiore (con i corni di bassetto) o in si bemolle maggiore (con due clarinetti e fagotto) K 439b Anh. 229 vennero composti per Anton Stadler, probabilmente dopo il 1783 a Vienna. Il termine "serenata", dalla seconda metà del sec. XVIII, indica una composizione strumentale destinata all'esecuzione serale all'aperto. Analogamente ai divertimenti e alle cassazioni, la serenata prediligeva organici con strumenti a fiato e veniva strutturata come un seguito di danze, spesso con una marcia introduttiva.

I cinque Divertimenti di Mozart sono articolati in più movimenti, secondo il principio della varietà, dell'alternanza lento-veloce, con un occhio di riguardo per le cadenze della musica di danza; sono pagine piacevoli e geniali, semplici e complesse ad un tempo. Appartengono all'eredità musicale dell'ultimo Mozart, al suo sorriso delicato e struggente, alle sue armonie eterne, alla semplicità che è la semplicità della perfezione.

Il Divertimento n. 3 si apre con un motto basato sull'arpeggio tonale, proprio come nella celebre serenata Eine kleine Nachtmusik. L'Allegro si distingue per il fraseggio prezioso e ricercato, per il suo secondo tema morbido e scorrevole e per l'invenzione musicale, sempre viva e brillante. Un'ombra scura si impossessa dell'ascoltatore all'inizio della seconda parte, ma è un attimo: il discorso musicale riprende subito vivacemente fino alla fine. Il secondo tempo, Menuetto, prende le mosse da una dolcissima frase d'apertura, abbellita dalle crome ripetute dei tre strumenti. Il Trio più serioso e introspettivo, viene mosso però dalle vibranti terzine che circolano fra i tre strumenti. L'Adagio è caratterizzato da un canto sereno ma non privo di screziature melodiche affidato al primo corno di bassetto, sostenuto armonicamente e ritmicamente dagli altri due. Il Menuetto, spigliato e disinvolto nei suoi veloci guizzi ascendenti, presenta un Trio in tonalità minore nel quale Mozart introduce una nota malinconica, quasi dolorosa, nella melodia del primo corno di bassetto. Il Rondo conclusivo, travolgente nella solarità della sua melodia, ricorda movenze motiviche tipiche della musica di danza popolare. L'episodio centrale introduce anche qui la tonalità minore, ricordo del Menuetto precedente, con le due nervose note ribattute all'acuto e subito ripetute in eco al grave. Ma il ritorno del gioioso refrain ci riporta nel clima spensierato e felice dell'inizio col quale si conclude la pagina.

Alessandro De Bei


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al numero 332 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 4 agosto 2018