Come riemergendo, con nuova consapevolezza, da un sogno surreale, ecco che il Viandante riprende il suo cammino. Dapprima rivolto alla luna, in estatica, interrogativa contemplazione della stella della sera, diviene ora un navigante alla deriva nel mare della vita, alla vana ricerca di un'isola beata (Selige Welt, Mondo beato, 1822, testo di Johann Senn). Neppure la visione familiare del Danubio ne placa l'angoscia. Ricacciato fra alte cime, peregrino tra boschi, nevi e ulular di venti, consuma un fosco delirio al ricordo dell'amore perduto.
Sergio Sablich
Selige Welt | Mondo beato |
Ich treibe auf des Lebens Meer, Ich sitze gemut in meinem Kahn, Nicht Ziel, noch Steuer hin und her, Wie die Strömung reißt, wie die Winde gahn. |
Vado alla deriva sul mare della vita, siedo tranquillo nella mia navicella, senza mèta, né timone, di qua e di là, come mi trascina la corrente, come soffiano i venti. |
Eine selige Insel sucht der Wahn, Doch eine ist es nicht. Du lande gläubig überall an, Wo sich Wasser an Erde bricht. |
L'illusione cerca un'isola beata, ma non ne esiste alcuna. Approda fiducioso dovunque l'acqua s'infranga sulla terra. |
(Traduzione di Sergio Sablich) |