Mitridate, Re di Ponto, K1 87 (K6 74a)
Opera seria in tre atti
Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Libretto: Vittorio Amadeo Cigna-Santi
Ruoli:
- Mitridate, Re di Ponto e d'altri regni, amante
d'Aspasia (tenore)
- Aspasia, promessa sposa di Mitridate, e
già dichiarata Regina (soprano)
- Sifare, figliuolo di Mitridate e di Stratonica,
amante d'Aspasia (soprano)
- Farnace, primo figliuolo di Mitridate, amante della
medesima (contralto)
- Ismene, figlia del Re de' Parti, amante di Farnace
(soprano)
- Marzio, tribuno romano, amico di Farnace (tenore)
- Arbate, governatore di Ninfea (soprano)
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 4 corni, 2 tromboni, timpani, archi
Per i recitativi: clavicembalo e violoncello
Composizione: Bologna, 29 Settembre 1770 - Milano, Dicembre 1770
Prima esecuzione: Milano, Teatro Regio Ducale, 26 Dicembre 1770
Sinossi
Atto primo.
Nella città di Ninfea il governatore Arbate
accoglie uno dei due figli di Mitridate, Sifare. Questi è
irritato dalla presenza in città di suo fratello Farnace,
suo avversario politico e rivale per l'amore di Aspasia,
già promessa sposa di Mitridate. Arbate si dichiara fedele a
Sifare, che viene intanto raggiunto da Aspasia. La ragazza lo prega di
proteggerla da Farnace. Il principe le risponde dichiarandole il suo
amore, ma si dice pronto anche a rinunciarvi se sarà
necessario. Nel tempio di Venere, Farnace tenta di sedurre Aspasia, ma
accorre prontamente il fratello. A sventare l'imminente
duello giunge Arbate con la notizia del ritorno di Mitridate dalla
guerra. L'evento getta tutti nello scompiglio: solo Farnace
mantiene la calma e decide di affidare al nemico esercito romano le sue
fortune, nella persona del tribuno Marzio. Mitridate, tornato sconfitto
in patria, offre la principessa Ismene in sposa a Farnace, del cui
tradimento viene informato da Arbate. Il figlio fedifrago va dunque
punito.
Atto secondo.
Ismene, rifiutata da Farnace, decide di vendicarsi.
Mitridate le propone come marito Sifare, mentre interpreta la titubanza
di Aspasia a sposarlo come segno di infedeltà. Sifare e
Aspasia si confessano reciproco amore. All'accampamento
militare, Farnace, arrestato come traditore, accusa il fratello di
amare Aspasia. Mitridate tende allora un tranello alla donna, che viene
portata a confessare il suo segreto amore. Di fronte ai propositi di
vendetta del re, i due amanti si dichiarano pronti ad affrontare la
morte.
Atto terzo.
Mitridate, ancora furibondo, viene affrontato dalle due
infelici donne che cercano invano di riportarlo alla ragione. Mentre
una flotta romana vincitrice è già approdata al
porto, Aspasia decide di ottenere con la morte la pace sperata:
liberato da Ismene, Sifare fa appena in tempo a sottrarle la tazza con
il veleno e offre al padre di combattere al suo fianco per riscattarsi
con una morte gloriosa. Mitridate, ferito gravemente nel combattimento,
decide di togliersi la vita. Prima di morire affida Aspasia a Sifare,
perdonandoli entrambi; quindi abbraccia anche Farnace, che nel
frattempo ha dimostrato la sua rinnovata fedeltà alla patria
appiccando il fuoco alla flotta nemica e rinunciando così
anche al trono promessogli dai Romani. Un coro inneggiante alla
libertà conclude l'opera.
