Duo concertante

per violino e pianoforte

Musica: Igor Stravinskij (1882 - 1971)
  1. Cantilène
  2. Eclogue I
  3. Eclogue II
  4. Gigue
  5. Dithyrambe
Organico: violino, pianoforte
Composizione: Voreppe, dicembre 1931 - 15 luglio 1932
Prima esecuzione: Berlino, Neues Schauspielhaus im Gendarmenmarkt, 28 ottobre 1932
Edizione: Édition Russe de Musique, Parigi, 1933
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

L'interesse destato ovunque e la soddisfazione del risultato conseguito dal Concerto per violino e orchestra, scritto dietro sollecitazione del violinista Samuel Dushkin, decisero Strawinski a scrivere subito dopo questo Duo concertante per il quale il maestro si valse, come per il Concerto, della collaborazione tecnica dello stesso Dushkin. Il compositore e il violinista ne dettero la prima esecuzione alla Radio di Berlino il 28 luglio 1932.

Almeno in quegli anni, Strawinski dichiarava la sua antipatia per i complessi da camera in cui si combinassero le sonorità delle corde percosse del pianoforte e delle corde messe in vibrazione dall'arco; preferibile, pensava, abbinare direttamente e coraggiosamente i due strumenti, piuttosto che inserirli in forme ibride tipo Trio o Quartetto con pianoforte. Affermazioni personali, che interessano in quanto presuppongono o comportano una modificata concezione della scrittura violinistica che infatti, sia nel Concerto sia nel Duo, approda a risultati un po' diversi dallo stile antiespressivo «legnoso» e «rugoso», com'ebbe a ben definirlo Casella, del Concertino per archi o dell'Histoire du soldat.

Com'è noto, oltre che da questi motivi d'indole strettamente compositiva e strumentistica, Strawinski fu ispirato dalla lettura del seguente passo del Pétrarque di Charles-Albert Cingria: «Il lirismo non esiste senza regole, e bisogna che queste siano severe. Altrimenti non si ha che una facoltà (generica) di lirismo, e questa esiste dappertutto. Ciò che non esiste dappertutto è una espressione e una composizione liriche». Ci si riferisce al lirismo dei poeti bucolici dell'antichità e alla loro tecnica sapiente. Ad essi il musicista volle spiritualmente accostarsi fin dai titoli di quasi tutti i pezzi. Che vanno dalla rapsodica e malinconica Cantilena alle due Egloghe, di clima arcadico e dolcemente contemplativo, alla Giga, pezzo di contrasto, con la sua brillante poliritmia e la secca scrittura quasi sempre a due voci del pianoforte, e infine al Ditirambo che chiude entro un cielo azzurrino questo remoto e quasi insospettato mondo bucolico creato dalla fantasia strawinskiana.

Giorgio Graziosi

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Nel 1931, per invito del violinista americano Samuel Dushkin, Strawinsky aveva scritto il concerto per violino e orchestra. Durante la stesura del lavoro, Dushkin aveva collaborato con l'autore per la realizzazione della parte violinistica. Il felice esito di questa collaborazione indusse Strawinsky a scrivere subito dopo un secondo lavoro per Dushkin. Fu questo il «Duo concertante» che rappresentò una ulteriore ricerca nel campo delle possibilità del violino e dei suoi rapporti con il pianoforte. Stranamente, fino a quel momento Strawinsky non tollerava molto la combinazione sonora che nasceva dalle corde percosse del pianoforte unita a quelle messe in vibrazione dall'arco. Nella sua semplicità il Duo servì a superare questa ostilità di Strawinsky. Che l'opera si ricolleghi al momento neoclassico dell'autore non è soltanto dimostrato dalla successione dei cinque movimenti, una cantilena, due egloghe, una giga e un ditirambo conclusivo, ma soprattutto dalla rigorosa scrittura per la quale Strawinsky parlò, citando un passo di un biografo del Petrarca, del fatto che il «lirismo non esiste senza regole, e bisogna che queste siano severe». Dal Duo traspare anche un gusto arcadico-pastorale che ne fa una composizione del tutto singolare nel catalogo strawinskiano; La prima esecuzione del lavoro avvenne, il 28 luglio 1932, alla Radio di Berlino: esecutori Dushkin e lo stesso Strawinsky.

Bruno Cagli


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 24 marzo 1961
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 25 ottobre 1977


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Ultimo aggiornamento 28 febbraio 2016