Ouverture in mi minore per orchestra, D. 648


Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, timpani, archi
Composizione: febbraio 1819
Prima esecuzione: Vienna, Müllers Hall, 14 marzo 1819
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1886

Forse destinata all'opera incompiuta "Adrast" D 137
Guida all'ascolto (nota 1)

Schubert compone l'Ouverture in mi minore D 648 nel febbraio 1819, dunque all'inizio dei cosiddetti «anni di crisi» (1818-23) che vedono il musicista impegnato in un'accanita e sofferta sperimentazione mirata, specie nell'ambito della musica strumentale, alla ricerca di modalità formali ed espressive nuove rispetto ai modelli della tradizione classica e alternative rispetto a quelle di Beethoven. Sono anni nei quali Schubert, oltre a tentare con caparbietà, ma senza successo, la carriera teatrale con opere come Alfonso und Estrella (1821-22) e Fierrabras (1823), scrive composizioni d'indubbio valore o perfino superbi capolavori che però rimangono torsi non finiti, come il Quartettsatz D703 (1820) e l'«Incompiuta» (1822), o esulano dai generi tradizionali, come il Gesang der Geister über den Wassern (1820-21) e la Wandererfantasie (1822), o che comunque denotano accentuati tratti sperimentali. Quest'ultimo è il caso del celeberrimo Forellenquintett (1819) e, appunto, dell'Ouverture D 648, tra i non numerosi lavori sinfonici di Schubert eseguiti in pubblico vivente l'autore (sotto la direzione di Leopold Sonnleithner, Redoutensaal di Vienna, 18 novembre 1821). L'Ouverture D 648 si distacca nettamente dalle precedenti opere schubertiane dello stesso genere per tratteggiare una forma che lascia intravedere alcuni degli aspetti e dei processi compositivi propri della produzione successiva: si pensi all'ingegnosa organizzazione tonale, alla coesione costruttiva conseguita grazie a una rete di microelementi, alla logica formale determinata da principi di ripetizione ed espansione. Soprattutto, pur facendo riferimento al paradigma della forma di sonata, l'ouverture ne propone una declinazione estremamente originale per quanto concerne la struttura tanto tematica quanto tonale.

L'indicazione di tempo è Allegro moderato. Nell'introduzione sono presentati alcuni elementi strutturali dell'intera composizione: la tempestosa figura ascendente di accordo spezzato, il ritmo puntato, il cromatismo ascendente e incalzante. Il periodo iniziale ritorna subito in una variante, finché un'ulteriore variante genera una progressione discendente e quindi un climax fondato sulla ripetizione delle figure in ritmo puntato che polarizza la dominante della tonalità d'impianto, mi minore. Dopo un rapido passaggio al piano, un'ottava tenuta in pianissimo dì flauto e oboe (si-si) conduce a quella che può essere considerata l'esposizione. Articolato in due idee, il gruppo tematico sorprende per il fatto di evitare proprio la tonalità d'impianto. La prima idea, che è in sol maggiore, offre linee spezzate tra i fiati (flauti e oboi, clarinetti e corni); la seconda idea, in si bemolle maggiore, è invece sostenuta dal cantabile degli archi. La sezione conclusiva, da re bemolle maggiore a si maggiore, disegna un climax innescato dal cromatismo ascendente, dal tremolo degli archi e dalle note tenute dei fiati. Raggiunto il punto culminante, la dinamica s'abbassa di colpo dal fortissimo al pianissimo, avviando una breve sezione modulante di sviluppo o piuttosto di riconduzione, dove il dialogo di oboe e fagotto si basa su un motivo della seconda idea del gruppo tematico. Poche battute e si ascolta la ripresa del gruppo tematico, con la prima idea, ora in do maggiore e con diversa strumentazione (clarinetti e fagotti, flauti e oboi), e quindi con la seconda idea, in mi bemolle maggiore, sempre assegnata agli archi. La sezione conclusiva, ora da sol bemolle maggiore a mi maggiore, è seguita da due battute di pausa generale: il gesto inatteso e sospensivo serve ad accrescere la tensione che sarà scaricata nella coda e nell'enfatica stretta conclusiva, con Più moto e in mi maggiore, fondata sui motivi della prima idea del gruppo tematico.

Cesare Fertonani


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 178 della rivista Amadeus


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 13 ottobre 2011