Bilder aus Osten op. 66 di Robert Schumann, ovvero Quadri d'oriente, rappresentano un perfetto esempio di suggestione intellettuale e gioco di rimandi tipici del compositore, frutto di raffinate sovrastrutture poetiche e letterarie. Consistenti in una collana di sei brevi improvvisi che vanno col titolo a citare un'opera dell'orientalista tedesco Friedrich Ruckert (poeta che fornì, tra l'altro, a Schumann il testo per deliziosi Lieder come Widmung e Zum Schluss), i Bilder si basano su una ramificata costellazione di rapporti interni tra le tonalità (si bemolle minore, re bemolle maggiore, fa minore), un aspetto che conferisce alla serie il senso di un ciclo espressivamente compiuto. Delicate atmosfere poetiche sono suggerite dalla scrittura musicale sin dal primo improvviso (Lebhaft), misterioso, con le prime immagini che emergono sfumate, come annegate dentro a un mare di nebbia, poi vivido, acceso e, nella parte centrale, narrativo e scorrevole nei suoi cromatismi che s'intersecano e paiono mille, piccoli rivoti. Brevi immagini, impressioni fuggevoli: tutto scorre fugacemente con il secondo, Nicht schnell und sehr gesangvoll zu spielen, una melodia continua basata sulla plastica successione di spunti imitativi, e Im Volkston, semplice e accordale, presto percorso da una linea sinuosa e circolare sostenuta da un basso dalla cadenza ritmica regolare. Nella Coda s'intensificano i contrasti con una spiccata enfatizzazione dal profilo dinamico-agogico, data anche dell'esibita spinta massiva delle triadi. Nicht schnell è un delicato quadro narrativo, mentre spicca subito dall'incipit il robusto tema di stampo improvvisativo e un po' romantico del quinto brano (Lebhaft), costruito secondo la classica architettura A-B-A, con la sezione centrale mossa e ariosa e la ripresa del tema principale. L'ultimo della serie (indicato come Reuig, andächtig) è, come suggerisce il titolo (Pentito, devoto), un quadro di profonda spiritualità, con una sezione di mezzo in cui un canto di preghiera si innalza pian piano, sino a divenire forte, intenso, prima della ripresa della prima sezione. Nell'Epilogo, dopo la sfavillante apertura, l'inattesa citazione del tema del quarto improvviso (Nicht schnell), conclude con un pacato sospiro l'intero ciclo.
Marino Mora