Le roi des étoiles
Cantata per coro maschile e orchestra
Musica: Igor Stravinskij (1882 - 1971)
Testo: Konstantin Bal'mont, tradotto in francese da Michel Dimitri Calvocoressi
- Largo assai (do maggiore)
Organico: coro maschile, 4 flauti, 4 oboi, 4 clarinetti, 4 fagotti, 8 corni, 3
trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, percussioni, celesta, 2 arpe,
archi
Composizione: Ustilug, 1911 - 1912
Prima esecuzione: Bruxelles, Institut National Belge de Radiodiffusion, 19 aprile 1939
Edizione: Jurgenson, Mosca, 1913
Dedica: Claude Debussy
Il re delle
stelle ha una scarsa notorietà che deriva da obbiettive
difficolta di esecuzione e da una quasi volontaria segregazione in cui
la cantata su versi di Balmont è stata tenuta dal suo autore fino al
dopoguerra.
Il re delle
stelle risale al periodo precedente La sagra della, primavera;
venne composto nel 1911 e dedicato a Debussy (la copia in possesso del
maestro francese andò dispersa nella vendita ad uno sconosciuto,
l'edizione Jurgenson del 1911 è rarissima, esistente la copia già in
possesso dell'autore): a parte presunte esecuzioni a Bruxelles, che
avrebbero avuto luogo nel 1914 secondo Milhaud e nel 1939 secondo
Mantelli, l'ingresso della cantata nel repertorio si deve
all'esecuzione diretta da Robert Craft nel 1949 alla Carnegie Hall di
New York e all'esecuzione dell'8 febbraio 1957 alla radio di Colonia.
Strawinsky, nel 1935, affermava che Il re delle stelle
non era mai stato eseguito (Chroniques
de ma vie).
Intorno al Re
delle stelle, i commentatori hanno toccato il problema di
una dialettica nella creatività di Strawinsky: la cantata lascia
trasparire inequivocabilmente lo «sfondo religioso dell'arte di
Strawinsky» (Vlad), e d'altro lato, ponendosi dialetticamente alla
vigilia del Sacre,
espose un possibile incontro del compositore con Schönberg, rinviato di
quarant'anni, al periodo delle opere seriali.
Claudio Casini
I suoi occhi son come le stelle,
come i fuochi che arano il cielo.
Il suo volto è come il sole
quando giunge allo zenith.
I colori luminosi del cielo,
la porpora, l'azzurro, l'oro
marezzano di luce l'abito
che Egli indossa per rinascere fra noi.
Intorno a Lui balena la folgore
per il cielo sconvolto,
denso di temporali.
Sette cerchi di stelle lucenti
circondano il suo capo luminoso.
La sua luce batte le colline,
fa nascere i fiori di primavera.
«Custodite voi il Verbo?» ci chiese
e noi tutti rispondemmo. «Sempre».
«Io solo regno», disse Egli,
Il tuono si fece udire più forte.
«E' l'ora», disse Egli nella sua gloria,
«le messi attendono. Amen».
Noi andammo, fervidi e pii.
La folgore tagliava le nubi.
Sette cerchi di stelle lucenti
segnavano il cammino verso il deserto.
(1)
Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione: 11 febbraio 1973
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Ultimo aggiornamento 13 febbraio 2015