Ronsard à son âme (Ronsard alla sua anima)

Versione per voce e pianoforte

Musica: Maurice Ravel (1875 - 1937)
Testo: Pierre de Ronsard Organico: voce, pianoforte
Composizione: Montfort-l'Amaury, 1923 - gennaio 1924
Prima esecuzione: Londra, Aeolian Hall, 26 aprile 1924
Dedica: Marcelle Gerar

Vedi al 1935 n. 140 la versione per voce e orchestra

Guida all'ascolto (nota 1)

Nel 1924, per un numero che la «Revue Musicale» dedicava al poeta delle Amours (numero illustrato da Dukas, Roussel, Aubert, Caplet, Honegger, Roland-Manuel e Delage), Ravel svolge forse il più spericolato dei suoi tours de force: le cinquantadue battute di Ronsard à son âme, sul più celebre epitaffio, forse, di tutta la letteratura. 'Amelette Ronsardelette', 'Animula vagula blandula... ': il diminutivo, il vezzeggiativo ostinato come veicolo d'un patetico di decadenza, trepidamente agnostico: 'Je dors'. L'esile linea vocale è sostenuta da una serie di quinte, magari 'per la mano destra sola' sì da permettere alla sinistra, secondo l'autore, di accendere una sigaretta.

Mario Bortolotto

Testo

RONSARD À SON ÂME

Amelette Ronsardelette,
Mignonnelette, doucelette,
Très chère hôtesse de mon corps,
Tu descends là-bas foiblelette,
Pâle, maigrelette, seulette,
Dans le froid royaume des morts,
Toutesfois simple, sans remords
De meurtre, poison et rancune,
Méprisant faveurs et trésors
Tant enviés par la commune.
Passant, j'ai dit; suis ta fortune,
Ne trouble mon repos: je dors!
RONSARD ALL'ANIMA SUA

Animuccia ronsardina,
Piccolina, dolcina,
ospite cara del mio corpo,
tu scendi laggiù deboluccia,
pallida, magrolina, soletta,
nel freddo regno dei morti,
tuttavia semplice, senza rimorsi
di delitto, veleno e rancore,
sprezzando favori e tesori
dai più tanto invidiati.
Passante, ho detto; segui la tua sorte,
non turbare il mio riposo: io dormo!

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 24 gennaio 1975


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Ultimo aggiornamento 5 novembre 2015