Sinfonia n. 24 in si bemolle maggiore, K1 182 (K6 173dA)


Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
  1. Allegro spiritoso (si bemolle maggiore)
  2. Andantino grazioso (mi bemolle maggiore)
  3. Rondò. Allegro (si bemolle maggiore)
Organico: 2 flauti o oboi, 2 corni, archi
Composizione: Salisburgo, 3 Ottobre 1773
Guida all'ascolto (nota 1)

L'adolescenza di Wolfgang Amadeus Mozart fu segnata nel bene e nel male da una lunga serie di viaggi in giro per l'Europa che il musicista intraprese sempre insieme al padre Leopold, e talvolta in compagnia della sorella Marianne. Nel bene, in quanto tra il 1762 ed il 1773 le lunghe tournées organizzate da Leopold per esibire i talenti naturali dei due figli diedero modo al giovane Wolfgang di conoscere una varietà di culture musicali e di ascoltare i più grandi esecutori e compositori della metà del XVIII secolo come forse nessun'altro dei suoi contemporanei ebbe modo di fare in un'età in cui tutto è facilmente trattenuto nella mente e nella coscienza. Nel male, secondo alcuni, perché gli sforzi a cui Mozart fu sottoposto da adolescente nel corso di questi lunghi e continui viaggi, influirono sulla salute del compositore, determinando quella cagionevolezza che, probabilmente, lo condusse prematuramente alla morte.

Comunque sia, da una parte il genio di cui era depositario, dall'altra la consuetudine con espressioni musicali tra loro diverse (tedesca, italiana, francese, tanto strumentale quanto operistica) si ritrovano riflessi nelle composizioni giovanili, coniugati grazie ad una freschezza e semplicità espressiva che ne caratterizzarono anche in seguito le peculiarità dello stile.

La Sinfonia in si bemolle maggiore n. 24 K. 182 fa parte di un gruppo di nove sinfonie scritte dal maestro salisburghese nella sua città natale tra il marzo 1773 ed il novembre 1774, le K. 184, 199, 162, 181, 182, 183, 201, 202, 200; sinfonie che vennero ritrovate manoscritte riunite in un volume unico nell'ordine sopra citato in quanto le prime cinque sono in tre tempi, mentre le successive quattro sono quadripartite. La consequenzialità indica pertanto un passaggio all'interno di questo corpus dalla forma sinfonica derivante dalla ouverture tripartita operistica, a quella classica in quattro movimenti; evoluzione dovuta forse alla elaborazione delle suggestioni italiane e viennesi che Mozart ebbe tra il finire del 1772 e l'autunno del 1773.

In Italia per la terza volta dal 24 ottobre 1772 al 13 marzo 1773 (dopo i due primi soggiorni tra il 1769 ed il 1771), Leopold e Wolfgang erano per la prima volta sfuggiti al dominio del nuovo arcivescovo di Salisburgo, Hieronymus conte di Colloredo, il quale dopo la morte del precedente arcivescovo, il mite Sigismund von Schrattenbach, aveva posto sotto un tallone di ferro i suoi "dipendenti" (Mozart era il Konzertmeister della corte), e speravano in un possibile trasferimento della loro famiglia nel paese della musica, in lidi a loro più favorevoli come Milano o forse Firenze. Nulla di tutto ciò avvenne, ed il ritorno in patria non fu semplice. Ecco quindi, tra il maggio e l'ottobre dello stesso anno, una nuova ed immediata fuga dei due Mozart da Salisburgo con destinazione Vienna, città in cui il diciassettenne Wolfgang ebbe modo di ascoltare con attenzione gli ultimi esiti haydniani. Al ritorno da Vienna Mozart attese immediatamente alla composizione delle sinfonie K. 182 (3 ottobre) e K. 183 (5 ottobre), due lavori che si distinguono fortemente fra loro sia per struttura che per contenuti, e dimostrano con evidenza quella capacità di Mozart di far crescere e trasformare il proprio genio assorbendo e rielaborando quanto conosciuto ed appreso nel corso dei suoi viaggi fuori dai confini musicalmente sonnacchiosi di Salisburgo. La Sinfonia K. 182 propone infatti gli ultimi echi di uno stile galante fortemente italianizzato, mentre nella K. 183 si avvertono i primi accenni del prossimo sinfonismo mozartiano, in cui l'autore depura il suo linguaggio dagli stilemi italiani per mantenere della Componente italiana la fondamentale lezione melodica, coniugandola all'interno di una sintassi tedesca fatta di ricchezza del tessuto contrappuntistico, robustezza strumentale nell'orchestrazione e personalità nell'invenzione tematica.

