Gebet (Preghiera), op. 139, D. 815

per quartetto vocale e pianoforte

Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
Testo: Friedrich Heinrich Karl de La Motte Fouqué Organico: soprano, contralto, tenore, basso, pianoforte
Composizione: settembre 1824
Edizione: Diabelli, Vienna, 1840
Guida all'ascolto (nota 1)

Diversamente che nella produzione di Brahms, in quella di Schubert i Lieder a più voci non sono numerosi e tra essi non ci sono veri miracoli (forse perché ogni genio non deve esagerare, e miracoli Schubert ne faceva, più che decine, a centinaia nei Lieder per voce sola, per non dire della musica da camera e sinfonica).

Gebet (1824), poesia di F. de la Motte Fouqué, una specie di ballata religiosa o di inno, diventa in musica una breve cantata, regolarmente architettata in strofe (2+4+2+2). Nella parte centrale, quella di quattro strofe, si alternano i solisti strofa per strofa, e alla fine si ripetono le prime due strofe (l'onnipotenza di Dio) e le ultime due, con insistenza (la sottomissione del credente e la speranza della pace).

Franco Serpa

Testo

GEBET PREGHIERA
Du Urquell aller Güte,
Du Urquell aller Macht,
Lindhauchend aus der Blüthe,
Hochdonnernd aus der Schlacht,
Allwärts ist dir bereitet
Ein Tempel und ein Fest,
Allwärts von dir geleitet,
Wer gern sich leiten läßt.
O fonte di ogni bontà,
o fonte di ogni potere,
che spiri dolcemente dalla fioritura,
che tuoni possente dalla battaglia,
ovunque sono adornati per te
un tempio e una festa,
[da noi che] siamo sempre da te guidati,
coloro che si lasciano guidare volentieri.
Du siehst in dies mein Herze,
Kennst seine Lust und Not;
Mild winkt der Heimath Kerze,
Kühn ruft glorwürdiger Tod;
Mit mir in eins zusammen
Schlingt hier sich Kindleins Huld,
Und draußen leuchten Flammen,
Abbrennend Schmach und Schuld.
Tu guardi in questo mio cuore,
ne conosci i piaceri e i dolori;
dolce è il richiamo della fiamma della patria,
ardito il richiamo della morte gloriosa;
la bontà del bambino si lega a me,
facendone una cosa sola,
e fuori risplendono le fiamme,
brucianti ignominia e peccato.
Bereit bin ich zu sterben
In Kampf, der Ahnen werth,
Nur sich're vor Verderben
Mir Weib und Kind am Heerth.
Dein ist mir die Liebe,
Die diesen beiden quillt,
Dein auch sind muth'ge Triebe,
Davon die Lust mir schwillt.
Sono pronto a morire
nella battaglia degna degli avi,
ma salva dalla rovina
moglie e figlio al focolare.
Tuo è in me l'amore
che porto a loro due,
tuoi sono anche gli ardenti impulsi
che sento ravvivarmi.
Kann es sich sich mild gestalten,
So laß es, Herr, gescheh'n,
Den Frieden fürder walten,
Und Sitt' und Ruh' besteh'n.
Wo nicht, so gieb zum Werke
Uns Licht in Sturmesnacht;
Du ew'ge Lieb' und Stärke,
Dein Wollen sei vollbracht.
Se le cose possono appianarsi,
allora, o Signore, fa che ciò avvenga,
fai regnare la pace
e mantieni l'ordine e la quiete.
Se non è possibile, dacci per l'opera
la luce nella notte di tempesta;
tu che sei l'amore eterno e la potenza,
sia fatta la tua volontà.
Wovon du mich willst haben,
Mein Herr, ich steh' bereit,
Zu frommen Liebesgaben,
Wie auch zum wackern Streit.
Dein Bot' in Schlacht und Reise,
Dein Bot' im stillen Haus,
Ruh' ich auf alle Weise
Doch einst im Himmel aus.
Qualunque cosa tu voglia da me,
mio Signore, sono pronto,
sia per devoti doni d'amore,
sia per la fiera battaglia.
Tuo messaggero in guerra e in viaggio,
tuo messaggero nella tranquilla casa,
in ogni modo
un giorno mi riposerò in cielo.
(Traduzione di Johannes Streicher)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 3 maggio 2001


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Ultimo aggiornamento 1 marzo 2015