Da Demofoonte (I, 7) è tratto il testo dell'aria «Non curo l'affetto» KV 74b presumibilmente scritta a Milano all'inizio del 1771 e destinata a un'accademia nel teatro di Pavia. È un'«aria di sdegno» con la quale Creusa, respinta da Timante, rinfaccia a Cherinto, che la ama, l'indecisione nel correre a vendicare l'offesa subita. In linea con le convenzioni e i codici retorici dell'opera seria settecentesca, che assegnano all'«aria di sdegno» una interpretazione musicale di impronta virtuoslstica, «Non curo l'affetto» comporta una scrittura vocale assai impegnativa. Nella parte principale, la disinvolta cantabilità della prima e della terza intonazione del testo traduce il tono di scherno con cui Creusa si rivolge a Cherinto; l'espressione dello sdegno in sé trova piuttosto sfogo nei lunghi ; vocalizzi della seconda e nella quarta intonazione. Nella parte secondaria, in minore e accompagnata dai soli archi, l'incedere franto degli incisi e delle frasi sembra invece mirato a rappresentare con derisione un terzo aspetto affettivo: l'indecisione e il timore di Cherinto, «timido amante [...] che trema se deve / far uso del brando».
Cesare Fertonani