Phantasiestücke per pianoforte, op. 12


Musica: Robert Schumann (1810 - 1856)
  1. Des Abends (A sera) - Sehr innig zu spielen (re bemolle maggiore)
  2. Aufschwung (Slancio) - Sehr rasch (fa minore)
  3. Warum? (Perché?) - Langsam und zart (re bemolle maggiore)
  4. Grillen (Chimere) - Mit Humor (re bemolle maggiore)
  5. In der Nacht (Nella notte) - Mit Leidenschaft (fa minore)
  6. Fabel (Favola) - Langsam (do maggiore)
  7. Traumes Wirren (Sogni inquiti) - Aeusserst lebhaft (fa maggiore)
  8. Ende vom Lied (Fine del canto) - Mit gutem Humor (fa maggiore)
Organico: pianoforte
Composizione: Lipsia, 22 maggio - 4 luglio 1837
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1838
Dedica: Robena Laidlaw
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

La musica per pianoforte di Schumann - sebbene meno rivoluzionaria sotto l'aspetto puramente tecnico di quella dei suoi coetanei Chopin e Liszt - fu un'apparizione meravigliosamente nuova nel mondo musicale del 1830. La ventina di raccolte di brevi pezzi pianistici che videro la luce tra il 1830 e il 1839 erano completamente diverse da quello che gli altri musicisti scrivevano allora, per la febbrile concisione, il profilo frastagliato ma netto e quasi tagliente, gli improvvisi e fugaci cambiamenti di ritmo, la contrapposizione di slanci e di ripiegamenti, il libero phantasieren che procede senza preoccuparsi dei collegamenti logici, la pervasiva presenza d'un contrappunto personalissimo che commenta e arricchisce l'idea melodica basilare, i passaggi repentini da uno stato d'animo ad un altro, di volta in volta appassionato o ironico, sognante o impetuoso: tutto questo fa apparire la sua musica il linguaggio d'una sensibilità superiore, d'un poeta romantico che preferisce esprimersi col suono piuttosto che con le parole. Questi elementi sempre cangianti ma sempre presenti rendono arduo individuare una linea di sviluppo nella fitta serie di capolavori scritti da Schumann in quei dieci anni prodigiosi, tuttavia si può notare il passaggio dalle collane di brevissimi pezzi lirici saldati l'uno all'altro, come Papillons e Carnaval, ai cicli di pezzi più ampi, tenuti insieme da un gioco sottile di affinità e contrasti, come i Phantasiestücke e i Kreisleriana.

Composti nel 1837, tra la Fantasia op. 17 e i Davidsbündlertänze op. 6 (i numeri d'opus non rispecchiano la reale cronologia), i Phantasiestücke op. 12 sono dedicati a una pianista inglese, Anna Robena Laidlaw. Al momento di sceglierne il titolo, Schumann pensò ai Pezzi fantastici alla maniera di Callot di E.T.A. Hoffmann: naturalmente, più che i macabri grotteschi di Callot - il grande incisore lorenese del diciassettesimo secolo - fu l'originale e fantastico mondo di Hoffmann a sollecitare ancora una volta l'invenzione del giovane musicista.

Apre la raccolta Des Abends (A sera): un ritmo quieto e cullante, una melodia dolce e carezzevole che si scioglie in arpeggi, un'armonia crepuscolare (ma anche l'inattesa svolta di due modulazioni da re bemolle a mi maggiore) bastano a Schumann per creare un affascinante tono intimo e sognante.

In questo primo pezzo si può riconoscere l'introverso Eusebius, uno dei due personaggi immaginari in cui Schumann scindeva la sua personalità, mentre nel successivo è l'appassionato Florestan a far sentire la sua voce. Infatti Aufschwang (Slancio) è una manifestazione del vibratile ma indefinito entusiasmo di Schumann, della sua febbrile aspirazione romantica verso qualcosa d'indeterminato e d'irraggiungibile: quindi in questa eccitazione si nasconde inevitabilmente un germe d'acerba insoddisfazione. Come in un rondò, una prima idea breve, veloce e fervida s'alterna a uno scorrevole e lieve passaggio in sestine di semicrome, mentre al centro s'apre un'ampia parentesi dal tono calmo e disteso.

Le due battute che danno voce con inflessione quasi parlante all'esitante, tenera e triste domanda di Warum? (Perché?) si ripetono più e più volte, mentre una raffinata e sensibile armonia le avvolge in delicate sfumature di colore grigio e viola.

Grillen (Chimere) getta dietro le spalle queste malinconie ed evoca immagini bizzarre e grottesche col suo andamento ora pesante e rude, ora saltellante, ora barcollante.

Schumann stesso ha rivelato che In der Nacht (Nella notte) bisogna riconoscere una trasposizione della favola ellenistica di Ero e Leandro: di notte, Ero attende sulla riva l'amato Leandro, che lotta col mare in tempesta per raggiungerla e che alla fine soccombe, inghiottito dai gorghi. Questa favola ispira a Schumann (che forse la considerava una metafora del suo contrastato amore per Clara) una fantasia dal carattere di ballata chopiniana. Le due sezioni esterne descrivono i cupi e tempestosi flutti del mare, tra cui si distinguono gli angosciati richiami dei due amanti, che riescono a tratti a sovrastare la furia degli elementi, mentre nella parte centrale l'attenzione si focalizza su Ero e sul dolce canto con cui invoca il suo amato.

