Quindici Lieder da "Das Buch der hängenden Gärten", op. 15


Testo della parte vocale (nota 1)


1.
Unterm schütz von dichten blättergründen
Wo von Sternen feine flocken schneien
Sachte stimmen ihre leiden künden
Fabeltiere aus den braunen Schlünden
Strahlen in die marmorbecken speien
Draus die kleinen bäche klagend eilen:
Kamen kerzen das gesträuch entzünden
Weisse formen das gewässer teilen.
Protette da densi archi di fogliame
dove le stelle nevicano fiocchi delicati
voci sommesse intonano le loro pene
da fauci brune animali di favola
nelle vasche marmoree spuntano zampilli
donde i ruscelli lamentosi scorrono:
vennero ceri a accendere i cespugli
bianche forme a dividere le acque.
2.
Hain in diesen paradiesen
Wechselt ab mit blütenwiesen
Hallen buntbemalten fliesen.
Schlanker storche schnäbel kräuseln
Teiche die von fischen schillern
Vögel-reihen matten scheines
Auf den schiefen firsten trillern
Und die goldnen binsen säuseln -
Doch mein träum verfolgt nur eines.
S'alternano in questi paradisi
boschetti e prati in fiore
sale piastrelle variopinte.
Becchi di agili cicogne increspano
stagni colmi di pesci iridescenti
uccelli in fila dal velato splendore
trillano sui comignoli obliqui
e i giunchi d'oro bisbigliano -
ma il sogno insegue un'immagine sola.
3.
Als neuling trat ich ein in dein gehege
Kein stauen war vorher in meinen mienen
Kein wünsch in mir eh ich dich blickte rege.
Der jungen hände faltung sieh mit huld
Erwähle mich zu denen die dir dienen
Und schone mit erbarmender geduld
Den der noch strauchelt auf so fremdem Stege.
Come novizio entrai nel tuo recinto
prima non ci fu mai stupore sul mio viso
non desiderio nacque in me finché ti vidi.
Tu guarda con favore alle mie giovani mani insieme giunte
eleggimi tra quelli che ti servono
e con pazienza misericordiosa risparmia
me che inciampo ancora su un sentiero così nuovo.
4.
Da meine lippen reglos sind und brennen
Beacht ich erst wohin mein fuss geriet:
In andrer herren prächtiges gebiet.
Noch war vielleicht mir möglich mich zu trennen
Da schien es dass durch hohe gitterstäbe
Der blick vor dem ich ohne lass gekniet
Mich fragend suchte oder zeichen gäbe.
Solo ora che i miei labbri immobili ardono
mi accorgo dove si inoltrò il mio piede:
nel dominio magnifico di altri signori.
Forse m'era ancora possibile staccarmi
quando tra le alte sbarre del cancello lo sguardo
davanti a cui stavo inginocchio senza posa
parve cercarmi interrogando o far segno.
5.
Saget mir auf welchem pfade
Heute sie vorüberschreite -
Dass ich aus der reichsten lade
Zarte seidenweben hole
Rose pflücke und viole
Dass ich meine wange breite
Schemel unter ihrer sohle.
Ditemi per quale sentiero
oggi ella stia per passare -
perché dall'arca più ricca
io tragga morbide stoffe di seta
rose colga e viole
perché distenda a terra la mia guancia
a far sgabello sotto le sue piante.
6.
Jedem werke bin ich fürder tot.
Dich mir nahzurufen mit den sinnen
Neue reden mit dir auszuspinnen
Dienst und lohn gewährung und verbot
Von allen dingen ist nur dieses not
Und weinen dass die bilder immer fliehen
Die in schöner fmsternis gediehen -
Wann der kalte klare morgen droht.
D'ora in poi ad ogni opera, son morto.
Chiamarti a me vicina coi miei sensi
intrecciare con te nuovi discorsi
servizio e ricompensa concessione e divieto
più d'ogni cosa questo è necessario
e piangere perché sempre dileguano le immagini
che si erano dischiuse in bella tenebra -
quando il mattino freddo e limpido minaccia.
7.
Angst und hoffen wechselnd mich beklemmen
Meine worte sich in seufzer dehnen
Mich bedrängt so ungestümes sehnen
Dass ich mich an rast und schlaf nicht kehre
Dass mein lager tränen schwemmen
Dass ich jede freude von mir wehre
Dass ich keines freundes trost begehre.
M'opprimono ora ansia ora speranza
le mie parole s'espandono in sospiri
un desiderio così irruente mi stringe
che via non trovo al sonno né al riposo
che il mio giaciglio inondano le lacrime
che ogni gioia da me tengo lontana
che da nessun amico desidero conforto.
8.
Wenn ich heut nicht deinen leib berühre
Wird der faden meiner seele reissen
Wie zu sehr gespannte sehne.
Liebe zeichen seien trauerflöre
Mir der leidet seit ich dir gehöre.
Richte ob mir solche qual gebühre
Kühlung sprenge mir dem fieberheissen
Der ich wankend draussen lehne.
Se oggi non toccherò il tuo corpo
si spezzerà il filo della mia anima
come una corda d'arco troppo tesa.
Siano cari segni i colori del lutto
a me che soffro da quando ti appartengo.
Decidi tu se merito questo tormento
da' refrigerio a me che arso di febbre