Distribuzione delle
parti
- Ouverture
- Allegro (re maggiore). Andante grazioso (la maggiore) per 2 flauti ed
archi. Presto (re maggiore) - 2 flauti, 2 oboi, 2 corni, archi
Atto I:
Scena I:
- Vieni,
Signor - Recitativo (Arbate, Sifare)
Scena II:
- Se a me
s'unisce Arbate - Recitativo (Sifare, Aspasia)
- Al
destin, che la minaccia - Aria (Aspasia) - Allegro (do
maggiore) - 2 oboi, 2 corni, 2 trombe, archi
Al
destin, che la minaccia
- Aria (Aspasia) - Allegro (sol maggiore) - 2 oboi, 2 corni, 2 trombe,
archi [versione alternativa]
Scena III:
- Qual
tumulto nell'alma - Recitativo (Sifare) - Andante - archi
- Soffre
il mio cor con pace - Aria (Sifare) - Allegro (si bemolle
maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi
Scena IV:
- Sin a
quando, o Regina - Recitativo (Farnace, Aspasia)
Scena V:
- Ferma,
o germano - Recitativo (Sifare, Farnace, Aspasia)
Scena VI:
- All'ire
freno - Recitativo (Arbate, Sifare, Farnace)
- L'odio
nel cor frenate - Aria (Arbate) - Allegro comodo (sol
maggiore) - archi
Scena VII:
- Principe,
che facemmo! - Recitativo (Farnace, Sifare, Aspasia)
- Nel sen
mi palpita dolente in core - Aria (Aspasia) - Allegro
agitato (sol minore) - 2 oboi, archi
Scena VIII:
- Un tale
addio - Recitativo (Farnace, Sifare)
- Parto:
nel gran cimento - Aria (Sifare) - Andante (la maggiore).
Allegro. Andante. Allegro - archi
Scena IX:
- Eccovi
in un momento - Recitativo (Farnace, Marzio)
- Venga
pur, minacci e frema - Aria (Farnace) - Allegro. Andante.
Allegro (fa maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi
Scena X:
- Marcia
- Maestoso (re maggiore) - 2 oboi, 2 trombe, timpani, archi [tratta
dalla Serenata, K1 100 (K6 62a)]
- Se di
lauri il crine adorno - Aria (Mitridate) - Andante (sol
maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi
- Tu mi
rivedi, Arbate - Recitativo (Mitridate, Ismène,
Arbate)
Scena XI:
- Su la
temuta destra - Recitativo (Sifare, Mitridate, Farnace,
Ismene)
- In
faccia all'oggetto - Aria (Ismene) - Allegro (si bemolle
maggiore) - archi
In
faccia all'oggetto - Aria (Ismene) - Allegro (si
bemolle maggiore) - archi [versione alternativa]
Scena XII:
- Teme
Ismene a ragion - Recitativo (Mitridate, Arbate)
Scena XIII:
- Respira
alfin, respira - Recitativo (Mitridate) - archi
- Quel
ribelle e quell'ingrato - Aria (Mitridate) - Allegro (re
maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi
Atto II:
Sena I:
- Questo
è l'amor, Farnace - Recitativo (Ismene, Farnace)
- Va,
l'error mio palesa - Aria (Farnace) - Allegro (sol
maggiore) - 2 corni, archi
Scena II:
- Perfido,
ascolta - Recitativo (Ismene, Mitridate)
Scena III:
- Eccomi
a' cenni tuoi - Recitativo (Aspasia, Mitridate)
Scena IV:
- Respiro,
oh Dei! - Recitativo (Aspasia, Sifare, Mitridate)
- Tu, che
fedel mi sei - Aria (Mitridate) - Adagio (si
bemolle maggiore). Allegro. Adagio. Allegro - 2 oboi, 2 corni, archi
Scena V:
- Che
dirò? Che ascoltai? - Recitativo (Sifare,
Aspasia)
Scena VI:
- Alla
tua fede il padre - Recitativo (Arbate)
Scena VII:
- Oh
giorno di dolore! - Recitativo (Aspasia, Sifare)
- Non
piu, Regina - Recitativo (Sifare, Aspasia) - archi
- Lungi
da te, mio bene - Aria (Sifare) - Adagio cantabile (re
maggiore). Allegretto. Adagio - corno solo, 2 oboi, 2 corni, archi
Lungi
da te, mio bene - Aria (Sifare) - Adagio (re maggiore) -
corno solo, 2
oboi, 2 corni, archi [versione alternativa]
Scena VIII:
- Grazie
ai numi parti - Recitativo (Aspasia) - archi
- Nel
grave tormento - Aria (Aspasia) - Adagio (fa maggiore).
