Missa brevis "Spatzenmesse" (Messa dei passeri), K1 220 (K6 190b)

in do maggiore per soli, coro e orchestra

Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. Kyrie - coro - Allegro (do maggiore)
  2. Gloria - soli e coro - Allegro (do maggiore)
  3. Credo - soli e coro - Allegro (do maggiore)
    1. Et incarnatus est - soli e coro - Andante (do minore)
    2. Et resurrexit - soli e coro - Allegro (do maggiore)
  4. Sanctus - coro - Andante (do maggiore)
    1. Pleni sunt coeli - coro - Allegro (do maggiore)
  5. Benedictus - soli - Andante (sol maggiore)
    1. Osanna - coro - Allegro (fa maggiore)
  6. Agnus Dei - soli e coro - Adagio (do maggiore)
  7. Dona nobis - coro - Allegro (do maggiore)
Organico: soprano, contralto, tenore, basso, coro misto, 2 trombe, timpani, organo, archi
Composizione: Monaco, gennaio 1775
Guida all'ascolto (nota 1)

L'attività ili Mozart come compositore di musica sacra è soprattutto legala alla Corte del principe-arcivescovo di Salisburgo, al cui servizio rimase insieme al padre sino al trasferimento a Vienna. Al gusto liturgico dell'arcivescovo Hieronyimus Colloredo sembra doversi il gioiello noto come «Spatznmesse» («Messa dei passeri», per via delle onomatopeiche acciaccature che risuonano ai violini nel Sanctus. Proprio nel 1776, anno in cui forse la composizione vide la luce, scriveva infatti Mozart a Padre Martini, l'autorità dell'antico contrappunto osservato al quale il giovanissimo Wolfgang aveva pagato i suoi omaggi a Bologna: «La nostra Musica di chiesa è assai differente di quella d'Italia, e sempre più, che una Messa con tutto il Kyrie, Gloria, Credo, la Sonata all'Epistola, l'offertorio ò sia Mottetto, Sanctus e Agnus Dei e anche la più Solenne, quando dice La Messa il Principe stesso non ha da durare che al più longo 3 quarti d'ora. Ci vuole uno Studio particolare per questa Sorte di Composizione, et che deve però essere una Messa con tutti Sarmenti - Trombe di guerra, timpani etc.». La descrizione, sospesa tra la giustificazione per l'abbandono dei sani principi compositivi appresi al di qua delle Alpi e l'orgoglio per l'impresa non da poco richiesta al maestro di cappella, corrisponde esattamente alla tipologia di questa messa, il primo ibrido di tal genere a uscire dalla penna ili Mozart. Benché impropriamente la si definisca «brevis», si tratla in realtà di una «Missa brevis solemnitatis» (altrimenti detta «Missa brevis con trombe» o «Missa II classis»), ovvero di una composizione che della versione «brevis» distinata alle domeniche e alle chiese minori presenta l'essenzialità dell'impianto, l'impiego della politestualità (la compresenza simultanea di due testi in origine consecutivi), la riduzione al minimo delle ripetizioni. Della «missa longa», riservala alle feste principali, propone invece il solenne apparato di trombe e timpani. Poco più di un quarto d'ora è sufficiente al compositore ventenne per restituire il testo integrale dell'Ordinarium Missae in una cifra di classico nitore. Ogni sezione è organizzala secondo architetture sonore in miniatura (forma-sonata compresa), la cui perfetta simmetria è retta da un progetto squisitamente strumentale, che poggia sul ruolo dell'orchestra (il cui nucleo è il Kirchentrio, la formazione violino l-ll e basso, che esclude dagli archi il timbro della viola, mentre ai tre tromboni viene richiesta l'incombenza barocca di raddoppiare le voci del coro, soprano escluso), mentre dal coro emergono solo episodicamente le voci dei solisti. Al più puro linguaggio classico appartiene anche la rinuncia assoluta al contrappunto, persino nelle chiuse canoniche di Gloria e Credo, mentre sinfonica è la conclusione della messa, che riprende simmetricamente il Kyrie d'apertura. La precoce popolarità della messa è testimoniata dal riutilizzo come parodia di Kyrie, Gloria e Benedictus all'interno ili alcune cantate pubblicate con testo tedesco da Breitkopf & Härteli e Simrock nel primo Ottocento.