barcollando mi appoggio alla tua porta.
9.
Streng ist uns das glück und spröde
Was vermocht ein kurzer kuss?
Eines regentropfens guss
Auf gesengter bleicher öde
Die ihn ungenossen schlingt
Neue labung missen muss
Und vor neuen gluten springt.
Con noi la felicità è scontrosa e avara
cosa potè un breve bacio?
solo una stilla di pioggia gettata
sul biancore riarso di un deserto
che senza averne goduto l'inghiotte
nuovo ristoro gli manca
e a nuove vampe d'arsura si spacca.
10.
Das schöne beet betracht ich mir im harren
Es ist umzäunt mit purpurn-schwarzem dorne
Drin ragen kelche mit geflecktem sporne
Und sammtgefiederte geneigte farren
Und flockenbüschel wassergrün und rund
Und in der mitte glocken weiss und mild
Von einem odem ist ihr feuchter mund
Wie süsse frucht vom himmlischen gefild.
La bella aiuola contemplo nell'attesa
pruni nero-purpurei la recingono
da cui sporgono calici dallo sprone screziato
e felci recline dalle piume di velluto
e cespi di lanugine color d'acquamarina e rotondi
e nel mezzo campanule tenere e bianche
la loro timida bocca spira un alito
simile a un dolce frutto dei campi celesti.
11.
Als wir hinter dem beblümten tore
Endlich nur das eigne hauchen spürten
Warden uns erdachte Seligkeiten?
Ich erinnere dass wie schwache röhre
Beide stumm zu beben wir begannen
Wenn wir leis nur an uns rührten
Und dass unsre äugen rannen
So verbliebest du mir lang zu sehen.
Quando dietro il cancello fiorito
finalmente non sentimmo che il nostro fiato
godemmo beatitudini sognate?
Mi ricordo che come deboli canne
cominciammo a tremare entrambi muti
se appena i nostri si sfioravano
e che i nostri occhi s'empivano di lacrime
così tu mi restasti a lungo accanto.
12.
Wenn sich bei heiiger ruh in tief matten
Um unsre schlafen unsre hände schmiegen
Verehrung lindert unsrer glieder brand:
So denke nicht der ungestalten schatten
Die an der wand sich auf und unter wiegen
Der Wächter nicht die rasch uns scheiden dürfen
Und nicht dass vor der Stadt der weisse sand
Bereit ist unser warmes blut zu schlürfen.
Quando nel sacro riposo su tappeti profondi
ci stringiamo fra le nostre mani le tempie
e riverenza mitiga le nostre membra in fiamme:
tu non pensare alle ombre deformi
che alla parete su e giù si cullano
non alle sentinelle che ci possono a un tratto separare
né che fuor di città la sabbia bianca
è pronta a sorbire il nostro caldo sangue.
13.
Du lehnest wider eine Silberweide
Am ufer mit des fächers starren spitzen
Umschirmest du das haupt dir wie mit blitzen
Und rollst als ob du spieltest dein geschmeide.
Ich bin im boot das laubgewölbe wahren
In das ich dich vergeblich lud zu steigen...
Die weiden seh ich die sich tiefer neigen
Und blumen die verstreut im wasser fahren.
Tu ti appoggi ad un salice d'argento
in riva - con le punte aguzze del tuo ventaglio
come con lampi il capo ti ripari
e ruoti come in gioco il tuo monile.
Io sono nella barca che proteggono volte di fogliame
e dove invano t'invitai a scendere...
Vedo i salici inchinarsi più, a fondo
e fiori sparsi che solcano l'acqua.
14.
Sprich nicht immer
von dem laub
Windes raub
Vom zurschellen
Reifer quitten
Von den tritten
Der vernichter
Spät im jähr.
Vom dem zittern
Der libellen
In gewittern
Und der lichter
Deren flimmer
Wandelbar.
Non parlar sempre
del fogliame
preda del vento
di cotogne mature
che si schiantano
dei passi
dei distruttori
sul declinar dell'anno.
Del tremolio
delle libellule
nei temporali
e dei lumi
che hanno bagliori
incostanti.
15.
Wir bevölkerten die abend-düstern
Lauben lichten tempel pfad und beet
Freudig - sie mit lächeln ich mit flüstern -
Nun ist wahr dass sie für immer geht.
Hohe blumen blassen oder brechen
Es erblasst und bricht der weiher glas
Und ich trete fehl im morschen gras
Palmen mit den spitzen fingern stechen.
Mürber blätter zischendes gewühl
Jagen ruckweis unsichtbare hände
Draussen um des edens fahle wände.
Die nacht ist überwölkt und schwül.
Popolammo le pergole fosche nella sera
chiari templi sentieri ed aiuole
lietamente - lei di sorrisi io di bisbigli -
ora è vero: lei per sempre se ne va.
Fiori alti impallidiscono o si spezzano
impallidisce e si spezza il vetro degli stagni
e nell'erba marcita io metto il piede in fallo
palme pungono con le aguzze dita.
Un ammasso di foglie fradice sibilanti
sospingono a scosse invisibili mani
fuori intorno alle pallide pareti dell'eden.
La notte è fitta di nuvole e afosa.

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 1 febbraio 1997


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Ultimo aggiornamento 20 giugno 2015