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Forse scritta per un committente italiano, la Sinfonia in si bemolle maggiore K. 182 è suddivisa in tre movimenti: Allegro spiritoso, Andantino grazioso, Allegro. Di breve respiro nel suo complesso, la struttura tripartita, mutuata dallo stile italiano dell'ouverture d'opera, rivela all'ascoltatore una disposizione asimmetrica nelle durate dei singoli movimenti, con un'accorciamento dei tempi dal primo all'ultimo (l'Allegro dura un terzo dell'Allegro spiritoso, mentre l'Andantino è lungo un terzo dell'Allegro iniziale ed il doppio di quello finale) che dà all'ascoltatore un senso di vertiginosa accellerazione verso la conclusione dell'intera composizione a cui si giunge quasi d'un fiato, trascinati senza pensieri dalla brillantezza spensierata del terzo movimento.

Sicuramente ascrivibile alle convenzioni di una società che viveva le creazioni dell'arte come un momento di intrattenimento e svago, la Sinfonia K. 182 rivela queste sue origini, per esempio, nelle indicazioni agogiche del primo e secondo tempo, dove Mozart affianca spiritoso ad Allegro, e grazioso ad Andantino, piccoli segni questi di una sensiblerie galante che ritorna nel discorso musicale di una composizione che fa dell'agilità, del fraseggio leggero, della transitorietà degli spunti drammatici, della graziosa ed elegante cantabilità le sue principali componenti. Il giovane Mozart affida forse a questa Sinfonia alcune delle sue ultime divagazioni adolescenziali mentre vede aprirsi dinanzi a sé la strada di una complessa maturità in cui sarebbero presto finiti i bei viaggi in giro per le capitali d'Europa tra feste ed onorificenze, e il problema di un lavoro stabile ed adeguato sarebbe divenuto forse il tormento principale della sua vita.

Da qui il senso giovialmente ardito del primo tema dell'Allegro spiritoso, affiancato poi da un secondo tema morbido e a tratti dolcemente malinconico, grazie ai quali Mozart crea un'atmosfera galante e disimpegnata, ed in cui, in lontananza, gli squilli dei corni sembrano richiamare dame e cavalieri di una gentile brigata ai piaceri di una caccia. L'Andantino grazioso è segnato dal tratteggio dei fiati e degli archi in sordina di un breve tema, più volte ritornellato, in cui il compositore sembra interpretare quello spirito bucolico proprio delle più raffinate corti settecentesche, per il quale dame e cavalieri, quali nuovi bergers e bergeres, si davano piacevole convegno nei giardini all'italiana delle loro eleganti residenze. Il terzo movimento, Allegro, è caratterizzato da una tagliente dinamica in cui si avvertono nette le influenze del gusto melodrammatico italiano fatto di contrasti e velocità tematica come per caratterizzare, con la rapidità di pochi tocchi di pennello, volto, carattere e gesti d'un immaginario personaggio. Negli echi di una giga appena accennata, e della quale praticamente manca lo sviluppo del tema (in cui il mozartiano perfetto potrà trovare un qualche presentimento del tema della festa organizzata da Don Giovanni nella sua villa nella scena XV del primo atto dell'omonima opera mozartiana), gli archi danno prova del possesso da parte del giovane «De Mozartini» (così si definiva spiritosamente lo stesso Wolfgang parlando della sua italianizzazione) di quelle caratteristiche dello stile all'italiana nel comporre e nell'orchestrare di cui l'Allegro in particolare, e la Sinfonia K. 182 nella sua globalità, è un sintetico ma significativo esempio.

Giancarlo Moretti


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 27 ottobre 1995


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Ultimo aggiornamento 17 novembre 2011