La «Sonata n. 9» op. 68 è del 1913 e reca il sottotitolo di «Messa nera»: strutturata in un unico movimento — come tutte dopo la «Quinta» del 1907 — presenta una successione di frasi melodiche racchiuse in concisissimi frammenti, animati da una ritmica frenetica che sembra delineare una sorta di «danse delirante» e la disintegrazione atomica dei temi appare ancor più smaterializzata dal frequente impiego dello staccato. Pure l'aspetto unitario di questa e delle ultime composizioni di Scriabin risulta garantito dall'immutabilità di base del nucleo germinatore non soggetto ad alcuna elaborazione tematica, ma liberante da sé, per dissociazione, scheggie motiviche che si alternano e si ripetono secondo un occulto ma determinato diagramma.
Luigi Bellingardi