Leichenfantasie, D. 7

Lied per voce e pianoforte

Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
Testo: Friedrich von Schiller da "Wallenstein" Organico: voce, pianoforte
Composizione: 1811 circa
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1894
Testo

Leichenfantasie Fantasia macabra
Mit erstorbnem Scheinen
Steht der Mond auf todtenstillen Hainen,
Seufzend streift der Nachtgeist durch die Luft -
Nebelwolken trauern,
Sterne trauern
Bleich herab, wie Lampen in der Gruft.
Gleich Gespenstern, stumm und hohl und hager,
Zieht in schwarzem Todtenpompe dort
Ein Gewimmel nach dem Leichenlager
Unterm Schauerflor der Grabnacht fort.
Chiarore sepolcrale
spande la luna sul silenzio mortale dei prati,
sospira lo spirito notturno per l'aria.
Nuvole nebbiose rabbrividiscono,
le stelle splendono tristi
e pallide, come lumini sulle tombe.
Come di fantasmi, muti e cupi e scarni
ecco, in nero funebre sfarzo, là
un movimento presso i giacigli dei morti,
nel brivido della notte funerea.
Zitternd an der Krücke
Wer mit düsterm, rückgesunknem Blicke,
Ausgegossen in ein heulend Ach,
Schwer geneckt vom eisernen Geschicke,
Schwankt dem stummgetragnen Sarge nach?
Floß es »Vater« von des Jünglings Lippe?
Nasse Schauer schauern fürchterlich
Durch sein gramgeschmolzenes Gerippe,
Seine Silberhaare bäumen sich. -
Tremando sulla stampella,
chi con tetro e sprofondato sguardo,
si effonde in un urlo ululante,
e perseguitato dal gelido destino,
ondeggia verso la silente bara?
E' uscito: "Padre" dalle labbra del fanciullo?
Umidi brividi scuotono tremendi
il suo scheletro languido e afflitto,
le sue chiome d'argento si agitano.
Aufgerissen seine Feuerwunde!
Durch die Seele Höllenschmerz!
»Vater« floß es von des Jünglings Munde,
»Sohn« gelispelt hat das Vaterherz.
Eiskalt, eiskalt liegt er hier im Tuche,
Und dein Traum so golden einst, so süß!
Süß und golden, Vater, dir zum Fluche!
Eiskalt, eiskalt liegt er hier im Tuche,
Deine Wonne und dein Paradies!
Squarciata la sua ferita di fuoco,
strazio d'inferno gli attraversa l'anima!
"Padre" è uscito dalla bocca del fanciullo,
"Figlio", ha mormorato il cuore del padre.
Nel gelo giace del sudario
il tuo sogno, aureo un tempo e dolce,
dolce e aureo, padre, per tua disperazione,
nel gelo giace nel sudario,
la tua gioia e il tuo paradiso!
Mild, wie, umweht von Elysiumslüften,
Wie, aus Auroras Umarmung geschlüpft,
Himmlisch umgürtet mit rosigten Düften,
Florens Sohn über das Blumenfeld hüpft,
Flog er einher auf den lachenden Wiesen,
Nachgespiegelt von silberner Fluth,
Wollustflammen entsprühten den Küssen,
Jagten die Mädchen in liebende Gluth.
Soave, come spira intorno l'aura dell'Elisio,
come esce dall'abbraccio dell'aurora,
divinamente circondato di profumo di rose,
va il figlio della primavera sui campi in fiore,
così egli volava qua e là per i prati ridenti,
riflesso dalla notte nelle acque d'argento,
fiamme di voluttà gioivano di baci,
ne andavano in cerca le fanciulle in amore.
Muthig sprang er im Gewühle der Menschen,
Wie ein jugendlich Reh;
Himmelum flog er in schweifenden Wünschen,
Hoch wie der Adler in wolkigter Höh;
Stolz wie die Rosse sich sträuben und schäumen,
Werfen im Sturme die Mähne umher,
Königlich wider den Zügel sich bäumen
