Sinfonia n. 1 in si bemolle maggiore per orchestra "La Primavera", op. 38


Musica: Robert Schumann (1810 - 1856)
  1. Andante un poco maestoso. Allegro molto vivace (si bemolle maggiore)
  2. Larghetto (mi bemolle maggiore)
  3. Scherzo. Molto vivace (fa maggiore). Trio I: Molto piu vivace (re maggiore). Trio II (si bemolle maggiore)
  4. Allegro animato e grazioso (si bemolle maggiore)
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, timpani, triangolo, archi
Composizione: Lipsia, 20 gennaio - 20 febbraio 1841
Prima esecuzione: Lipsia, Gewandhaus Saal, 31 marzo 1841
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1841
Dedica: Frederick August II di Sassonia
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

La prima idea ispiratrice della Sinfonia in si bemolle op. 38 Schumann l'ebbe da un'ode sulla primavera del poeta Adolf Böttiger, secondo quanto risulta dal frammento di una lettera del musicista conservato nella civica biblioteca di Lipsia. La poesia che inizia con le parole «Nella valle si leva la primavera» aveva anzi convinto il compositore in un primo tempo a dare il titolo di «Sinfonia della primavera» all'op. 38, rapidamente scritta nel cuore dell' inverno del 1841 ed eseguita la prima volta al Gewandhaus di Lipsia sotto la direzione di Mendelssohn il 31 marzo dello stesso anno. Ma il progetto originale, anche se prossimo a concretarsi quando Schumann appose al primo tempo il titolo di «Risveglio della primavera» e all'ultimo quello di «Addio alla primavera», non lasciò tracce nelle edizioni curate dallo stesso autore. Questi, pur sensibile a certi richiami di stampo romantico letterariamente allusivi, non volle sottoscrivere un preciso titolo illustrativo alla Prima Sinfonia. Ciò non impedì che il contenuto poetico fosse conosciuto dal pubblico, procurando a Schumann una fama che fino allora egli non aveva mai raggiunta.

Il compositore si mostrò particolarmente soddisfatto di questo lavoro, anche perché fu scritto in uno stato di beatitudine psicologica, subito dopo il tanto sospirato e contrastato matrimonio con Clara Wieck. A costei Schumann suonò al pianoforte alcuni brani dell'appena abbozzata sinfonia; il commento di Clara fu raccolto nel suo diario, in cui si legge: «Non finirei mai di parlare delle gemme, del profumo di viole, delle fresche foglie verdi, degli uccelli svolazzanti che si sentono rivivere ed agitarsi attraverso la musica, nella sua forza giovanile». Infatti l'op. 38 è pervasa da una freschezza e da una spontaneità melodica particolarmente felice e da sentimenti intonati alla contemplazione della natura, come ammetteva l'autore quando dichiarava che la Prima Sinfonia deve la sua esistenza «all'impulso della primavera, che solleva l'uomo anche nell'età più avanzata e ogni anno lo coglie con rinnovata sorpresa».

La sinfonia si schiude con una esuberante fanfara di trombe e di corni, cui fa eco l'intera orchestra in un'atmosfera di festosa e giubilante solennità. Il tema, trasformato in un ritmo brioso quasi di danza, è ripreso dai violini e dai flauti. L'oboe introduce una nuova melodia ampiamente sviluppata, prima che la ripresa della frase iniziale porti alla vigorosa conclusione del primo tempo. Il Larghetto successivo è tipicamente schumanniano per la delicatezza tematica, dapprima realizzata dai violini e poi affermata in modo più perentorio dal corno e dall'oboe soli. Il musicologo inglese Percy Young interpreta questa serena melodia come l'espressione dei sentimenti affettuosi di Schumann per Clara e ritiene che nella sua atmosfera notturna essa si pone in analogia con il verso di Milton: «The evening star, love's harbinger» (La stella della sera, messaggera d'amore). Verso le ultime battute del Larghetto si avverte un cambiamento nel colore dell'orchestra, annunciato dai pastosi accordi dei tromboni, quasi ad indicare con morbidezza il passaggio al terzo tempo, un vigoroso e incisivo Scherzo, il cui tema principale è una variante della lenta melodia del movimento precedente. L'ultimo tempo (Allegro animato e grazioso) è un brillantissimo e vivace contrappunto di temi a ritmo di danza che si rispondono l'uno con l'altro in un gioco strumentale di elegante fattura, con impasti di suono di penetrante fascino espressivo (si pensi, a mo' di esempio, a quello tra il flauto e il corno prima della entusiasmante «chiusa» che sembra preludere alla fantasiosa «Seconda sinfonia»). Forse per rettificare qualche interpretazione poco pertinente di questa sua composizione, Schumann scrisse a proposito del tempo finale della Prima Sinfonia: «Mi piace pensare ad esso come ad un addio della primavera, perciò non vorrei che venisse eseguito in maniera troppo frivola».

