Elegy for J. F. K. (Elegia per Kennedy)

per mezzosoprano e tre clarinetti

Musica: Igor Stravinskij (1882 - 1971)
Testo: Wystan Hugh Auden
Organico: baritono o mezzo soprano, 3 clarinetti
Composizione: Hollywood, marzo 1964
Prima esecuzione: Hollywood, Philarmonic Auditorium, 6 aprile 1964
Edizione: Boosey & Hawkes, New York, 1964
Dedica: alla memoria di John F. Kennedy
Guida all'ascolto (nota 1)

L'Elegia per Kennedy, esattamente Elegy for J. F. K., fu eseguita il 6 dicembre 1964 alla Philarmonic Hall di New York nel corso delle manifestazioni indette per il primo anniversario della morte del Presidente statunitense; il concerto, che comprendeva tra l'altro Pribautky e Berceuses du chat, fu replicato a Washington e Boston.

Il testo «Quando muore un giusto» è tratto dal poema Haiku di W. H. Auden, il poeta che preparò insieme a Ch. Kallman il libretto per The Rake's Progress. La musica riprende una combinazione strumentale che fu cara al primo Strawinsky e cioè voce (nell'Elegia specificata di mezzo soprano), e tre clarinetti. Consta di una frase iniziale (voce e clarinetto alto), di una parte centrale e della esatta ripresa della frase iniziale sia musicale che poetica («When a just man dies / Lamentation and praise / Sorrow and joy are one»).

La fusione tra la voce e le linee timbriche dei tre clarinetti è perfetta e l'impressione è di trovarci di fronte a un piccolo capolavoro di semplicità e di lirismo; peccato, come ha scritto un critico americano, che «questa semplice lirica di pace sia scivolata via, sia finita prima che abbiate la fortuna di abituarvi al suo sapore, come la vita dell'uomo che celebra».

Giorgio Graziosi

Testo
When a just man dies,
Lamentation and praise,
Sorrow and joy are one.
Why then? Why there?
Why thus, we cry, did he die?
The Heavens are silent.
What he was, he was;
What he is fated to become
Depends on us.
Remembering his death
How we choose to live
Will decide its meaning.
When a just man dies,
Lamentation and praise,
Sorrow and joy are one.
Allorché un giusto muore,
E' compianto e dolore,
Letizia e gloria a un tempo.
E perché fu in quel luogo?
E in quell'ora? E così?
Noi chiediamo piangendo.
I cieli son silenti.
Quel ch'egli è stato, è stato;
E quel che è destinato
Ad essere, ormai solo
Solo da noi dipende.
Ricordando sua morte
Noi vivremo, e ogni scelta
Nostra deciderà
Quale il suo senso è stato.
Allorché un giusto muore,
E' compianto e dolore,
Letìzia e gloria a un tempo.
Testo di W. H. Auden Traduzione di Natalia Ginzburg

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 4 marzo 1965


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Ultimo aggiornamento 4 aprile 2013