Otto Variazioni in la bemolle maggiore su un tema originale, op. 35, D. 813

per pianoforte a quattro mani

Musica: Franz Schubert (1797 - 1828)
Organico: pianoforte
Composizione: estate 1824
Edizione: Sauer & Leidesdorf, Vienna, 1825
Dedica: conte Anton Berchtold
Guida all'ascolto (nota 1)

Nell'estate del 1824 Schubert era al servizio presso la residenza degli Esterhàzy come professore di musica. La più giovane delle allieve era la contessa Carolina; con lei intrattenne un idillio amoroso e per lei probabilmente scrisse le Variazioni D. 813, da suonare con la sorella Marie, musicista di rango come Carolina. In una lettera indirizzata al fratello Ferdinand, Schubert scrive: «Ho composto una Grande Sonata e delle Variazioni su un tema di mia invenzione, tutti per quattro mani». Si trattava senza dubbio della Sonata in do maggiore per piano a quattro mani op. post. 140 D. 182, meglio nota come Grand Duo, e le Otto Variazioni in la bemolle maggiore su un tema originale per pianoforte a quattro mani D. 813, che gli amici di Schubert seppero pienamente apprezzare, se Moritz von Schwind, scrivendo a Franz von Schober, ricorda: «Le nuove variazioni a quattro mani son qualcosa di straordinario. Il tema è insieme grandioso e languido, la scrittura è molto rigorosa e contemporaneamente libera, nobile. Questa pagine sono sviluppate in otto variazioni del tutto autonome e ciascuna, volta per volta, sembra essere il tema». E d'altronde è proprio così: ogni volta il compositore ci ripropone a chiare lettere il profilo tematico, ma con caratteri continuamente cangianti: poche pennellate, ma incisive, efficaci. Dopo che si è osservato il tema nella sua versione originale dipanarsi su due grandi arcate con quel suo tipico andamento di marcia, la prima variazione interviene su rotonde e scorrevoli terzine, mentre la seconda risulta più incisiva, con il riemergere dell'originale spunto ritmico puntato e la spinta nel basso di veloci semicrome; la terza variazione è calma, carica di lirismo, seguita da una quarta ribollente e agitata per via delle flessuose figurazioni. Ma altri stati d'animo sono toccati: pathos ed elegia (quinta), eleganza e solennità (sesta), un triste ripiegare su se stessi dentro un romantico sogno cullante (settima); infine, la scoperta di una versione graziosa in forma di siciliana (ottava), sostenuta da uno scalpitante inciso su nota puntata.

Marino Mora


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 172 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 13 ottobre 2011