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

La Prima Sinfonia venne schizzata da Schumann nel gennaio del 1841 (in soli quattro giorni, dal 23 al 26 gennaio) e orchestrata nel mese seguente (sarà effettivamente terminata il 20 febbraio). La prima esecuzione assoluta avvenne al Gewandhaus di Lipsia il 31 marzo dello stesso anno, sotto la direzione di F. Mendelssohn (la cui esperienza delle possibilità dell'organico orchestrale, sia come direttore che come compositore, sarà di grande aiuto all'esordio sinfonico di Schumann). L'idea originale fu suggerita da un poema dedicato alla primavera di A. Böttger; il titolo dell'opera, come gli altri titoli, descrittivi dei singoli movimenti, vennero abbandonati da Schumann prima della pubblicazione (erano: "Risveglio della Primavera" per l'Allegro iniziale, "Sera" per il Movimento lento, "Allegri compagni di giochi" per lo Scherzo e "L'addio della Primavera" per il finale).

Nel primo movimento il breve episodio di corni e trombe dell'introduzione (che l'autore raccomanderà di intendere come un vero e proprio "richiamo al risveglio") funge anche da primo elemento tematico nel successivo Allegro molto vivace, e da nucleo principale dello sviluppo. Le relazioni tra i temi mostrano, forse ancor più che le carenze di tecnica dell'orchestrazione (tra gli altri proprio questo tratto introduttivo di corni e trombe venne trasportato da Mendelssohn una terza sopra per riparare ad una parziale impossibilità esecutiva), come l'idea-guida compositiva di Schumann fosse ancora il "Kreis" (il ciclo); nonstante la volontà di rispettare la dialettica classica del bitemismo della forma-sonata, nella pratica egli unisce un movimento al successivo mediante relazioni tematico-motiviche che spesso appaiono inaspettate, come inserite all'ultimo momento (si confronti, per esempio, il tema che appare alla fine del Larghetto, che in quel punto altro scopo non ha se non quello di introdurre il tema principale del movimento successivo, lo Scherzo). In questo senso l'idea formale si mostra più affine alla suite che alla sonata. I temi di Schumann sono compiuti in sé, pensati probabilmente ancora in rapporto a un testo (reale, come in questo caso, o ipotetico) e non dimostrano il bisogno di una elaborazione attraverso la quale acquistare più significato: sono, in una parola, dello stesso tipo dei temi dei Lieder o dei pezzi per pianoforte, Proprio l'incipit della Kreisleriana n. 8 è uno dei temi usati da Schumann nel finale Allegro animato e grazioso.

Guida all'ascolto 3 (nota 3)

L'esordio di Schumann sulla scena sinfonica avvenne poco dopo il suo matrimonio con Clara Wieck, quando egli aveva ormai già ultimato gran parte della propria produzione pianistica. Proprio la percezione che il pianoforte stesse diventando uno strumento espressivo troppo angusto per dare forma alla sua vena creativa, unita all'ammirazione di opere come la «Grande» Sinfonia in do maggiore di Schubert, spinsero Schumann a intraprendere la strada della composizione per orchestra, nonostante egli slesso confessasse la propria inesperienza in questo tipo di scrittura.

