Fünf Stücke im Volkston, op. 102

Cinque pezzi per violoncello (o violino) e pianoforte

Musica: Robert Schumann (1810 - 1856)
  1. Mit humor (la minore)
  2. Langsam (fa maggiore)
  3. Nicht schnell, mit viel Ton zu spielen (la minore)
  4. Nicht zu rasch (re maggiore)
  5. Stark and markirt (la minore)
    Composizione: Kreischa, 17 aprile 1849
Organico: violoncello (o violino), pianoforte
Composizione: Kreischa, 13 - 15 aprile 1849
Prima esecuzione privata: Lipsia, residenza di Schumann, 8 giugno 1850
Prima esecuzione pubblica: Lipsia, Gewandhaus Saal, 6 dicembre 1859
Edizione: Luckhardt, Lipsia, 1851
Dedica: Andreas Grabaü
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Nel periodo che va dal 1842 al 1853 Schumann scrisse molte composizioni da camera, a cominciare dai tre Quartetti per archi op. 41 dedicati a Mendelssohn per finire con i quattro pezzi op. 113 per viola e pianoforte Märchenbilder, recanti la data 1851, e i Märchenerzählungen op. 132 per clarinetto e pianoforte, senza contare la Sonata per violino e pianoforte elaborata in collaborazione con Brahms e Dietrich, la celebre F.A.E. Sonate, l'Adagio e Allegro op. 70 per pianoforte e violoncello o corno, i Phantasiestücke op. 73 per pianoforte, clarinetto, violino o violoncello, e i Cinque pezzi in stile popolare op. 102 (Fünf Stücke im Volkston) per violoncello e pianoforte, composti nel 1849. Si tratta di uno Schumann di straordinario fascino espressivo e già largamente noto per aver dato il meglio di sé nei Lieder e nei lavori pianistici, specie nei Papillons op. 2, nel Carnaval op. 9, nei Phantasiestücke op. 12, negli Studi sinfonici op. 13 e nella Kreisleriana op. 16.

In questa produzione cameristica per uno o più strumenti il musicista dispiega ugualmente il suo temperamento romantico accesamente vivace e fantasioso, senza dimenticare quell'intimismo psicologico e tormentato, così tipico di certe pagine scritte tutte d'un fiato e con una freschezza inventiva dallo stile inconfondibilmente personale. Mentre nelle opere 70 e 73 il rapporto tra il violoncello e gli altri strumenti è in un certo senso paritetico, nei Cinque pezzi in stile popolare lo strumento solista ha un ruolo dominante rispetto al pianoforte. Nel primo movimento (Mit Uumor) Schumann si richiama al tema di una brillante polka boema, ascoltata probabilmente a Lipsia da alcuni musicisti girovaghi. In testa al brano il compositore ha scritto la citazione biblica «vanitas vanitatum», forse per indicare che ogni sentimento, anche il più allegro, svanisce e si dissolve. Il Lento successivo ha un carattere puramente lirico e va annoverato certamente tra le più belle ispirazioni poetiche del compositore. Una irregolarità metrica si avverte nella configurazione del primo tema (sette al posto delle abituali otto misure) ed anche all'inizio del movimento seguente (Nicht schnell), somigliante ad una romanza senza parole, evocante un clima di berceuse. I due movimenti finali sono delle danze stilizzate: il primo di carattere rusticano e il secondo simile ad una estrosa tarantella, indicata da Schumann come vigorosa e fortemente accentuata (Stark und markiert). La sezione centrale del tempo Nicht zu rasch (Non troppo veloce) si richiama con i suoi slanci appassionati e ardenti allo spirito musicale dei Phantasiestücke op. 73 che, come l'op. 102, si attengono allo schema A-B-A più la coda, usata spesso da Mendelssohn nelle sue celebri Romanze senza parole.

Carlo Cavalletti

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Composti fra il 15 e il 17 aprile 1849 - dunque poche settimane prima della fuga di Schumann da Dresda verso la tranquilla campagna di Kreisha, per evitare i moti insurrezionali che coinvolgevano, oltre la città, l'Europa intera, i Fünf Stücke im Volkston rappresentano un tentativo di evasione dal grigio clima culturale di Dresda, che aveva così negativamente influito sulla creatività dell'autore. Questi brani infatti erano destinati a un consumo privato, a quella pratica della "Hausmusik" (musica casalinga) che tanta importanza rivestiva nella vita musicale tedesca. Occorre dunque rifarsi alle esigenze del "far musica insieme" per comprendere la limitata estensione di queste composizioni, la cordialità, del loro contenuto, il fatto stesso che siano destinate ad libitum al violoncello o al violino (ma preferibilmente al primo; la dedica è al violoncellista Grabau di Lipsia), a seconda della disponibilità degli invitati per una riunione musicale.

Tutto ciò non vuol dire beninteso che i Fünf Stücke siano stati scritti dalla mano di un compositore distratto; in questi brani anzi ritroviamo la propensione di Schumann per la miniatura, e la sua tendenza ad organizzare le miniature in un ciclo compiuto (come indicano già lo schema tonale dei brani e il loro carattere: la minore, veloce; fa maggiore, lento; la minore, lento; re maggiore, veloce; la minore, veloce). Inoltre è interessante l'impiego, già implicito nel titolo, di melodie dal carattere popolare, impiego che fa di Schumann un precursore di quella tendenza, tipica dello musica mitteleuropea della seconda metà del secolo, a scoprire e interpretare le culture popolari, anche se in un'ottica comunque travisata.

Il lirismo nostalgico dei cinque brani si fonda principalmente sul ruolo cantabile del violoncello, discretamente accompagnato da un pianoforte che solo a tratti si impegna in una funzione più discorsiva. Il n. 1, "Vanitas vanitatum", propone una energica melodia dal sapore slavo, il n. 2 è invece una tenera berceuse, dall'inconsueto fraseggio di sette battute; nel n. 3 all'andamento un poco rapsodico dell'incipit si contrappone il carattere elegiaco della sezione interna. Dopo il n. 4, in stile di ballata, l'ultimo brano chiude ciclicamente la raccolta, riallacciandosi al primo per tonalità e ambientazione espressiva.

Arrigo Quattrocchi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 13 dicembre 2000
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 3 dicembre 1986


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Ultimo aggiornamento 4 maggio 2016