La celebrazione - che s'immaginerà legittimamente sullo sfondo dell'interno candido del Duomo di Salisburgo - è inaugurala dalla freschezza immediata del festivo Kyrie. Appena un paio di minuti scarsi, in cui la breve invocazione liturgica è organizzata attraverso una struttura musicale compatta e saldissima: la forma-sonata, sigla stessa del classicismo viennese. E classica è anche l'impressione di spontanea semplicità, asseverata dal ritorno della prima sezione in chiusura, che la composizione ingenera nell'ascoltatore, dissimulando la studiata simmetria delle forme nel decorso fluido del canto, esaltato dal colore brillante dell'orchestra.

Nel segno di una cordialità luminosa attacca dopo il versetto in canto piano del celebrante, il Gloria. alla cui unità interna presiedono mezzi squisitamente musicali (la ripresa della sezione d'esordio in coda, l'impiego pressoché ininterrotto di un brillante ostinato strumentale ai violini all'unisono), mentre diversi interventi solistici perforano, rendendola variopinta, l'area trama corale, che ospita nel centrale «Qui tollis» un tormentato contraltare in modo minore.

Un'analoga, efficace sintesi tra compattezza organica e differenziazione interna si riproduce nel caso del Credo, in cui più marcato risulta il contrasto con il pannello centrale dell'«Et incarnatus est», in cui lo stupore ammirato per l'Incarnazione si tramuta nei toni tragici della contemplazione del Crocefisso, prima di rivestire i panni festosi dell'esordio con l'«Et resurrexit». Anche in questo caso è l'orchestra a farsi carico dell'unitarietà della composizione, attraverso l'ostinato del basso e il molivo d'accompagnamento dei violini, sul cui sfondo sono proiettati gli ammiccanti tocchi di pittura sonora (la reiterazione di «non» davanti a «erit finis», o l'indugio cupo a «mortuorum»). Anche il brevissimo Sanctus è gratificato da una miniaturistica ma cristallina articolazione interna, che dopo il paludato avvio in Andante si accende delle acciaccature violinistiche (il famigerato verso del passerotto) del «Pieni sunt coeli», per innescare senza soluzione di continuità, e sul medesimo accompagnamento umorale, l'«Osanna in excelsis». Sul filo di contrasti gestiti con straordinaria souplesse è costruito anche il lirismo del Benedictus, che mette in campo il quartetto solistico, del quale isola sin dall'attacco la voce di soprano, in dialogo continuo con i colleghi, sotto l'ala protettrice dell'unificante cellula di terzina (alla voce come ai violini), prima che il rientro del coro completo sostenuto da trombe e timpani non riproponga l'«Osanna in excelsis».

Coro e solisti vengono contrapposti nel vasto affresco conclusivo: l'appello all'Agnus Dei è gridato a gran voce dall'intera compagine, ma si scioglie nella tenera invocazione «Miserere nobis» pronunciata dai solisti su accompagnamento ridotto, per riacquistare il vigore drammatico dell'implorazione corale. Riproposto una seconda volta questo schema, il «Dona nobis paecm» spezza la simmetria, erompendo in un festoso Allegro che introdurrà, con un procedimento caro anche a Haydn, una simmetria più alta, riportando alle orecchie dell'ascoltatore l'esalto tema del Kyrie con cui la Messa si era aperta.

