Sonata per pianoforte n. 8 in si bemolle maggiore, op. 84


Musica: Sergej Prokofiev (1891 - 1953)
  1. Andante dolce. Allegro
  2. Andante sognando
  3. Vivace
Organico: pianoforte
Composizione: 1939 - 1944
Prima esecuzione: Mosca, 30 dicembre 1944
Edizione: Muzgiz, Mosca, 1946
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

L'Ottava e ultima Sonata per pianoforte fu abbozzata da Prokofief nel 1940 insieme alla Sesta e alla Settima, ma fu portata a termine nel 1944 e dedicata alia poetessa Mira Mendelssohn, che era diventata sua seconda moglie dopo il divorzio da Lina Ljubera. Questa Sonata è meno drammatica e tormentata rispetto alle altre due, anche se, specie nell'ultimo movimento, denuncia in modo inconfondibile alcune caratteristiche della musica prokofiefflana, come l'uso di dissonanti schemi politonali. La composizione, che è stata suonata per la prima volta in un concerto pubblico a Mosca dallo stesso pianista Ghilels che la interpreta questa sera, comprende tre movimenti, di cui il primo è il più audace e personale come concezione. Per di più, anche se costruita in tre parti, non si richiama alla forma sonata e non ubbidisce a regole di struttura ben delimitate e precise.

L'Andante iniziale ha un carattere libero, quasi una improvvisazione, ed è contrassegnato da due temi: il primo dolcemente malinconico e pensoso, il secondo accentuatamente ritmico con accordi pieni e vigorosi ed ambedue molto elaborati e punteggiati da una varietà di sfaccettature timbriche. L'Andante sognando riflette il profondo senso lirico del migliore Prokofief ed è determinato da due temi di una cantabilità affettuosa e melodica, ai quali si unisce un terzo motivo molto breve e più mosso.

Sfrenato dinamismo, elegante umorismo e gusto per le sonorità accese e taglienti si fondono insieme nel finale Vivace, un Rondò con carattere di Giga, che riprende la struttura tematica del primo movimento e conclude in modo estremamente brillante e vitale questa difficile e complessa composizione di un musicista ormai felice di essere ritornato a casa, nella sua terra sovietica, dopo i lunghi anni di esperienza in Occidente.

Ennio Melchiorre

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

«Prokofiev è stato sempre estraneo tanto alla sensualità raffinata che alla contemplazione astratta. La sua testa lavorava con lucidità e chiarezza, senza mentire mai a se stesso, senza mistica, senza teosofia. La sua musica è molto terrestre nel senso più umano di questa parola, e sembra dire, la vita è bella, curiosa, intelligente, non vale la pena di evadersene, rendiamola ancora più interessante» (E. Neuhaus). L'Ottava Sonata di Prokofiev contrassegnata col numero d'opera 84 è stata iniziata nel 1939, terminata nel 1944 e pubblicata nel 1946. Essa porta la dedica a Mira Mendelsohn, la pianista che Prokofiev sposò in seconde nozze. Il taglio architettonico del lavoro e la sua configurazione tematica riportano ai modelli classici, rivissuti nello spirito del peculiare temperamento di Prokofiev. Il primo dei tre tempi, di cui la Sonata consiste, si basa su due contrastanti gruppi tematici. Il primo gruppo si svolge in un movimento designato come Andante dolce; il secondo si snoda in tempo Allegro Moderato ed è di carattere «inquieto». Tempo e carattere del secondo movimento vengono precisati a sufficienza dalle indicazioni iniziali Andante sognando e «dolce». Il ritmo di questa parte oscilla tra quelli di un Valzer e di un Ländler di sapore schubertiano. Il terzo ed ultimo tempo è in movimento Vivace e si configura in parte come una toccata motoria, e in parte come uno scherzo (Allegro ben marcato) improntato ugualmente al trascinante dinamismo prokofieviano.

Roman Vlad


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 5 aprile 1968
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 12 gennaio 1967


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Ultimo aggiornamento 4 aprile 2013