La sacra rappresentazione d'Abram e d'Isaac
Musica di scena in un atto con un prologo e tre quadri
Musica: Ildebrando Pizzetti (1880 - 1968)
Libretto: O. Castellino da Feo Belcari
Ruoli:
- L'angelo che annunzia la festa e licenzia il popolo
(soprano)
- L'angelo che prima comanda il sacrificio e che quindi
compare sul monte (soprano)
- Abramo (baritono)
- Sara (mezzosoprano)
- Isacco (soprano)
- Un servo della casa di Abramo
- Un altro servo
Organico: 3 flauti, 3 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3
tromboni, basso tuba, timpani, percussioni, pianoforte, 2 arpe, archi
Composizione: 1915 - 1917 (revisione 1926)
Prima rappresentazione: Firenze, Politeama Fiorentino, 9 giugno 1917
Edizione: Ricordi, Milano, 1926
Per «La Sacra Rappresentazione di Abramo e Isacco» di Feo
Belcari, Ildebrando Pizzetti compose, nel 1917, le musiche di scena;
nel 1928 il maestro musicò interamente il lavoro, nella forma di un
oratorio scenico.
Nel notare l'aderenza allo spirito del soggetto, l'interiorità
dell'espressione, il carattere lirico e l'ispirazione schiettamente
religiosa di questo oratorio pizzettiano, Guido M. Gatti ne mette in
evidenza «le pagine più belle: quelle dell'inizio della Rappresentazione,
in cui sono i preannunci di Dèbora
nel tema largo e dolce dei corni e delle trombe, e tutto l'annunzio
della festa che pur nella sua ieratica compostezza già è trepido di
umana commozione, la pagina strumentale che accompagna la
partenza di Abramo e Isacco per il monte del sacrificio, l'ampio coro
che fa eco alle parole dell'Angelo e ferma la mano di Abramo, dove sono
echi di tenerezza; celestiale, e il lamento di Sarra e delle sue
Ancelle, per cui nell'ultima versione Pizzetti ha scritto un declamato
pieno di nobiltà e di fervore».
(1)
Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Teatro Argentina, 22 aprile 1956
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Ultimo aggiornamento 8 novembre 2016