Abraham and Isaac

Ballata sacra per baritono e orchestra

Musica: Igor Stravinskij (1882 - 1971)
Testo: Genesi, XXII
Organico: baritono, 2 flauti, flauto contralto, oboe, corno inglese, clarinetto, clarinetto basso, 2 fagotti, corno, 2 trombe, 2 tromboni, basso tuba, archi
Composizione: 1962 - 3 marzo 1963
Prima esecuzione: Gerusalemme, He’Ooma, 23 agosto 1964
Edizione: Boosey & Hawkes, New York, 1965
Dedica: Stato d'Israele
Guida all'ascolto (nota 1)

Abramo e Isacco è una ballata sacra per baritono e piccola orchestra composta sul testo ebraico della Genesi, capitolo XXII. E' stata eseguita a Israele (Gerusalemme, 23 agosto 1964, e Cesarea) e successivamente al Festival di Berlino.

Riportiamo le dichiarazioni rese da Strawinsky. «In Abramo e Isacco vi sono cinque parti contrassegnate da cambiamenti di tempo ed eseguite senza interruzioni; e 19 versetti comprendenti dieci unità musicali. Sebbene nella Bibbia i versetti siano in forma dialogata, la mia composizione non personifica i protagonisti, ma racconta l'intera storia per mezzo del baritono-narratore, sottolineando i cambiamenti del personaggio con cambiamenti nella dinamica.

Non si dovrebbe mai cercare di tradurre l'ebraico dal momento che le sillabe, per accenti e timbro, sono un elemento esattamente fissato ed essenziale della musica. L'accentazione verbale e musicale è identica, incidentalmente, che è cosa rara nella mia musica. E sebbene vi siano delle ripetizioni di parole, queste non sono mai accompagnate da esatte ripetizioni musicali. "Abramo", la parola ripetuta più di frequente, è cantata per la prima volta senza strumenti. La linea vocale è in parte bel canto-melismatico ed in parte un canto sillabico.

Non auguro all'ascoltatore di scoprire descrizioni musicali od illustrazioni del testo. Che io sappia non ne sono state composte. Ignoro i simbolismi musicali nel mio uso di canoni o mezzi ritmici "espressivi", e chiunque pretende di sentirli, per esempio, nel passo che tratta di Isacco e dei due ragazzi, tiene troppo conto di quello che per me non potrebbe essere più che una coincidenza.

E' usata una serie di 12 note, ma unità esacordali ed unità minori sono più accentuate delle successioni di note complete. Si possono trovare intervalli di ottave, quinte e raddoppi che non sono in contraddizione con la base seriale della composizione, essendo il risultato di concordanze di diverse forme seriali o quello che io chiamo serie verticali. Delle diverse origini di ogni opera probabilmente la più importante non può essere determinata. Posso dire, tuttavia, che ho cominciato a comporre Abramo e Isacco a causa del fascino della lingua ebraica come suono, a causa del soggetto e, non ultimo, perché volevo lasciare un segno della mia gratitudine al popolo d'Israele, al quale è dedicata la musica, per la sua generosità ed ospitalità durante il mio viaggio nel paese nel 1962 ».

Come è stato scritto, con Abramo e Isacco Strawinsky ha quadrato il circolo in quanto l'antico canto ebraico, che qui ha fortemente suggestionato il compositore, a sua volta esercitò grande influenza in tutta la musica popolare dell'Europa orientale e dunque nello stesso stile melodico dello Strawinsky «russo» di Nozze, dei Pribautki, delle Berceuses, ecc.

Nell'orchestra sono rappresentati quasi tutti gli strumenti; manca l'arpa e la percussione, è presente la tuba. La voce procede quasi sempre insieme a pochissimi strumenti, in coppie «pure» (oboe e corno ingl.; 2 fagotti; ecc.) o «a contrasto » (flauto e tuba, ecc.); altre volte, come all'inizio e alla fine della ballata, è un solo strumento, la viola, che rabesca o incide sulla linea del canto.

Giorgio Graziosi

Testo

Dopo questi fatti, Dio mise alla prova Abramo, lo chiamô: «Abramo!». Ed egli rispose: «Eccomi qui». Gli disse: «Prendi il tuo amato unico figlio, Isacco, va alla terra di Moryia e là offrilo in olocausto su uno dei monti che ti dirò».

Al mattino presto, Abramo mise il basto all'asino, prese con sé due schiavi e suo figlio Isacco, spaccò della legna per l'olocausto e partì per recarsi al luogo che Dio gli aveva detto. Al terzo giorno, alzati gli occhi, vide in lontananza quel luogo. Disse Abramo ai suoi schiavi: «Voi rimanete qui con l'asino mentre io e il ragazzo andremo fin là, faremo atto di adorazione a Dio e poi torneremo da voi». Prese la legna per l'olocausto e la caricò addosso a suo figlio Isacco, egli stesso tenne il fuoco e il coltello e insieme proseguirono il cammino. Isacco, rivolto al padre disse: «Padre!», ed egli: «Eccomi qua, figlio mio». E disse: « Qui c'è il fuoco e la legna, ma l'agnello per l'olocausto dov'è?». Rispose Abramo: «Figlio mio, Dio provvederà l'agnello per l'olocausto». E proseguirono tutti e due insieme il cammino. Giunto al luogo che Dio gli aveva detto, Abramo vi costruì un altare, preparò la legna, legò il figlio Isacco e lo mise sull'altare sopra la legna. Un messo divino dal cielo lo chiamò: «Abramo, Abramo!». Egli rispose: «Sono qui». E quegli: «Non mettere la mano addosso al ragazzo, non fargli niente, perché ora so che tu hai timor di Dio, non mi hai negato il tuo unico figlio. Abramo alzò gli occhi e scorse un montone che rimase poi impigliato con le corna ad un cespuglio; andò, lo prese e lo offrì in olocausto invece del proprio figlio. Abramo dette nome a quel luogo Adonai Irè, il Signore Provvede, perciò oggi si dice: nel monte del Signore c'è chi provvede. Il messo del Signore chiamò dal cielo Abramo una seconda volta e gli disse: «Giuro per Me stesso, parola del Signore, che essendoti così comportato e non avendomi negato il tuo unico figlio, ti benedirò, renderò numerosa la tua discendenza come le stelle del cielo e come la sabbia che è sulla riva del mare; i tuoi discendenti possederanno le città dei loro nemici e nella tua stirpe saranno benedette tutte le nazioni della terra poiché hai ascoltato la mia parola». Abramo tornò dai suoi servi insieme con i quali si recò in Beer-Sceva, dove si stabilì.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 4 marzo 1965


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Ultimo aggiornamento 4 aprile 2013