Trat er vor Sklaven und Fürsten daher.
Ardito egli balzava nel tumulto della gente,
come un giovane capriolo;
verso il cielo volava nei vaghi desideri,
alto come l'aquila fra le nuvole lassù.
Fiero, come i cavalli ombrosi e schiumanti
gettano tempestosi la criniera qua e là,
agitandola maestosi contro le briglie,
veniva avanti, precedendo schiavi e principi.
Heiter, wie Frühlingstag, schwand ihm das Leben,
Floh ihm vorüber in Hesperus' Glanz,
Klagen ertränkt' er im Golde der Reben,
Schmerzen verhüpft' er im wirbelnden Tanz.
Welten schliefen im herrlichen Jungen,
Ha! wenn er einsten zum Manne gereift -
Freue dich, Vater - im herrlichen Jungen
Wenn einst die schlafenden Keime gereift!
Lieve come un giorno di primavera svanì a lui la vita,
gli volò via al brillare di Espero.
Lamenti bevve nel succo dorato della vite,
e calpestò dolore nel vortice della danza.
Mondi dormivano nel nobile giovane,
ah! fosse diventato uomo -
Rallegrati, padre, del nobile giovane,
se mai fosse germogliato ciò che in lui dormiva!
Nein doch, Vater - Horch! die Kirchhofthüre brauset,
Und die ehrnen Angel klirren auf -
Wie's hinein ins Grabgewölbe grauset! -
Nein doch, laß den Thränen ihren Lauf!
Geh, du Holder, geh im Pfade der Sonne
Freudig weiter der Vollendung zu,
Lösche nun den edlen Durst nach Wonne,
Gramentbundner, in Walhallas Ruh!
Ma no, padre - Ascolta! La porta del cimitero stride,
cigolano i suoi cardini di ferro -
come è triste qui, dentro la tomba!
Ma no, lascia scorrere le lacrime!
Vai, tu splendido, segui il sentiero del sole,
lieto fino al suo compimento,
estingui la tua nobile sete di gioia,
libero da ogni rancore, nella pace del Walhalla!
Wiedersehn - himmlischer Gedanke! -
Wiedersehn dort an Edens Thor!
Horch! der Sarg versinkt mit dumpfigem Geschwanke,
Wimmernd schnurrt das Todtenseil empor!
Da wir trunken um einander rollten,
Lippen schwiegen, und das Auge sprach -
Haltet! haltet! - da wir boshaft grollten -
Aber Thränen stürzten wärmer nach - -
Rivedersi - pensiero divino!
Rivedersi là, alle porte dell'Eden!
Ascolta: la bara sprofonda ondeggiando cupa,
le corde mandano uno stridulo lamento!
E qui noi ebbri rotolammo uno sull'altro,
tacque il labbro, l'occhio parlava
Fermate! Fermate! Nel nostro amaro rancore,
scesero più calde le lacrime.
Mit erstorbnem Scheinen
Steht der Mond auf todtenstillen Hainen,
Seufzend streift der Nachtgeist durch die Luft.
Nebelwolken trauern,
Sterne trauern
Bleich herab, wie Lampen in der Gruft.
Dumpfig schollert's überm Sarg zum Hügel -
O um Erdballs Schätze nur noch einen Blick! -
Starr und ewig schließt des Grabes Riegel,
Dumpfer - dumpfer schollert's überm Sarg zum Hügel,
Nimmer gibt das Grab zurück.
Chiarore sepolcrale
spande la luna sul silenzio mortale dei prati,
sospira lo spirito notturno per l'aria.
Nuvole nebbiose rabbrividiscono,
le stelle splendono tristi
e pallide, come lumini sulle tombe.
Cupo risuona dalla bara verso la collina:
Oh, sui tesori della terra ancora un solo sguardo!
Inesorabile ed eterno si chiude il sigillo della tomba.
Più cupo - ancora più cupo risuona dalla bara verso la collina:
mai la tomba ridona la sua preda.
(Traduzione di Amelia Maria Imbarrato)


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Ultimo aggiornamento 10 marzo 2024