1. | |
Unterm schütz von dichten
blättergründen Wo von Sternen feine flocken schneien Sachte stimmen ihre leiden künden Fabeltiere aus den braunen Schlünden Strahlen in die marmorbecken speien Draus die kleinen bäche klagend eilen: Kamen kerzen das gesträuch entzünden Weisse formen das gewässer teilen. |
Protette da densi archi di
fogliame dove le stelle nevicano fiocchi delicati voci sommesse intonano le loro pene da fauci brune animali di favola nelle vasche marmoree spuntano zampilli donde i ruscelli lamentosi scorrono: vennero ceri a accendere i cespugli bianche forme a dividere le acque. |
2. | |
Hain in diesen paradiesen Wechselt ab mit blütenwiesen Hallen buntbemalten fliesen. Schlanker storche schnäbel kräuseln Teiche die von fischen schillern Vögel-reihen matten scheines Auf den schiefen firsten trillern Und die goldnen binsen säuseln - Doch mein träum verfolgt nur eines. |
S'alternano in questi paradisi boschetti e prati in fiore sale piastrelle variopinte. Becchi di agili cicogne increspano stagni colmi di pesci iridescenti uccelli in fila dal velato splendore trillano sui comignoli obliqui e i giunchi d'oro bisbigliano - ma il sogno insegue un'immagine sola. |
3. | |
Als neuling trat
ich ein in dein gehege Kein stauen war vorher in meinen mienen Kein wünsch in mir eh ich dich blickte rege. Der jungen hände faltung sieh mit huld Erwähle mich zu denen die dir dienen Und schone mit erbarmender geduld Den der noch strauchelt auf so fremdem Stege. |
Come novizio entrai nel tuo recinto prima non ci fu mai stupore sul mio viso non desiderio nacque in me finché ti vidi. Tu guarda con favore alle mie giovani mani insieme giunte eleggimi tra quelli che ti servono e con pazienza misericordiosa risparmia me che inciampo ancora su un sentiero così nuovo. |
4. | |
Da meine lippen reglos sind und brennen Beacht ich erst wohin mein fuss geriet: In andrer herren prächtiges gebiet. Noch war vielleicht mir möglich mich zu trennen Da schien es dass durch hohe gitterstäbe Der blick vor dem ich ohne lass gekniet Mich fragend suchte oder zeichen gäbe. |
Solo ora che i miei labbri immobili ardono mi accorgo dove si inoltrò il mio piede: nel dominio magnifico di altri signori. Forse m'era ancora possibile staccarmi quando tra le alte sbarre del cancello lo sguardo davanti a cui stavo inginocchio senza posa parve cercarmi interrogando o far segno. |
5. | |
Saget mir auf welchem pfade Heute sie vorüberschreite - Dass ich aus der reichsten lade Zarte seidenweben hole Rose pflücke und viole Dass ich meine wange breite Schemel unter ihrer sohle. |
Ditemi per quale sentiero oggi ella stia per passare - perché dall'arca più ricca io tragga morbide stoffe di seta rose colga e viole perché distenda a terra la mia guancia a far sgabello sotto le sue piante. |
6. | |
Jedem werke bin ich fürder tot. Dich mir nahzurufen mit den sinnen Neue reden mit dir auszuspinnen Dienst und lohn gewährung und verbot Von allen dingen ist nur dieses not Und weinen dass die bilder immer fliehen Die in schöner fmsternis gediehen - Wann der kalte klare morgen droht. |
D'ora in poi ad ogni opera, son morto. Chiamarti a me vicina coi miei sensi intrecciare con te nuovi discorsi servizio e ricompensa concessione e divieto più d'ogni cosa questo è necessario e piangere perché sempre dileguano le immagini che si erano dischiuse in bella tenebra - quando il mattino freddo e limpido minaccia. |
7. | |
Angst und hoffen wechselnd mich beklemmen Meine worte sich in seufzer dehnen Mich bedrängt so ungestümes sehnen Dass ich mich an rast und schlaf nicht kehre Dass mein lager tränen schwemmen Dass ich jede freude von mir wehre Dass ich keines freundes trost begehre. |
M'opprimono ora ansia ora speranza le mie parole s'espandono in sospiri un desiderio così irruente mi stringe che via non trovo al sonno né al riposo che il mio giaciglio inondano le lacrime che ogni gioia da me tengo lontana che da nessun amico desidero conforto. |
8. | |
Wenn ich heut nicht deinen leib berühre Wird der faden meiner seele reissen Wie zu sehr gespannte sehne. Liebe zeichen seien trauerflöre Mir der leidet seit ich dir gehöre. Richte ob mir solche qual gebühre Kühlung sprenge mir dem fieberheissen Der ich wankend draussen lehne. |
Se oggi non toccherò il tuo corpo si spezzerà il filo della mia anima come una corda d'arco troppo tesa. Siano cari segni i colori del lutto a me che soffro da quando ti appartengo. Decidi tu se merito questo tormento da' refrigerio a me che arso di febbre barcollando mi appoggio alla tua porta. |
