I tre poemi su testi di Paul Morand, Don Quichotte à
Dulcinée, furono composti tra il 1932 e il 1933
e rappresentano in ordine di tempo l'ultima opera scritta da Ravel,
prima che lo colpisse la devastante malattia cerebrale che per quattro
anni non gli permise di fissare sul pentagramma una sola nota e lo
condusse alla tomba, nonostante il riposo e i lunghi soggiorni in
Svizzera, in Marocco e in Spagna, qui accompagnato dall'amico scultore
Leon Leyrytz. Il lavoro era stato commissionato per un film su Don
Chisciotte con la regìa di Wilhelm Pabs e interpretato dal
celebre basso russo Fédor Saljapin; ma il progetto
andò in porto con le musiche di Jacques Ibert, in quanto
Ravel non potè consegnare in tempo la partitura che venne
eseguita per la prima volta ai Concerts Colonne a Parigi il 1°
dicembre 1934 sotto la direzione d'orchestra di Paul Paray e nella
interpretazione del baritono Martial Singher. Le tre canzoni di Don Quichotte à
Dulcinée (poco più di 7 minuti di
musica) riflettono il gusto raffinatissimo del grande musicista
francese, il quale anche in questo caso, come in altre sue
composizioni,
rievoca il clima di una Spagna fantasiosa e immaginaria, servendosi di
motivi di danza appartenenti alla tradizione delle forme del canto
popolare iberico. Infatti la Chanson
romanesque è scritta sul ritmo della guajira in
tempo mosso e con un'alternanza costante in 6/8 e 3/4; la Chanson épique
si avvale di un ritmo in 5/4 a seste parallele proveniente dai Paesi
Baschi e chiamato zortziko, mentre la Chanson a boire
è costruita sul ritmo della jota, in tempo ternario
particolarmente vivace. Si tratta di pezzi calibrati e misurati in ogni
accento e sfumatura espressiva, in uno stretto rapporto tra voce e
colore strumentale, secondo quello stile asciutto e lineare
appartenente al Ravel più autentico e sincero.
I -
CHANSON ROMANESQUE Si vous me disiez que la terre À tant tourner vous offensa, Je lui dépêcherais Pança: Vous la verriez fixe et se taire. Si vous me disiez que l'ennui Vous vient du ciel trop fleuri d'astres, Déchirant les divins cadastres, Je faucherais d'un coup la nuit. Si vous me disiez que l'espace Ainsi vidé ne vous plaît point, Chevalier dieu, la lance au poing, J'étoilerais le vent qui passe. Mais si vous disiez que mon sang Est plus à moi qu'à vous, ma Dame, Je blêmirais dessous le blâme Et je mourrais, vous bénissant, O Dulcinée. |
I -
CANZONE ROMANTICA Se mi diceste che la terra girando tanto vi offese, le invierei Sancio Pancia: la vedreste fìssa e silenziosa. Se mi diceste che la noia vi viene dal cielo troppo fiorito d'astri, strappando i divini catasti falcerei di colpo la notte. Se mi diceste che lo spazio così vuotato non vi piace, cavaliere-dio, lancia in pugno, coprirei di stelle il vento che passa. Ma se diceste che il mio sangue è più mio che vostro, mia Signora, impallidirei sotto il rimbrotto e morrei benedicendovi, o Dulcinea. |
II -
CHANSON ÉPIQUE Bon Saint Michel qui me donnez loisir De voir ma Dame et de l'entendre, Bon Saint Michel qui me daignez choisir Pour lui complaire et la défendre, Bon Saint Michel veuillez descendre Avec Saint Georges sur l'autel De la Madone au bleu mantel. D'un rayon du ciel bénissez ma lame Et son égale en pureté Et son égale en pieté Comme en pudeur et chasteté Ma Dame! (O grands Saint Georges et Saint Michel!) L'ange qui veille sur ma veille, Ma douce Dame si pareille À vous, Madone au bleu mantel! Amen. |
II -
CANZONE EPICA Buon San Michele che mi date agio di vedere la mia dama e d'ascoltarla, buon San Michele che degnate scegliermi per compiacerla e difenderla, buon San Michele, vogliate scendere con San Giorgio sull'altare della Madonna dal manto azzurro. Con un raggio di cielo benedite la mia lama e la sua uguale in purezza e la sua uguale in pietà Come in pudore e castità, la mia dama!. (O grandi Santi Giorgio e Michele!) L'angelo che veglia sulla mia veglia, la mia dolce dama, sì simile a voi, Madonna dal manto azzurro! Amen. |
III -
CHANSON À BOIRE Foin du Bâtard, illustre Dame, Qui pour me perdre à vos doux yeux Dit que l'amour et le vin vieux Mettent en deuil mon coeur, mon âme! Ah! je bois à la joie! La joie est le seul but Où je vais droit lorsque j'ai bu! Ah la joie! Ah! Ah! Foin du jaloux, brune maîtresse, Qui geind, qui pleure et fait serment D'être toujours ce pâle amant Qui met de l'eau dans son ivresse! Ah! je bois etc. |
III -
BRINDISI Al diavolo il bastardo, illustre Signora, che per perdermi ai vostri dolci occhi dice che l'amore e il vino vecchio mettono il lutto al mio cuore, all'anima mia! Ah! io bevo alla gioia! La gioia è il solo fine cui corro dritto quando ho bevuto! Ah! la gioia! Ah! Ah! Al diavolo il geloso, amica bruna, che geme, piange e giura d'essere sempre quel pallido amante che versa acqua nell'ebbrezza! Ah! bevo etc. |
(Paul Morand - Editions Durand Paris) |