Il giorno dell'ottobre 1817 in cui è stato scritto «Gretchen am Spinnrade» (Margherita all'arcolaio) è stato indicato come la data di nascita del Lied tedesco. Faust è lontano, Margherita fila e ripercorre gli incontri felici: La mia pace è perduta, il cuore è oppresso, e non la potrà più riavere. Senza di lei la vita è una tomba, il mondo intero è amarezza. La mia povera testa è smarrita, il mio senno infranto. La mia pace è perduta, il cuore è oppresso, e non la potrò più riavere. Solo per lui guardo fuori dalla finestra, soltanto per lui esco di casa, il suo incedere sicuro, la sua figura nobile, il sorriso della sua bocca, la potenza dei suoi occhi, e la sua parola, scorrere d'incanti, la pressione della sua mano, e ahimé, il suo bacio! La mia pace è perduta, il cuore è oppresso, e non la potrà più riavere. Il mio petto si stringe a lui, ah potessi afferrarlo e trattenerlo, e baciarlo tanto quanto vorrei, e sotto i suoi baci svenire. A una delle più grandi liriche del mondo corrisponde una musica all'altezza del compito. La parola semplice ed incisiva si distende sul continuo dell'arcolaio, un continuo variato dalla riflessione passionale. La prima strofa è disperata, la seconda progredisce fino al grido che accompagna la rivelazione del bacio, la terza replica la progressione crescente, e ripete con disperazione esaltata il bisogno di amore. La chiusa dipinge nel fruscio atono dell'arcolaio l'inanità del desiderio.
Gioacchino Lanza Tomasi
Il pianoforte ruolo protagonistico assume in Gretchen am Spinnrade, il canto di Margherita (dal Faust di Goethe) che ricorda il trascinante oggetto del suo amore: nel rapido disegno di dodici note che scorre quasi ininterrottamente sotto la melodia, da sempre si è voluto vedere una discreta imitazione del movimento dell'arcolaio, sempre uguale, ossessivo, e addirittura, nei la ribattuti del grave, con eccessiva puntualità naturalistica, i colpi del piede sul pedale dell'arcolaio! Sono piccoli particolari decorativi che non appaiono certo essenziali nella valutazione di questa che è una delle più appassionate e desolate canzoni d'amore che siano mai state scritte, con quel doloroso ritorno (voluto dallo stesso Goethe) della strofa «La mia pace è perduta», con quella graduale illuminazione quando il testo ricorda la bella figura, il bel sorriso dell'uomo amato, fino all'esplosione lacerante su «Sein Kuss» (il suo bacio). Poi, la curva ascendente riprende su un agitato passaggio modulante, fino a spegnersi nella ripresa, in pianissimo, della «sigla» «La mia pace è perduta», questa volta inserita, per necessità musicale-espressiva, dallo stesso Schubert.
Cesare Orselli
GRETCHEN AM SPINNRADE | MARGHERITA ALL'ARCOLAIO |
Meine Ruh ist hin, Mein Herz ist schwer, Ich finde sie nimmer Und nimmermehr. |
La mia pace è perduta, il mio cuore è pesante, io non la ritroverò più, mai più. |
Wo ich ihn nicht hab, Ist mir das Grab, Die ganze Welt ist mir vergällt. |
Dove io non ho lui è per me la tomba, tutto il mondo è per me amareggiato. |
Mein armer Kopf Ist mir verrückt, Mein armer Sinn Ist mir zerstückt. |
La mia povera testa mi ha dato di volta, il mio povero cervello mi è andato in pezzi. |
Nach ihm nur schau ich Zum Fenster hinaus, Nach ihm nur geh ich Aus dem Haus. |
Verso di lui soltanto guardo fuori dalla finesta, per lui soltanto esco di casa. |
Sein hoher Gang, Sein' edle Gestalt, Seines Mundes Lächeln, Seiner Augen Gewalt. |
Il suo alto portamento, la sua nobile figura, il sorriso della sua bocca, il potere dei suoi occhi. |
Und seiner Rede Zauberfluss, Sein Händedruck, Und ach, sein Kuss!< |
E il magico fluire del suo discorso, la stretta della sua mano e, ah! il suo bacio! |
Mein Busen drängt Sich nach ihm hin. Ach dürft ich fassen Und halten ihn, |
Il mio petto anela verso di lui. Ah! potessi prenderlo e tenerlo. |
Und küssen ihn, So wie ich wollt, An seinen Küssen Vergehen sollt! |
E baciarlo così com'io vorrei, dovessi morire dei suoi baci! |
(Johann Wolfgang von Goethe) | (Traduzione di G. A. Alfero) |