Adagio e Allegro in la bemolle maggiore per corno e pianoforte, op. 70


Musica: Robert Schumann (1810 - 1856)
  1. Adagio. Langsam, mit innigem Ausdruck (la bemolle maggiore)
  2. Allegro. Rasch und feurig (la bemolle maggiore). Etwas ruhigert (fa diesis minore). Tempo I
Organico: corno (o violino o violoncello), pianoforte
Composizione: Dresda, 14 - 17 febbraio 1849
Prima esecuzione privata: Lipsia, residenza di Schumann, 2 marzo 1849
Prima esecuzione pubblica: Dresda, Hotel de Saxe, 26 gennaio 1850
Edizione: Kistner, Lipsia, 1849
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Potremmo attribuire all'opera 70 di Schumann il sapore e il valore di una vigilia. Prima parte di un anno - il 1849 - densissimo di opere e di eventi, giocati in positivo. La seconda parte sarà sconvolta, per le strade di Dresda, dalle barricate; e, nella mente del musicista, dalle visioni allucinate di Faust e Mefistofele, di Manfred, di Mignon e dell'Arpista. Ma il 14 febbraio di quell'anno, in un solo giorno, usciva di getto questa mirabile opera destinata originariamente al corno "moderno", con le chiavi, in fa: sul manoscritto il titolo era infatti Romanze und Allegro für Klavier und Horn. Nell'edizione, uscita da Kistner di Lipsia il successivo agosto, il titolo diventò: Adagio und Allegro für Klavier und Horn, bzw. Oboe, Vìolin und Cello.

Da un lato la destinazione al corno moderno, con le sue magniflche doti di agilità, di estensione e di possibilità cromatiche, testimonia un entusiasmo autentico di Schumann, il quale - avendo a disposizione, per ogni verifica, il suo proprio copista Schlitterlau, cornista nella cappella reale di Dresda - si impegnò subito dopo, il 18 febbraio di quello stesso anno, nella composizione del Konzertstück per quattro corni e orchestra. Il 2 marzo l'opera veniva eseguita da Clara e Schlitterlau in forma privata.

D'altro lato l'indicazione "bzw." (rispettivamente), che nelle edizioni italiane corrisponde a un nostro più semplice "oppure", non va intesa come una semplice astuzia da editore: ne è riprova il fatto che la prima esecuzione di quest'opera avvenne nel gennaio seguente con il violino (Franz Schubert) e Clara Schumann al pianoforte.

L'uso del violoncello risulta particolarmente felice nell'Adagio, che porta l'indicazione «Langsam, mit innigem Ausdruck» (Lento con intima espressività). È stato giustamente osservato che l'ampiezza e l'eloquenza della melodia di quest'Adagio ricorda l'enorme campata cantabile dell'Adagio sostenuto della Seconda Sinfonia, cioè uno dei vertici, prima del Tristano, della funzione melodica nella musica romantica.

Anche nel tempo rapido il violoncello sembra molto ben esprimere almeno due delle tre qualità che Clara indicava in questa Sonata, secondo lei "superba, fresca, appassionata"; tanto più che nell'Allegro («Rasch und feurig», rapido e con fuoco) si apre improvvisamente uno spazio cantabile in un Intermezzo che si ricollega alla grande melodia dell'Adagio.

Il "sapore di una vigilia", dicevo. Forse anche nel senso che gli anni futuri non daranno a Schumann molto più spazio per questa vena felice ed espansa.

Guido Salvetti

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

L'adattabilità a vari strumenti accompagna l'Adagio e Allegro per corno e pianoforte op. 70, scritto due giorni dopo i 3 Phantasiestücke, il 14 febbraio, e completato nella giornata del 17. Questo brano, infatti, si ascolta spesso con altri strumenti solisti (soprattutto oboe, violino e violoncello) fin da quando Clara Schumann, il 26 gennaio del 1850 a Dresda, ne diede la prima esecuzione pubblica insieme al violinista Franz Schubert (un curioso caso di omonimia con il grande compositore viennese, morto da ventidue anni). Ma già molti mesi prima, il 2 marzo del 1849, Clara aveva fatto ascoltare al marito il suo nuovo lavoro in privato, insieme al cornista della Hofkapelle, Schlitterlau, che era anche suo copista.

In quel peiodo Schumann era notevolmente interessato al nuovo corno in fa a tre pistoni che era stato introdotto in Germania pochi anni prima da Uhlmann. E infatti il 18 febbraio del 1849, solamente un giorno dopo aver completato l'Adagio e Allegro op. 70, si mise a lavorare al formidabile Konzertstück für vier Ventilhörner (Pezzo da concerto per quattro corni a pistoni), vero e proprio Concerto per quattro corni e orchestra. Anche nell'Adagio e Allegro, pur nelle sue atmosfere più serenamente domestiche, Schumann sperimenta a fondo le risorse tecniche ed espressive del nuovo strumento (che ha qui una delle primissime pagine importanti del suo repertorio solistico), utilizzandolo, praticamente senza interruzioni, in un ambito estremamente ampio di tre ottave e mezza. Il brano, intitolato sul manoscritto originale Romanza e Allegro, è aperto da un intenso e poetico Adagio che sfocia in un trascinante ed euforico Allegro; la ricomparsa in esso di momenti dal tono più meditativo fa emergere per contrasto l'esaltata concitazione delle pagine finali e il pezzo si chiude con quello stesso slancio romantico che anima il Konzerstück per quattro corni iniziato da Schumann poche ore dopo aver scritto le ultime note di questo Adagio e Allegro.

Carlo Cavalletti


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorium Parco della Musica, 13 aprile 2007
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 2 maggio 1996


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Ultimo aggiornamento 26 ottobre 2014