Tempeste e ritratti


Musica: Giovanni Sollima (Palermo, 24 ottobre 1962)
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi
Composizione: 2001
Prima esecuzione: Milano, Teatro della Scala, 2001
Edizione: Casa Musicale Sonzogno, Milano
Dedica: a Riccardo Muti ed all'Orchestra Filarmonica della Scala
Guida all'ascolto (nota 1)

Anche La Tempesta di William Shakespeare è percorsa dalla musica. Prospero duca di Milano ed uomo di grande cultura dedito alla magia, con la sua bellissima figlia Miranda, vive da rifugiato in un'isola deserta del sud attorniato da personaggi fantastici dopo essere stato spodestato dal fratello Antonio in combutta con Alonso re di Napoli. Il passaggio di una nave con a bordo i suoi avversari permette a Prospero di imbastire una serie di incantesimi che gli permettono di recuperare il trono perduto e di far sposare Miranda con l'erede di Napoli.

Tutta la vicenda è sottolineata da suoni cominciando dalla tempesta scatenata da Prospero per trascinare la nave sull'isola e proseguendo con le arie ora lievi ed ora gravi, cantate dai vari spiriti incantatori che popolano la vicenda.

Questa storia ha affascinato la fantasia di Giovanni Sollima che ha deciso di sfruttarla quando Riccardo Muti gli ha chiesto una composizione per l'Orchestra Filarmonica della Scala di Milano.

Giovanni Sollima, violoncellista e compositore, nasce a Palermo nel 1962 da una famiglia di musicisti. Presso il Conservatorio della sua città si diploma in violoncello con Giovanni Perriera e in composizione con il padre, Eliodoro Sollima, perfezionandosi al Mozarteum di Salisburgo e alla Musikhochschule di Stoccarda con Antonio Janigro e Milko Kelemen. Intraprende giovanissimo una brillante carriera internazionale di violoncellista, collaborando con grandi musicisti, come Giuseppe Sinopoli, Bruno Canino, Jorg Demus e Martha Argerich. Parallelamente all'attività di solista, la sua curiosità creativa lo spinge ad esplorare nuove ed anticonvenzionali frontiere nel campo della composizione, attraverso originali contaminazioni fra generi diversi. Rock, jazz, electric, minimalismo anglosassone e musica etnica della Sicilia e di tutta l'area mediterranea, sulla base di una profonda preparazione classica, sono la formula dello stile inconfondibile di Sollima, che nelle sue creazioni si avvale dell'utilizzo di strumenti acustici occidentali ed orientali, di strumenti elettrici ed elettronici, e di altri di sua invenzione.

Fra i maggiori interpreti delle sue composizioni, eseguite dal 1992 in tutto il mondo, vi sono direttori come Riccardo Muti con la Filarmonica della Scala, Gidon Kremer con la Kremerata Baltica, Yuri Bashmet con I Solisti di Mosca; solisti come Yo-Yo Ma, Mario Brunello e Bruno Canino; coreografi come Carolyn Carlson e Karole Armitage; interpreti vocali come Bob Wilson e Ruggero Raimondi; DJ come DJ Scanner.

Le sue composizioni sono normalmente edite dalla Casa Musicale Sonzogno di Milano.

Quando Riccardo Muti gli ha chiesto un brano per la Filarmonica della Scala Giovanni Sollima stava lavorando ad un'opera da camera sul soggetto della Tempesta di Shakespeare (mai portata a termine), sollecitato dai personaggi e dalle vicende ma soprattutto dall'ambientazione in un'isola del sud, che gli ha ispirato atmosfere ricollegabili alla sua terra di Sicilia. Musicalmente questo pezzo potrebbe rappresentare un connubio tra nord e sud, con temi di sapore inglese (o scozzese) che con minimi cambiamenti rivelano un carattere mediterraneo.

Il compositore sembra rimasto particolarmente colpito da tre flash che rappresentano poi i tre tempi della composizione: la Tempesta con le sue sonorità, la figura di Prospero sentito come una sorta di patriarca e Miranda eroina travolta dalle vicende che si giocano intorno a lei.

Il brano è un pezzo sinfonico di ampie dimensioni formato da tre movimenti collegati tra loro.

La prima parte (Allegro) che ha un carattere decisamente ritmico ci raffigura la tempesta. Nella parte iniziale il sommesso pizzicato degli archi genera un ritmo che prosegue per l'intero movimento allargandosi gradualmente a tutta l'orchestra come un mare che si gonfia in onde sempre più alte e tempestose.

Il secondo movimento (Moderato) ritrae Prospero che è il protagonista della Tempesta, come una figura statica e lenta "quasi buddista", secondo Sollima stesso. Da una fascia sonora degli archi, pressoché immobile ma percorsa da minime increspature come un mare in bonaccia, si distacca la voce del violoncello, che alterna arcani richiami a sommessi dialoghi con gli strumenti a fiato. Tutto però subisce una lenta trasformazione, come se dice Sollima, entrasse in scena Calibrano o se Prospero stesso si trasformasse in quel personaggio mostruoso. Il tempo diventa più mosso e attraverso un grande crescendo si raggiunge un apice di massima sonorità. Il ritorno del tempestoso ritmo del primo movimento serve da transizione al tempo successivo.

Il terzo ed ultimo movimento (Moderato) è intitolato ad un altro personaggio della Tempesta di Shakespeare, Miranda. Si apre con la citazione di un'Allemanda di Gilles Farnaby, virginalista dell'epoca elisabettiana, che in breve si trasforma in una melodia arabeggiante dell'oboe, immagine musicale della stessa Miranda, che diventa protagonista prima e vittima poi di un gioco, in cui tale tema è sottoposto a una violenta forza centrifuga, finché riemerge lo stesso battito sommesso delle prime battute, chiudendo come un cerchio Tempeste e ritratti.




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Ultimo aggiornamento 19 febbraio 2014