Sérénade d'hiver

per coro maschile a cappella

Musica: Camille Saint-Saëns (1835 - 1921)
Testo: Henri Cazalis Organico: coro maschile senza accompagnamento
Composizione: 1867
Edizione: Durand, Schoenewerk & Cie., Parigi, 1868
Guida all'ascolto (nota 1)

Il periodo natalizio è inevitabilmente associato all'inverno e alle immagini di volti coperti, mani intirizzite, passi veloci. Ma un gruppo di uomini decide di combattere i rigori del freddo con una iniziativa alquanto inusuale per la stagione: una Serenata sotto il balcone di una dama.

È questo il contenuto del singolare e delizioso quadretto musicale Sérénade d'hiver scritto da Camille Saint-Saëns nel 1867 (e pubblicata poi l'anno dopo) su testo di Henri Cazalis. Il compositore francese amava fortemente la pratica corale, sia quella professionistica ma soprattutto quella amatoriale; e d'altra parte in quel periodo si assisteva ad un vero e proprio dilagare di questo fenomeno capace di coinvolgere migliaia di persone di ogni interesse e rango, dilettanti che allegramente dedicavano lunghe sere della settimana allo studio della musica e del canto.

Saint-Saëns, che da esperto imprenditore aveva visto in questa moda anche un nuovo mercato commerciale, scrisse più di 100 lavori per questo tipo di organico.

E Sérénade d'hiver è uno dei più azzeccati per originalità e simpatica inventiva. "Veniamo per cantare" - intonano gli uomini passando da una frizzante introduzione alla più sdolcinata invocazione "in ginocchio non chiediamo altro che un sorriso". Ma risolutamente affermano che sarà proprio quello a riscaldarli dal freddo. Finalmente in un articolato ed estroverso "concertato" decidono di presentarsi alla dama: "gentiluomini pieni d'onore / che custodiscono due amori nei propri cuori: / le damigelle e la poesia".

Laura Pietrantoni

Testo

La la la...
Nous venons pour chanter, Madame,
La Sérénade en votre honneur;
Puissons nous avoir le bonheur
Que la chanson plaise à votre àme.
Toutes les portes nous sont closes,
Que l'àme du moins s'ouvre a nous,
Qui ne demandons à genoux
Qu'un sourire à vos lèvres roses.
Il vente, il fait froid, mais qu'importe
Si votre visage vermeil
Nous jette un rayon de soleil
Qui nous réchauffe a votre porte.
Du printemps la lumière aimante
Rit chez vous en toute saison,
Et, Madame, en votre maison
Tous les jours le rossignol chante.
Ah!
Maintenant voulez vous connaitre
Qui sont ces gens masques de noir
Vous venant dire le bonsoir
Et chanter sous votre fenètre?
Daigniez apprendre qui nous sommes:
Nos yeux sont cachés sous des loups,
C'est pour mieux rire des jaloux,
Mais nous sommes des gentils hommes,
Pleins d'honneur at de courtoisie,
Gardant deux amours en nos coeurs:
Les Dames et la poesie.
La la la ...
Veniamo per cantare, Signora,
La Serenata in vostro onore;
Con l'augurio felice
Che la canzone piaccia alla vostra anima.
Tutte le porte ci sono chiuse,
Che almeno l'anima si dischiuda a noi,
Che in ginocchio non chiediamo altro
Che un sorriso dalle vostre labbra rosa.
Tira vento, fa freddo, ma che importa
Se il vostro viso vermiglio
Ci dona un raggio di sole
Che ci riscalda alla vostra porta.
La luce amorevole della primavera
Sorride in voi in tutte le stagioni,
E, Signora, nella vostra casa
L'usignolo canta tutti i giorni.
Ah!
Ora volete sapere
Chi sono queste persone mascherate di nero
Che vengono a porgervi la buonanotte
E a cantare sotto la vostra finestra?
Degnatevi di sapere chi siamo:
I nostri occhi sono nascosti da mascherine,
È per ridere meglio dei gelosi,
Ma noi siamo dei gentiluomini,
Pieni d'onore e cortesia,
Che custodiscono due amori nei propri cuori:
Le damigelle e la poesia.

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 18 dicembre 2009


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Ultimo aggiornamento 6 marzo 2015