Cinque canti, op. 27
per voce e pianoforte
Musica: Sergej Prokofiev (1891 - 1953)
Testo: Anna Akhmatova
- Il
sole riempiva la stanza
- Una
vera tenerezza
- Il
ricordo del sole
- Salve!
- Il
re dagli occhi grigi
Organico: voce, pianoforte
Composizione: 1916
Edizione: Gutheil, Parigi, 1917
Brani meno conosciuti del Prokof'ev cameristico concludono
l'excursus del concerto di stasera dedicato ad alcune pagine per canto
e pianoforte del grande repertorio lirico della letteratura musicale
russa. Il nome di Prokof'ev è legato saldamente alla produzione
operistica, orchestrale, pianistica e di balletto con composizioni
segnate il più delle volte da una forte e originale personalità
creatrice, che succhia il proprio nutrimento in gran parte dalle
naturali sorgenti del melos russo, come è il caso anche dei cinque
Lieder su poesie di Anna Achmatova, recentemente scomparsa, e risalenti
al 1916, nel periodo compreso tra due raccolte pianistiche di largo
interesse, come le Visioni
fuggitive op. 22 (1915-1917) e I racconti della nonna op. 31
(1918), e un anno prima della fortunata Sinfonia classica.
Le cinque melodie si richiamano ad un clima espressivo
neo-musorgskijano, tanto da poter affermare che un filo rosso sottile,
ma evidente, unisce questi poemi al ciclo La camera dei bambini,
per la stessa delicata e soffusa intimità melodica e armonica che li
caratterizza. In questi fogli d'album di una musicalità essenziale
(durano dieci-undici minuti) sono descritti vari stati d'animo in un
gioco tra realtà e sogno e in cui l'elemento predominante è il senso di
malinconia e di tristezza per una persona cara attesa e lontana, come
si può avvertire nelle pagine intitolate La vera tenerezza, Ricordo del
sole e soprattutto in quella conclusiva Il re dagli occhi grigi,
così carica di angoscia sentimentale tardo-romantica e su un piano
estetico nettamente contrario a quello perseguito successivamente dallo
stesso musicista.
LA
POLVERE D'ORO DEL SOLE
La polvere d'oro del sole ha riempito la stanza.
Io mi sono svegliata e mi sono ricordata:
caro, oggi è la tua festa.
Ecco perché i campi coperti di neve
non mi sembrano freddi.
Ecco perché io, insonne,
ho invece dormito come la notte dopo la
mia Prima Comunione
LA VERA TENEREZZA
La vera tenerezza si riconosce sempre. Essa è silenziosa.
E' inutile che tu posi la pelliccia sulle mie spalle con tanta cura.
E' inutile che tu mi finga la timidezza dei primi giorni
Conosco bene quel tuo sguardo insistente ed avido...
RICORDO DEL SOLE
Il ricordo del sole nel cuore s'indebolisce.
L'erba è ingiallita.
Alitano al vento fiocchi di neve, leggeri leggeri.
Sul fondo vuoto del cielo, il salice stira i suoi rami.
Forse è meglio che io non sia diventata tua moglie.
Il ricordo del sole nel cuore s'indebolisce...
Che cosa è questo? La notte? Forse,
Forse durante la notte l'inverno farà in tempo a venire.
BUONGIORNO!
Buongiorno! Senti questo leggero rumore vicino a te?
No, non finirai di scrivere queste righe: sono arrivata io!
E' possibile che anche questa volta mi tratterai così male?
Pretendi di non vedere né le mie mani né i miei occhi...
Da te si sta così bene...
Non costringermi a fuggire là sotto il ponte,
dove scorre l'acqua profonda e scura.
IL RE DAGLI OCCHI GRIGI
Sia lodato il dolore senza rimedio!
Ieri è morto il re dagli occhi grigi.
La sera d'autunno era afosa e soffocante.
Mio marito, tornando a casa, tranquillamente mi disse:
«Sai, i cacciatori hanno trasportato il suo corpo a braccia.
Lo han trovato sotto una quercia. Povera regina!
Perderlo così presto.
I capelli le son diventati bianchi in una notte».
Prese la pipa sul caminetto, la riempì
e se ne andò al suo lavoro notturno.
Io andrò ora a svegliare la mia figlioletta
e mi metterò a guardare in fondo ai suoi dolci occhi grigi.
Dietro alla finestra, le foglie sussurrano:
«Il re non è più su questa terra».
(1)
Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 11 dicembre 1981
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Ultimo aggiornamento 23 giugno 2016