Allegro. Adagio. Allegro - 2 flauti, 2 oboi, 2 corni, archi
Nel
grave
tormento - Aria (Aspasia) - Adagio (fa maggiore) - 2
flauti, 2 oboi, 2
corni, archi [versione alternativa]
Scena IX:
- Qui,
dove la vendetta - Recitativo (Mitridate, Ismene, Arbate)
Scena X:
- Sedete,
o Prenci, e m'ascoltate - Recitativo (Mitridate, Sifare,
Farnace)
Scena XI:
- Signor,
son io - Recitativo (Marzio, Mitridate, Sifare)
Scena XII:
- Inclita
Ismene - Recitativo (Mitridate, Ismene)
- So
quanto a te dispiace - Aria (Ismene) - Allegro (la
maggiore). Andante. Allegro - archi
Scena XIII:
- Ah,
giacche son tradito - Recitativo (Farnace)
- Son
reo, l'error confesso - Aria (Farnace) - Adagio maestoso
(re maggiore). Allegro. Adagio maestoso.
Allegro - 2 oboi, 2 corni, archi
Son
reo, l'error confesso - Aria
(Farnace) - Adagio maestoso (re maggiore) - 2 oboi, 2 corni,
archi [versione alternativa]
Scena XIV:
- E
crederai, Signor - Recitativo (Sifare, Mitridate, Aspasia)
- Già
di pietà mi spoglio - Aria (Mitridate) -
Allegro (do
maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi
Scena XV:
- Sifare,
per pieta stringi l'acciaro - Recitativo (Aspasia, Sifare)
- Io
sposa di quel mostro - Recitativo (Aspasia, Sifare) - archi
- Se
viver non degg'io - Duetto (Aspasia, Sifare) - Adagio (la
maggiore). Allegro - 2 oboi, 4 corni, archi
Se
viver non degg'io -
Duetto (Aspasia, Sifare) - Adagio (mi bemolle maggiore) - 2 oboi, 4
corni, archi [versione alternativa]
Atto III:
Scena I:
- Pera
omai chi m'oltraggia - Recitativo (Mitridate, Aspasia,
Ismene)
- Tu sai
per chi m'accese - Aria (Ismene) - Allegro (sol maggiore)
- archi
Scena II:
- Re
crudel, Re spietato - Recitativo (Aspasia, Mitridate)
Scena III:
- Mio Re,
t'affretta o a salvarti - Recitativo (Arbate, Mitridate)
- Vado
incontro al fato estremo - Aria (Mitridate) - Allegro (fa
maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi
Vado
incontro al fato estremo - Aria
(Mitridate) - Allegro (fa maggiore) - 2 oboi, 2 corni, archi [versione
alternativa]
Scena IV:
- Lagrime
intempestive - Recitativo (Aspasia)
- Ah ben
ne fui presaga! - Recitativo (Aspasia) - Allegro - basso
continuo
- Pallid'ombre
- Cavatina (Aspasia) - Andante (mi bemolle maggiore).
