Feu d'artifice, fantasia op. 4


Musica: Igor Stravinskij (1882 - 1971)
Organico: 3 flauti, 2 oboi, 3 clarinetti, 2 fagotti, 6 corni, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, triangolo, piatti, grancassa, celesta, campanelli, 2 arpe, archi
Composizione: Ustilug, maggio - giugno 1908
Prima esecuzione: San Pietroburgo, Sala Grande del Conservatorio, 6 febbraio 1909
Edizione: Schott, Magonza, 1910
Dedica: Nadja e Maksimilijan Stejnberg
Guida all'ascolto (nota 1)

Francis Poulenc scrisse nel 1964 un profilo di Stravinsky che vale la pena di rileggere in alcune sue parti, perché fissa sinteticamente il giudizio su un grande compositore di cui si è celebrato quest'anno (ma i concerti celebrativi continuano ancora) il centenario della nascita. « Come Picasso - ha annotato Poulenc, colpito soprattutto dal genio proteiforme del musicista di Oranienbaum - Stravinsky si è incessantemente rinnovato, inanellando ogni volta un riccio perfetto, si tratti del periodo russo che va dall'Oiseau de feu a Noces, di quello assai più breve dell'Histoire du soldat e di Mavra, oppure della lunga fase detta neoclassica, che nasce con l'Ottetto per concludersi con The Rake's Progess. Ma qualunque siano le sue metamorfosi, Stravinsky, in ogni dove uguale a se stesso, ha sempre risolto felicemente, da vincitore, i problemi che si era proposto. Se affermo che la sua personalità ha dominato per lunghi anni la quasi totalità della musica mondiale, nessuno vorrà certamente contraddirmi. Questo 'sole' era così accecante tra il 1912 e il 1940 che per trent'anni offuscò la scuola viennese, la cui influenza invece oggi si è sostituita alla sua (...). In avvenire, a seconda del gusto del momento, si preferirà l'una o l'altra delle sue 'maniere'; ma tutte indistintamente hanno la certezza di soppravvivere e, fin d'ora, il Sacre du printemps può essere considerato come, la IX Sinfonia del nostro tempo». Ma se la fama e la fortuna di Stravinsky esplosero e si consolidarono con il Sacre e con i capolavori del periodo russo (Oiseau de feu, Petruska e Les Noces), dove è racchiusa con netta evidenza stilistica la sigla espressiva personalissima e innovatrice del musicista, non si può sottovalutare l'importanza di due composizioni che appartengono al momento dell'esordio dell'artista, fresco delle lezioni di strumentazione, di armonia e di orchestrazione ricevute dall'autorevole e insostituibile Rimskij-Korsakov. Tali lavori sono lo Scherzo fantastico op. 3 e Feu d'artifice op. 4, ambedue scritti per orchestra nel 1908, in cui si possono cogliere certe scelte ben precise nel gusto ritmico e nella ricchezza armonica e timbrica del tessuto strumentale. Anche se lo Scherzo fantastico è ispirato ad un episodio tratto dal poema «La vita delle api» di Maeterlinck non è esatto affermare che la musica abbia un carattere impressionistico, in quanto essa è sorretta da una vivacità e brillantezza di accenti precorritori degli accordi politonali di Petruska; a maggior ragione nel Feu d'artifice, composto in occasione del matrimonio della figlia di Rimskij-Korsakov con il musicista russo Maksimilian Steinberg (1883-1946), emerge per la prima volta nelle sue linee distintive la fisionomia inventiva di Stravinsky, nonostante l'influenza di Debussy, Ravel e dell'Apprendista stregone di Dukas.

Il taglio chiaro e perentorio della frase musicale; l'incisivo intervento degli ottoni; la mutevole disposizione dei ritmi e la travolgente tensione sonora si uniscono e si scontrano in un un gioco pirotecnico, che appartiene al migliore Stravinsky preannunciante già la Danza infernale di Katschei dell'Oiseau de feu e le battute asimetriche di Petruska.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 7 novembre 1982


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Ultimo aggiornamento 14 maggio 2014