Ständchen: Zögernd, leise, op. 135, D. 920

Lied per contralto, coro femminile e pianoforte

Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
Testo: Franz Grillparzer Organico: contralto, coro femminile, pianoforte
Composizione: luglio 1827
Prima esecuzione: Vienna, Musikvereinsaal, 24 gennaio 1828
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1891
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Il Lied è una componente essenziale e determinante della storia musicale tedesca e soltanto con Schubert e poi con Schumann esso assume un valore di alto significato tecnico ed estetico, nel contesto di una forma musicale ben precisa e caratterizzata in tutti i suoi elementi. In particolare il Lied schubertiano acquista un posto rilevante nella vita concertistica in quanto diventa espressione della sensibilità e della cultura della borghesia colta. Ammontano ad oltre 600 i Lieder composti da Schubert tra il 1811 e il 1828, anno della morte del compositore; essi documentano la genialità del musicista, la cui gloria fu pressoché postuma in terra tedesca, dominata sin dal secolo scorso dal mito del sinfonismo beethoveniano. I Lieder di Schubert si possono dividere in tre gruppi: al primo appartiene il Lied strofico, così detto perché ogni strofa è commentata dalla stessa frase musicale. Un esempio in tal senso può essere Heidenroslein (Rosellina della landa) su versi di Goethe. In questa categoria rientra anche il Lied strofico detto variato o modificato, in cui una determinata strofa con la sua rispettiva melodia è intercalata da altre strofe accompagnate da melodie diverse, che si susseguono in un ordine sempre vario e mutevole (in teoria le modificazioni della struttura-base possono essere infinite, aprendo la strada a numerose variazioni sia in senso formale che ritmico-melodico).

Il secondo gruppo comprende il Lied "durchkomponiert", in cui le strofe sono sorrette da diverse melodie, ma l'intera composizione si basa su un accompagnamento uniforme. È il caso di Lieder come Gretchen am Spinnrade (Margherita all'arcolaio) e Die junge Nonne (Lagiovane monaca).

Il terzo gruppo di Lieder è detto "a mo' di scena" o "a dialogo", appunto perché essi si richiamano alla prassi operistica e comprendono canti a sezioni indipendenti, con eventuali mutazioni di tonalità, di metro e di stati d'animo. Esempi di questo tipo si trovano nel ciclo della Winterreise e nel giovanile e delizioso Des Schafers Klagelied (Il triste canto del pastore).

Insieme al Lied solistico non vanno sottovalutati i canti a più voci, terzetti, quartetti e cori che erano anch'essi oggetto di quelle famose Schubertiadi, occasioni per fare musica insieme tra amici per puro divertimento. In questa produzione si distinguono i cori femminili che Schubert compose per la Singschule fondata nel 1817 dalla sua amica Anna Frölich nell'ambito della Società viennese degli Amici della musica e i cori maschili (una settantina di pezzi), in cui si avvertono, pur tra la varietà e la diversità dei testi, esempi di fresca e piacevole inventiva melodica. Ne è un esempio Ständchen (Serenata), per contralto, coro femminile e pianoforte, un pezzo di straordinaria delicatezza espressiva composto da Schubert nel 1827 su un impianto melodico "durchkomponiert" in tempo Andante molto scorrevole. Lo schema ritmico è in forma di rondò su toni estremamente leggeri e sfumati.

Ennio Melchiorre

Guida all'ascolto (nota 2)

Nel luglio 1827 Schubert compose un delizioso notturno condotto in antifona fra un coro e una voce solista. Il pezzo, come altri per coro da camera di Schubert, era stato sollecitato da Anna Fröhlich per se stessa e le sue allieve di canto al conservatorio. Fra queste vi era Louise Grosman per il cui genetliaco Grillparzer scrisse la lirica e Schubert la musica di questa «Serenata». La prima esecuzione rallegrò il compleanno della ragazza l'11 agosto 1827. La lirica è delicatissima, soavemente modulante, con un congedo dalle dissolvenze incantate.

Gioacchino Lanza Tomasi

Testo

STÄNDCHEN SERENATA
Zögern, leise, in des Dunkels nächt'ger Hülle
sind wir hier.
Und den Finger sanft gekrümmt,
leise, leise pochen wir
an des Liebchens Kammerthür.
Esitando, silenziosamente, nell'oscuro manto della notte,
siamo qui,
e, il dito leggermente piegato,
picchiamo pian piano
alla porta dell'amata.
Doch nun steigend, schwellend,
hebend mit vereinter Stimme,
laut, rufen aus wir hochvertraut:
schlaft du nicht, wenn der Neigung Stimme spricht,
schlaft du nicht!
Ma ora con crescenti,
piene voci riunite
gridiamo forte, assolutamente convinti:
non dormire, quando parla la voce della simpatia!
Non dormire!
Sucht' ein Weiser nah' und ferne
Menschen einst mit der Laterne,
wie viel seltner dann als Gold
Menschen uns geneigt und hold,
drum wenn Freundschaft Liebe spricht
schlaft du nicht. Wenn Liebe spricht,
Freundin, Liebchen, schlaft du nicht.
Cercava una volta un saggio,
con la lanterna, vicino e lontano,
quanto sian rari gli uomini
che hanno simpatia per noi, che ci siano amici.
Perciò quando l'amicizia parla,
parla l'amore, non dormire,
amica mia, mia amata, non dormire!
Aber was in allen Reichen
war' dem Schlummer zu vergleichen?
Drum statt Worten, und statt Gaben
sollst du nun auch Ruhe haben,
nach ein Grüsschen, noch ein Wort,
es verstummt die frohe Weise
leise, leise,
schleichen wir, ja, schleichen wir
uns wieder fort.
Ma che cosa, in ogni regno,
potrebbe uguagliare il dormiveglia'?
Per questo, anziché parole,
anziché doni, devi ora riposare:
ancora un breve saluto, ancora una parola,
ammutolisce il tono allegro
piano, piano
noi scivoliamo via...
(Franz Grillparzer) (Traduzione di Luigi Bellingardi)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Villa Giulia, 7 luglio 1997
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 14 maggio 1975


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Ultimo aggiornamento 25 ottobre 2015