La gioia e la serenità di Fabel (Favola) non sono prive di ombre, perché il suo ritmo saltellante da folletto è ripetutamente interrotto da una breve parentesi teneramente malinconica, che ci ricorda che quel mondo infantile è irrevocabilmente perduto.

Toni inquieti e visionari s'insinuano nell'andamento veloce e brillante, simile a uno studio, di Traumes Wirren (Sogni inquieti).

Ende vom Lied (Fine del canto) inizia in modo volutamente prosaico, dapprima con un tema ben squadrato e un po' pesante, da cui spira un sano e aproblematico buonumore, poi con un allegro e popolaresco andamento di marcia. Ma improvvisamente tutto sparisce e dal registro grave sorgono pensosi e gravi accordi, che concludono i Phantasiestücke nella stessa tonalità di re bemolle maggiore in cui erano iniziati.

Mauro Mariani

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Nello Schumann pianistico e liederistico è racchiusa, forse più che nel resto della sua produzione sinfonica e da camera sempre personalissima e geniale, la grande personalità creatrice di questo compositore in cui gioia e dolore si rincorrono in una continua e improvvisa alternanza di stati d'animo di straordinario fascino espressivo. Lo stesso Schumann disse che i pezzi pianistici debbono puntare su tre cose essenziali per suscitare l'interesse dell'ascoltatore: la ricchezza della scrittura delle singole linee (Stimmenfülle), il cambiamento armonico, così come è stato indicato da Beethoven e Schubert, e l'uso del pedale. Questi tre elementi sono presenti nel pianismo schumanniano, dove l'armonia muta rapidamente e gli accordi, i ritmi incrociati e sincopati, gli arpeggi e le figurazioni melodiche si intrecciano fra di loro in un gioco di fantasia illuminato da una vivissima luce romantica. Ciò si avverte con chiarezza stilistica nei Papillons op. 2, nel Carnaval op. 9, nella Kreisleriana op. 16, nella Fantasie op. 17, nelle Faschingschwank aus Wien op. 26 e così via in tutte le altre composizioni pianistiche, compresi i Phantasiestücke op. 12. Questi Pezzi di fantasia, come recita il titolo, furono scritti nel 1837 e dedicati a miss Anna Robena Laidlaw, una giovane pianista inglese giunta in quel periodo a Lipsia e accolta con simpatia da Schumann dopo aver dato concerti a Berlino, Londra, Riga e Varsavia. La Laidlaw si fa apprezzare come pianista anche da Schumann, che le dedicherà, dopo la sua partenza da Lipsia (7 luglio 1837) i Phantasiestücke. Non sono mancate voci di biografi che attribuirono al compositore e alla pianista inglese un rapporto amoroso, tanto più che in quell'anno l'intesa fra Schumann e Clara Wieck aveva subito qualche battuta d'arresto prima della conclusione matrimoniale. Ma si ha ragione di ritenere che fra Schumann e la Laidlaw ci sia stata soltanto una simpatia reciproca, rafforzata dal consenso entusiastico della pianista verso le creazioni del compositore.

I Phantasiestücke si aprono con una pagina delicatissima e dalle morbide sonorità (A sera) in cui si respira un'aria di notturna poesia romantica tra modulazioni di affettuosa dolcezza espressiva. Il successivo Slancio dal ritmo dinamico e incisivo (un pezzo famosissimo) è carico di travolgente eccitazione psicologica. Con il terzo brano (Perché?) si torna a quello stato di abbandono e di malinconia che è tipico del musicista quando avverte le difficoltà provenienti dall'impatto con la realtà. Più movimentato e tormentato il gioco delle modulazioni in Grillen (Chimere), dove luci ed ombre si alternano fra di loro. Nel successivo Nella notte l'agitazione e l'ansia si fanno intense e ossessive con quella varietà di tonalità e di ascendenze cromatiche, caratteristiche del linguaggio di questo quinto pezzo. Qui esplode veramente quel senso drammatico e quasi di disperazione che serpeggia in tante composizioni pianistiche di Schumann. In Fabel (Favola) si esprime con leggerezza di tocco un'atmosfera fatta di ricordi della fanciullezza. Ed ecco con Sognanti agitazioni un trascolorare di scherzosi capricci e di immagini disegnate con brevi tratti di penna. Un gusto alla Chopin che si evidenzia tra ritmi veloci e pensosi ripiegamenti. A conclusione di questo album si delinea una intelaiatura solida e robusta di accordi, come ad indicare un futuro di speranza, pur tra qualche accenno di malinconia nello sfumato epilogo tra sonorità sospese.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 18 gennaio 2001
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 10 novembre 1989


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Ultimo aggiornamento 24 agosto 2014