La Prima Sinfonia nasce in un periodo di particolare fertilità compositiva, tanto che venne abbozzata in pochi giorni e completata in meno di un mese, tra il gennaio e il febbraio del 1841. La freschezza creativa, la spensierata leggerezza dei suggelli tematici di quest'opera sono in parte spiegate dai sottotitoli assegnati, e successivamente rimossi, dei vari movimenti: Risveglio della primavera - Sera - Compagni di lieti giochi - Piena primavera, brevi accenni programmatici che, lungi da alcun tipo di descrittivismo bucolico, suggeriscono il sentimento unitario con cui è stata pensata l'intera composizione.

Con la sola eccezione della «Renana», le sinfonie di Schumann si aprono sempre con una introduzione lenta; ecco quindi una fanfara degli ottoni, che contiene già il germe tematico dei primi due movimenti, a cui seguono fremiti orchestrali carichi di tensione, che gradualmente si stemperano in un'atmosfera più pacata. Si giunge così all'Allegro con un tema brillante e risoluto, la cui corsa si arresta momentaneamente solo davanti al secondo gruppo tematico che, dopo un inizio sommesso dei legni, recupera gradualmente il serrato dinamismo dello spunto iniziale. La sezione centrale di Sviluppo è interamente sottesa dal ritmo del primo tema; su di esso però Schumann inserisce un nuovo elemento tematico, compensando così la mancanza nell'Esposizione di un vero e proprio motivo cantabile. L'inattesa citazione di un frammento dell'introduzione segna l'arrivo della Ripresa; in essa viene inizialmente escluso il primo tema, già ampiamente ascoltato nello Sviluppo, che tuttavia non manca di essere riproposto nella fase finale con lunghe reiterazioni, seguite da un tranquillo ordito armonico degli archi e da una brillante fanfara conclusiva.

Tratto dal motivo con cui gli ottoni aprono la sinfonia, il tema principale del secondo movimento (Larghetto) è una serena melodia che si snoda lentamente sulle note dei violini. Dopo un primo episodio interlocutorio, il tema passa alla calda voce del violoncello in una diversa tonalità (dominante), per poi, dopo un secondo episodio intermedio, tornare alla tonalità iniziale, con oboe e trombone basso; segue infine una coda conclusiva.

Il tema dello Scherzo (Molto vivace) gioca sull'antinomia tra un motivo brusco e sferzante in minore e un intreccio melodico dei legni dolce e aggraziato. A esso Schumann alterna non uno, ma due distinti episodi, con una scelta insolita che rende questo movimento simile a un rondò. Abbiamo dunque il Trio I, caratterizzato da un delicato «botta e risposta» accordale tra archi e fiati, e il Trio II, costituito da frammenti di scale a note staccate che si inseguono. Nell'ultimo ritornello dello Scherzo il secondo motivo del tema si ripresenta con un incedere più statico, mentre echi del Trio I e una morbida discesa sincopata degli archi concludono il movimento.

Nel tempo finale (Allegro animato e grazioso) un perentorio stacco introduttivo, prefigurazione del disegno ritmico del secondo tema, dà il via al serrato flusso del primo tema. Ben più caratterizzato è però il già citato secondo tema che, anche nell'episodio di transizione, cerca di emergere anticipatamente con vigorosi slanci all'unisono degli archi, per poi liberarsi finalmente in un'esuberante declamazione di tutta l'orchestra. Nello Sviluppo alcune frammentarie citazioni del secondo tema vengono interrotte da uno stacco dei tromboni, da cui parte una sommessa ma incalzante linea di basso sostenuta dai tremoli degli archi, che ricalca il ritmo sincopato dello stesso secondo tema. Due brevi spunti solistici dei corni e del flauto sono il segnale che delimita il sopraggiungere della Ripresa in forma tradizionale, che viene a sua volta completata da una pirotecnica stretta conclusiva.

Carlo Franceschi De Marchi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 20 novembre 1977
(2) Testo tratto dal Repertorio di Musica Classica a cura di Pietro Santi, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2001
(3) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato allo speciale n. AMS 069-70 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 16 agosto 2020