L'Elegia per Kennedy, esattamente Elegy for J. F. K., fu eseguita il 6 dicembre 1964 alla Philarmonic Hall di New York nel corso delle manifestazioni indette per il primo anniversario della morte del Presidente statunitense; il concerto, che comprendeva tra l'altro Pribautky e Berceuses du chat, fu replicato a Washington e Boston.
Il testo «Quando muore un giusto» è tratto dal poema Haiku di W. H. Auden, il poeta che preparò insieme a Ch. Kallman il libretto per The Rake's Progress. La musica riprende una combinazione strumentale che fu cara al primo Strawinsky e cioè voce (nell'Elegia specificata di mezzo soprano), e tre clarinetti. Consta di una frase iniziale (voce e clarinetto alto), di una parte centrale e della esatta ripresa della frase iniziale sia musicale che poetica («When a just man dies / Lamentation and praise / Sorrow and joy are one»).
La fusione tra la voce e le linee timbriche dei tre clarinetti è perfetta e l'impressione è di trovarci di fronte a un piccolo capolavoro di semplicità e di lirismo; peccato, come ha scritto un critico americano, che «questa semplice lirica di pace sia scivolata via, sia finita prima che abbiate la fortuna di abituarvi al suo sapore, come la vita dell'uomo che celebra».
Giorgio Graziosi
When a just man
dies, Lamentation and praise, Sorrow and joy are one. Why then? Why there? Why thus, we cry, did he die? The Heavens are silent. What he was, he was; What he is fated to become Depends on us. Remembering his death How we choose to live Will decide its meaning. When a just man dies, Lamentation and praise, Sorrow and joy are one. |
Allorché un
giusto muore, E' compianto e dolore, Letizia e gloria a un tempo. E perché fu in quel luogo? E in quell'ora? E così? Noi chiediamo piangendo. I cieli son silenti. Quel ch'egli è stato, è stato; E quel che è destinato Ad essere, ormai solo Solo da noi dipende. Ricordando sua morte Noi vivremo, e ogni scelta Nostra deciderà Quale il suo senso è stato. Allorché un giusto muore, E' compianto e dolore, Letìzia e gloria a un tempo. |
Testo di W. H. Auden | Traduzione di Natalia Ginzburg |