Delle diciassette Sonate da chiesa per due violini, violoncello e organo, composte da Mozart in anni diversi tra il 1767 e il 1780, ne vengono riproposte stasera tre (con un organico ampliato) e precisamente quella in do maggiore indicata con il K. 328, scritta a Salisburgo tra gennaio e luglio 1779, quella in fa maggiore K. 244, che reca la data dell'aprile 1776, e quella in do maggiore K. 336, pure scritta a Salisburgo nel marzo 1780. Anche se questi pezzi si chiamano Sonate e potrebbero far pensare ad una varietà di movimenti, secondo il concetto che viene attribuito a questo tipo di componimento (due tempi allegri alternati con due tempi adagi), va precisato che si tratta di composizioni dalla struttura semplice, senza troppe elaborazioni contrappuntistiche e a volte con un richiamo al "genere concertante", come è il caso della Sonata K. 336. Probabilmente la musica di questi pezzi era destinata ad accompagnare le cerimonie religiose nelle chiese della cattolica Salisburgo ed aveva una funzione pratica ben precisa, senza appartenere alla produzione sacra nel senso pieno della parola. Nella Sonata K. 244 il ruolo dell'organo non è secondario, tanto è vero che il tema esposto dal primo violino viene ripreso e ampliato dallo strumento a tastiera, il quale interviene poi anche nel richiamo al secondo soggetto indicato dai due violini. L'interessante di questa Sonata sta nello sviluppo dei due temi, molto chiaro e lineare, concluso da una piccola cadenza di tre misure dell'organo, quasi a siglare la sua indiscussa presenza in questo tipo di componimento.