Raffaele Mellace

Testo delle parti vocali

ORDINARIUM MISSAE
Kyrie
Kyrie eleison
Christe eleison
Kyrie eleison
Signore, pietà
Cristo, pietà
Signore, pietà
Gloria
Gloria in excelsis Deo
et in terra pax
hominibus bonae voluntatis.
Laudamus te, benedicimus te,
adoramus te, glorificamus te.
Gratias agimus tibi
propter magnam gloriam tuam.
Domine Deus, Rex coelestis,
Deus Pater omnipotens,
Domine, Fili unigenite,
Jesu Christe.
Domine Deus, Agnus Dei,
Filius Patris.
Qui tollis peccata mundi,
miserere nobis,
Qui tollis peccata mundi,
suscipe deprecationem nostram.
Qui sedes ad dexteram Patris,
miserere nobis.
Quoniam Tu solus Sanctus,
tu solus Dominus,
tu solus altissimus
Jesu Christe.
Cum Sancto Spiritu
in gloria Dei Patris.
Amen.
Gloria a Dio nell'alto dei cieli
e pace in terra
agli uomini che ne accolgono la volontà buona.
Ti lodiamo, ti benediciamo,
ti adoriamo, ti glorifichiamo
ti ringraziamo
per la grandezza della tua gloria.
Signore Dio, re celeste,
Dio Padre onnipotente.
Signore Figlio unigenito,
Gesù Cristo.
Signore Dio, Agnello di Dio
Figlio del Padre.
Tu che prendi su di te i peccali del mondo,
abbi pietà di noi.
Tu che prendi su di te i peccati del mondo,
accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre.
abbi pietà di noi.
Poiché tu solo sei il santo,
tu solo il Signore,
tu solo l'altìssimo
Gesù Cristo.
Con lo Spirito santo
nella gloria di Dio Padre,
amen.
Credo
Credo in unum Deum,
Patrem Omnipotentem,
factorem coeli et terrae
visibilium et invisibilium.
Et in unum Dominum
Jesum Christum
Filium Dei unigenitum
et ex Patre natum
ante omnia saecula.
Deum de Deo,
lumen de lumine.
Deum verum de Deo vero,
genitum, non factum
consubstantialem Patri,
per quem omnia facta sunt.
Qui propter nos homines
et propter nostram salutem
descendit de coelis.
Et incarnatus est
de Spiritu sancto
ex Maria Virgine
et homo factus est.
Crucifixus, etiam pro nobis,
sub Pontio Pilato,
passus et sepultus est.
Et resurrexit tertia die
secundum scripturas,
et ascendit in coelum,
sedet ad dexteram Patris.
Et iterum venturus est cum gloria
judicare vivos et mortuos,
cujus regni non erit finis.
Et in Spiritum sanctum
Dominum et vivificantem,
qui ex Patre Filioque procedit,
qui cum Patre et Filio
simul adoratur et conglorificatur,
qui locutus est per Prophetas.
Et in unam sanctam catholicam
et apostolicam ecclesiam.
Confiteor unum baptisma
in remissionem peccatorum.
Et expecto resurrectionem mortuorum
et vitam venturi saeculi
amen.
Credo in un solo Dio.
Padre onnipotente,
creatore del ciclo e della terra,
di ogni cosa, visibile e invisibile.
E in un solo Signore.
Gesù Cristo,
unigenito Piglio di Dio.
nato dal Padre
prima di tutti i secoli.
Dio da Dio,
luce da luce.
Dio vero da dio vero.
generato, non creato.
consustanziale al Padre,
attraverso il quale ogni cosa è stata creata.
Per noi uomini
e per la nostra salvezza
è disceso dai cieli.
Si è incarnato
per opera dello Spirito santo
nel grembo della vergine Maria
e si è fatto uomo.
Fu crocifìsso, anche per noi,
sotto Ponzio Pilato,
patì e fu sepolto.
Risorse il terzo giorno
secondo le Scritture,
è salito al cielo.
siede alla destra del Padre.
Nuovamente verrà nella gloria
a giudicare i vivi e i morti,
e il suo regno non avrà fine.
[Credo] nello Spirilo santo
Signore, che dà la vita.
procede dal Padre e dal Piglio,
insieme al Padre e al Figlio
è adoralo e glorificalo
e ha parlato attraverso i profeti.
[Credo] una sola Chiesa, santa.
cattolica e apostolica.
Professo un solo battesimo
in remissione dei peccati.
Attendo la resurrezione dei morti
e la vita del mondo venturo,
amen.
Sanctus
Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt coeli et terra
gloria tua.
Hosanna in excelsis.
Sanio,santo, santo
il Signore Dio Sabaoth.
I cieli e la terra sono pieni
della tua gloria.
Osanna nell'alto dei cieli.
Benedictus
Benedictus
qui venit in nomine Domini.
Hosanna in excelsis.
Benedetto
colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nell'alto dei cieli.
Agnus Dei
Agnus Dei
qui tollis peccata mundi,
miserere nobis.
Agnus Dei
qui tollis peccata mundi,
miserere nobis.
Agnus Dei
qui tollis peccata mundi,
dona nobis pacem.
Agnello di Dio
che prendi su di le i peccali del mondo,
abbi pietà di noi.
Agnello di Dio
che prendi su di le i peccali de! mondo,
abbi pietà di noi.
Agnello di Dio
che prendi su di te i peccali del mondo,
donaci la pace.

(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. AMS 072-73 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 30 gennaio 2017