Allegro - archi
Scena V:
- Che
fai, Regina? - Recitativo (Sifare, Aspasia)
Scena VI:
- Che mi
val questa vita - Recitativo (Sifare)
- Se il
rigor d'ingrata sorte - Aria (Sifare) - Allegro agitato
(do minore) - 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni, archi
Scena VII:
- Sorte
crudel, stelle inimiche - Recitativo (Farnace)
Scena VIII:
- Teco i
patri - Recitativo (Marzio, Farnace)
- Se di
regnar sei vago - Aria (Marzio) - Allegro (sol maggiore) -
archi
Scena IX:
- Vadasi,
oh ciel - Recitativo (Farnace) - Allegro. Andante. Allegro
- Già
dagli occhi il velo è tolto - Aria (Farnace) -
Andante (mi bemolle maggiore). Allegretto. Andante - 2 oboi, 2 corni,
archi
Scena X:
- Figlio,
amico, non più - Recitativo (Mitridate, Sifare)
Scena XI:
- Ah
vieni, o dolce, dell'amor mio tenero oggetto
- Recitativo (Mitridate, Aspasia, Sifare)
Scena XII:
- Reo non
si chiami, o Sire - Recitativo (Ismene, Mitridate)
- Non si
ceda al Campidoglio - Quintetto (Aspasia,
Ismène, Sifare, Arbate, Farnace) - Allegro (re maggiore) - 2
corni, archi
Arie di rilievo
n. 4: «Nei sen mi
palpita» (Aspasia)
n. 8: «Se di lauri il crine
adorno» (Mitrìdate)
n. 14: «Nel grave tormento»
(Aspasia)
n. 18: «Se viver non degg'io» (Sifare,
Aspasia)
n. 19: «Tu sai per chi m'accese» (Ismene)
L'occasione per comporre la sua prima opera
seria (e dunque la prima di notevole impegno) venne a Mozart dal Regio
Ducal Teatro di Milano, in seguito ai contatti che il compositore,
accompagnato dal padre, ebbe nel febbraio 1770 con una serie di
influenti personaggi, tra cui il conte Firmian e Giovanni Battista
Sammartini. Il quattordicenne salisburghese iniziò la
partitura a Bologna il 29 settembre 1770, per concluderla a Milano in
tempo perché venisse allestita per l'inaugurazione
della stagione di carnevale, il 26 dicembre dello stesso anno. Il
libretto, scritto originariamente da Vittorio Amedeo Cigna-Santi per la
musica di Quirino Gasparini (al Regio di Torino, nel 1767: per
l'opera mozartiana venne nuovamente scritturato proprio il
cast di quell'allestimento), era stato tratto con
inappuntabile abilità e competenza, in base ai canoni del
melodramma metastasiano, dalla tragedia Mithridate (1673) di Racine,
disponibile attraverso la traduzione italiana di Giuseppe Parini.
L'opera ottenne, come scrisse lo stesso Parini su
'La Gazzetta di Milano', un caloroso successo,
sancito da venti repliche.
Al centro della vicenda è il conflitto tra
Mitridate e i suoi due figli per la mano di Aspasia, conflitto risolto
con l'irrealistica conciliazione dei due fratelli e la
'redenzione' finale del crudele tiranno. La musica
del giovane Mozart conferisce insolita intensità emotiva
alla rappresentazione degli affetti tipici dell'opera seria
(l'ira del re, la disperazione delle vittime,
l'infelicità degli amanti). L'energia e
la violenza che il compositore profonde in questi momenti è
esaltata dall'impiego frequentissimo del recitativo
accompagnato (per ben sette volte), voce dell'inquietudine
perenne dei personaggi, che si risolve in arie di varia struttura:
incalzanti e convulse, come quella di Aspasia "Nel sen mi palpita", o
ambigue e tormentate nella loro stesura, come l'aria di
sortita di Mitridate "Se di lauri il crine adorno", passata attraverso
almeno quattro rielaborazioni successive. Un ben diverso clima di
serenità estatica è riscontrabile nelle arie del
secondo atto degli amanti Sifare (l'ampia "Lungi da te mio
bene", con un'evocativa parte di corno obbligato) e Aspasia
("Nel grave tormento"); a quest'ultima spetta anche la
topica, drammatica cavatina "Pallid'ombre" nella scena del
veleno, mentre l'orchestra riceve il debito tributo in pagine
importanti, come l'elaborata marcia che accompagna lo sbarco
di Mitridate nel primo atto.
(1)
"Dizionario dell'Opera 2008", a cura di Piero Gelli, edito da Baldini Castoldi
Dalai editore, Firenze
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Ultimo aggiornamento 25 maggio 2012