Serenata n. 4 in re maggiore per orchestra, K1 203, K6 189b


Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. Andante maestoso (re maggiore). Allegro assai (re maggiore)
  2. Andante (si bemolle maggiore)
  3. Minuetto (fa maggiore). Trio
  4. Allegro (si bemolle maggiore)
  5. Minuetto (re maggiore). Trio (la maggiore)
  6. Andante (sol maggiore)
  7. Minuetto (re maggiore). Trio (re minore)
  8. Prestissimo (re maggiore)
Organico: 2 oboi o flauti, fagotto, 2 corni, 2 trombe, archi
Composizione: Salisburgo, Agosto 1774

Va eseguita con la Marcia introduttiva K 237 (K 189c)
Guida all'ascolto (nota 1)

Mozart ci ha lasciato in tutto tredici Serenate, di cui ben otto nella tonalità di re maggiore. Mozarl non discriminò con molta esattezza i termini di Cassazione, Divertimento e Serenata nell'intitolare le sue composizioni. Del primo termine fece anzi uso soltanto in due composizioni giovanili del 1769. Ma anche la prima Serenata, che è dello stesso anno, può essere considerata una Cassazione. In genere i Divertimenti, comunque, si richiamano più da vicino alla musica da camera e richiedono complessi di solisti per la loro esecuzione, laddove le Serenate mostrano una maggiore affinità con la musica orchestrale (sinfonia e concerto per strumento solista). Ciò non toglie che, ad esempio, le ultime Serenate, le tre per strumenti a fiato del 1781-82 e quella per archi del 1787 (la celebre «Eine kleine Nachtmusik») siano chiaramente concepite per complessi solistici. Alla tipologia propria della Serenata (cinque movimenti di carattere sinfonico con l'interpolazione di due o tre movimenti di concerto solista) si richiama in realtà soltanto un gruppo di 5 Serenate, scritte tra il 1773 e il 1779, tutte in re maggiore: K. 185 (E. 167a) del 1773, K. 203 (E. 189b) del 1774, K. 204 (E. 213a) del 1775, K. 250 (E. 248b) del 1776, K. 320 (E. 320) del 1779. Si tratta di composizioni che nascono da occasioni di celebrazioni festive e risentono di questa loro destinazione nel tono gioioso e vivace, nella ricchezza ornamentale della scrittura, nella conversatività lietamente dialogante che ne caratterizza il discorso strumentale. Le interpolazieni in forma di concerto per strumento solista e orchestra sono ricche di virtuosismo.

Non si conosce l'occasione per la quale Mozart scrisse la Serenata in re maggiore K. 203 (E. 189b) nell'agosto 1774. Il Niemtschek suppone che essa fosse destinata a celebrare l'onomastico dell'arcivescovo di Salisburgo, Jeronymus Colloredo, che cadeva il 30 settembre. L'Einstein esprime i suoi dubbi su questa supposizione, peraltro non suffragata da alcun documento.

Nella loro pubblica o privata esecuzione per la festività cui erano destinate le Serenate erano in genere precedute e seguite da una Marcia. Le Marcie delle Serenate di Mozart ci sono pervenute staccate dalla composizione principale cui erano destinate. Alla Serenata del 1774 era connessa la Marcia in re maggiore K. 237 (E. 189c), scritta per un organico pressocchè uguale: 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe e archi senza viole la Marcia, 2 oboi (sostituibili con 2 flauti), fagotto, 2 corni, 2 trombe e archi la Serenata. Tra la Marcia K. 237 e l'andante maestoso che apre la Serenata K. 203 è tra l'altro evidentissima la connessione tematica. L'allegro che segue ha tratti di nobile, maestosa solennità, è riccamente sviluppato ed ha caratteristiche che lo avvicinano di molto alle contemporanee Sinfonie. I movimenti dal secondo al quarto (andante - minuetto e trio - allegro) costituiscono il Concerto per violino e orchestra interpolato nella Serenata, «pienamente sviluppato, una vera e propria composizione inserita in un'altra e non un semplice episodio», come scrive l'Einstein, il quale sottolinea tra l'altro la parentela che lega «il contrasto tra la melodia principale e l'intercalare chiacchierino degli oboi e delle viole» nell'andante e quello «che si riscontra nel quartetto in si bemolle del Don Giovanni fra Donna Anna e Don Ottavio da una parte e Donna Elvira e Don Giovanni dall'altra». Il Concerto è anch'esso nella tonalità di si bemolle, con il movimento centrale (minuetto e trio) in fa maggiore. Il quinto movimento della Serenata e di nuovo un minuetto e trio che riporta alla tonalità fondamentale di re maggiore (col trio in la maggiore). Il successivo andante, in sol maggiore, è di una tenera riflessività ed è essenzialmente affidato ai violini e agli oboi. Il terzo minuetto e trio (settimo movimento, col trio in re minore) riporta nuovamente alla tonalità fondamentale, che trionfa nel finale prestissimo. La più articolata varietà di colorazioni e di espressioni si congiunge nella Serenata in re maggiore all'unitarietà della concezione tematica, alla perfetta simmetria delle strutture, alla omogeneità dei toni affettivi, nella totale pienezza creativa che contraddistingue tutta l'opera di Mozart.

Carlo Marinelli


(1) Testo tratto dal progrmma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 31 dicembre 1961


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Ultimo aggiornamento 1 gennaio 2012