Friede auf Erden (Pace sulla terra), op. 13


Musica: Arnold Schönberg (1874 - 1951)
Testo: Conrad Ferdinand Meyer

Organico per coro a cappella: coro misto senza accompagnamento
Organico per coro e orchestra: coro misto. 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, archi
Composizione: Vienna, 9 marzo 1907 (versione per coro a cappella); Vienna, 6 ottobre 1911 (versione per coro e orchestra)
Prima esecuzione: Vienna, Großer Musikvereins-Saal, 9 dicembre 1911 (versione per coro e orchestra)
Edizione: Tischer & Jagenberg, Köln 1912
Guida all'ascolto (nota 1)

L'inserimento di Arnold Schönberg nella tradizione musicale tedesca, più volte proclamato dal compositore, appare con particolare chiarezza nella sua musica corale; le audacie, le sovversioni, i ribaltamenti linguistici, nelle pagine per coro non appaiono, o quanto meno non aggrediscono l'ascoltatore con la violenza delle altre composizioni; stupisce in un artista così radicale, ancora nel 1950, una dichiarazione del genere: "Non è il musicista di professione, cioè il musicista che vive della sua arte, ad essere necessario per salvaguardare la cultura musicale, bensì l'amateur, ed è sempre stato l'amateur a promuovere una vera cultura dell'arte". Con gruppi di questo tipo Schönberg lavorò a Vienna come direttore di tre cori amatoriali; mentre a Berlino, nel 1928, si dedicò a rielaborare canti popolari tedeschi (su incarico della "Commissione Statale per la raccolta dei canti popolari per la gioventù") e ci si impegnò con la consueta acutezza critica, stendendo varie rielaborazioni del tutto differenti di una stessa melodia popolare.

Il suo legame con la grande cultura del tardo romanticismo tedesco, da Brahms a Strauss e Mahler, è testimoniata da quei capolavori "di confine" che hanno nei Gurrelieder l'opera più comprensiva; in questo settore il testo più alto di scrittura corale è Friede auf Erden op. 13 (Pace sulla terra), composto nel 1907 su versi di Conrad Ferdinand Meyer che con straordinaria preveggenza sembrano cercare riparo alla ferocia delle guerre incombenti.

Sebbene la prima esecuzione, nella storica sala del Musikverein di Vienna, dicembre 1911, sia avvenuta ad opera di una formazione di dilettanti sotto la direzione di Franz Schreker, è impossibile pensare ai cori amatoriali di vecchio tipo, date le enormi difficoltà tecniche che il brano presenta; anche Schönberg ne era consapevole, tanto che pubblicò una versione con piccola orchestra per favorire l'intonazioni delle voci. Dalla tradizione tardo romantica questa composizione si stacca non tanto per le tensioni armoniche, prossime a fluttuare senza gravità tonale, quanto per il rapporto con il testo: talmente scomposto in sillabe fra le voci da non consentire più la secolare cucitura fra immagine verbale e immagine musicale; quasi mai le parole di una frase son cantate come unità logica e assoluta (base del madrigale rinascimentale come del Lied romantico), ma varie parole appartenenti a diverse frasi si sovrappongono allo stesso tempo fra le voci; il groviglio si scioglie solo alla fine di ogni strofa, sull'invocazione "Friede, Friede auf der Erde!", che vede le voci ricomporsi in unità compatta come in una preghiera a fior di labbra.

Giorgio Pestelli

Testo
FRIEDE AUF ERDEN

Da die Hirten ihre Herde
Liessen und des Engeis Worte
Trugen durch die niedre Pforte
Zu der Mutter mit dem Kind,
Fuhr das himmlische Gesind
Fort im Sternenraum zu singen,
Fuhr der Himmel fort zu klingen:
"Friede, Friede! auf der Erde!"

Seit der Engel so geraten,
O wie viele blut'ge Taten
Hat der Streit auf wildem Pferde,
Der geharnische vollbracht!
In wie manchen hei'gen Nacht
Sang der Chor der Geister zagend.
Dringlich flehend, leis verklagend:
"Friede, Friede... auf der Erde!"

Doch es ist ein ew'ger Glaube,
Dass der Schwache nicht zum Raube
Jeder frechen Mordgebärde
Werde fallen allezeit:
Etwas wie Gerechtigkeit
Webt und wirkt in Mord und Grauen
Und ein Reich will sich erbauen,,
Das den Frieden sucht der Erde.

Mählich wird es sich gestalten.
Seines heil'gen Amtes walten,
Waffen schmieden ohne Fährde,
Flammenschwerter für das Recht,
Und ein königlich Geschlecht
Wird erblühn mit starken Söhnen,
Dessen helle Tuben dröhnen:
"Friede, Friede auf der Erde!"
PACE SULLA TERRA

Quando i pastori lasciarono le greggi
e portarono le parole dell'angelo
varcando l'angusta soglia
per raggiungere la Madre col Bambino,
cominciò un canto nei cieli
a risuonar
nell'etere stellato
"Pace, pace... sulla Terra!"

Da quando così decisero gli angeli,
o quanti sanguinosi delitti
ha già compiuto la lotta in armi
sui feroci cavalli!
In quante notti sante
è risuonato dolce il coro degli spiriti,
forte pregando, piano accusando:
"Pace, pace... sulla Terra!"

Però rimane la speranza
che il debole non debba cadere
in eterno
sotto ogni atto omicida.
Qualcosa come la giustizia
agisce ed opera nell'assassinio e nel terrore
e vuol erigere un regno,
che realizzi pace sulla Terra.

Piano piano si formerà,
eserciterà le sue sante funzioni,
conierà armi senza pericolo,
spade di fuoco per la giustizia,
e fiorirà una stirpe reale
florida di figli valorosi,
le cui trombe forte risuoneranno:
"Pace, pace sulla Terra!"
(Conrad Ferdinand Meyer) (Traduzione di Paola Lagossi)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 5 novembre 2005


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Ultimo aggiornamento 13 settembre 2014