9. | |
Streng ist uns das glück und spröde Was vermocht ein kurzer kuss? Eines regentropfens guss Auf gesengter bleicher öde Die ihn ungenossen schlingt Neue labung missen muss Und vor neuen gluten springt. |
Con noi la felicità è scontrosa e avara cosa potè un breve bacio? solo una stilla di pioggia gettata sul biancore riarso di un deserto che senza averne goduto l'inghiotte nuovo ristoro gli manca e a nuove vampe d'arsura si spacca. |
10. | |
Das schöne beet betracht ich mir im harren Es ist umzäunt mit purpurn-schwarzem dorne Drin ragen kelche mit geflecktem sporne Und sammtgefiederte geneigte farren Und flockenbüschel wassergrün und rund Und in der mitte glocken weiss und mild Von einem odem ist ihr feuchter mund Wie süsse frucht vom himmlischen gefild. |
La bella aiuola contemplo nell'attesa pruni nero-purpurei la recingono da cui sporgono calici dallo sprone screziato e felci recline dalle piume di velluto e cespi di lanugine color d'acquamarina e rotondi e nel mezzo campanule tenere e bianche la loro timida bocca spira un alito simile a un dolce frutto dei campi celesti. |
11. | |
Als wir hinter dem beblümten tore Endlich nur das eigne hauchen spürten Warden uns erdachte Seligkeiten? Ich erinnere dass wie schwache röhre Beide stumm zu beben wir begannen Wenn wir leis nur an uns rührten Und dass unsre äugen rannen So verbliebest du mir lang zu sehen. |
Quando dietro il cancello fiorito finalmente non sentimmo che il nostro fiato godemmo beatitudini sognate? Mi ricordo che come deboli canne cominciammo a tremare entrambi muti se appena i nostri si sfioravano e che i nostri occhi s'empivano di lacrime così tu mi restasti a lungo accanto. |
12. | |
Wenn sich bei heiiger ruh in tief matten Um unsre schlafen unsre hände schmiegen Verehrung lindert unsrer glieder brand: So denke nicht der ungestalten schatten Die an der wand sich auf und unter wiegen Der Wächter nicht die rasch uns scheiden dürfen Und nicht dass vor der Stadt der weisse sand Bereit ist unser warmes blut zu schlürfen. |
Quando nel sacro riposo su tappeti profondi ci stringiamo fra le nostre mani le tempie e riverenza mitiga le nostre membra in fiamme: tu non pensare alle ombre deformi che alla parete su e giù si cullano non alle sentinelle che ci possono a un tratto separare né che fuor di città la sabbia bianca è pronta a sorbire il nostro caldo sangue. |
13. | |
Du lehnest wider eine Silberweide Am ufer mit des fächers starren spitzen Umschirmest du das haupt dir wie mit blitzen Und rollst als ob du spieltest dein geschmeide. Ich bin im boot das laubgewölbe wahren In das ich dich vergeblich lud zu steigen... Die weiden seh ich die sich tiefer neigen Und blumen die verstreut im wasser fahren. |
Tu ti appoggi ad un salice d'argento in riva - con le punte aguzze del tuo ventaglio come con lampi il capo ti ripari e ruoti come in gioco il tuo monile. Io sono nella barca che proteggono volte di fogliame e dove invano t'invitai a scendere... Vedo i salici inchinarsi più, a fondo e fiori sparsi che solcano l'acqua. |
14. | |
Sprich nicht immer von dem laub Windes raub Vom zurschellen Reifer quitten Von den tritten Der vernichter Spät im jähr. Vom dem zittern Der libellen In gewittern Und der lichter Deren flimmer Wandelbar. |
Non parlar sempre del fogliame preda del vento di cotogne mature che si schiantano dei passi dei distruttori sul declinar dell'anno. Del tremolio delle libellule nei temporali e dei lumi che hanno bagliori incostanti. |
15. | |
Wir bevölkerten die abend-düstern Lauben lichten tempel pfad und beet Freudig - sie mit lächeln ich mit flüstern - Nun ist wahr dass sie für immer geht. Hohe blumen blassen oder brechen Es erblasst und bricht der weiher glas Und ich trete fehl im morschen gras Palmen mit den spitzen fingern stechen. Mürber blätter zischendes gewühl Jagen ruckweis unsichtbare hände Draussen um des edens fahle wände. Die nacht ist überwölkt und schwül. |
Popolammo le pergole fosche nella sera chiari templi sentieri ed aiuole lietamente - lei di sorrisi io di bisbigli - ora è vero: lei per sempre se ne va. Fiori alti impallidiscono o si spezzano impallidisce e si spezza il vetro degli stagni e nell'erba marcita io metto il piede in fallo palme pungono con le aguzze dita. Un ammasso di foglie fradice sibilanti sospingono a scosse invisibili mani fuori intorno alle pallide pareti dell'eden. La notte è fitta di nuvole e afosa. |