Concerto in fa maggiore per due corni, violino, flauto e orchestra, TWV 54:F1


Musica: Georg Philipp Telemann (1681 - 1767)
  1. Vivace
  2. Scherzando (re minore)
  3. Bourée
  4. Menuet
  5. Loure (re minore)
  6. Gigue
Organico: 2 corni, violino, flauto a becco, oboe, violoncello, archi, basso continuo
Composizione: data sconosciuta
Guida all'ascolto (nota 1)

Il risveglio di interesse per Georg Philipp Telemann è un fenomeno recente. Considerato dai suoi contemporanei come il più "moderno" e rappresentativo dei compositori tedeschi - i maggiori teorici dell'epoca esaltavano la naturalezza e la trasparente semplicità delle sue composizioni, lontane dalle esagerate artificiosità contrappuntistiche dei musicisti della generazione precedente - Telemann, dopo la sua morte, come Vivaldi e Bach, cadde nell'oblio più totale. Attualmente la musicologia, a partire dalla riscoperta operata da Romain Rolland nel 1920, ha conseguito notevoli progressi nel far luce sulla personalità e sul valore di questo musicista. In particolare le ricerche svolte dal Centro di studi su Telemann (Zentrum für Telemann-Pflege und-Forschung) e quelle presentate nell'ambito delle celebrazioni organizzate dalle città di Magdeburgo (sua città natale), Francoforte e Amburgo (i centri in cui si è principalmente svolta la sua attività musicale) in occasione del bicentenario e del tricentenario della sua morte e della sua nascita, ne hanno restituito un'immagine ben più complessa e ricca di sfaccettature rispetto a quella tradizionalmente data di un musicista superficiale ed eccessivamente prolifico.

Telemann, da uomo di cultura quale egli era - lasciati gli studi di legge all'Università di Lipsia, si dedicò a quelli letterari e fu spesso l'autore o il traduttore dei testi di molte sue composizioni vocali sacre o profane - seppe cogliere con acuta sensibilità i cambiamenti che stavano trasformando la vita musicale tedesca del tempo. Vissuto in un periodo nel quale la sfera di attività di un compositore era determinata dalla natura del posto che egli occupava (Karntor, Kapellmeister, etc), Telemann non si sentì ostacolato dai limiti che gli erano imposti dai suoi incarichi ufficiali; ma, rompendo ogni barriera esistente tra musica sacra e profana, si dedicò a tutti i principali generi musicali dell'epoca. Più che la longevità o il carattere, da lui stesso definito come incapace di «tollerare qualsiasi genere di ozio», fu la sua curiosità intellettuale (pronta a recepire anche le suggestioni ritmiche e timbriche della musica popolare polacca e morava), a stare all'origine della sua sterminata produzione musicale, che ancora oggi non è possibile dominare completamente. E fu la sua concezione eminentemente "borghese" della musica, come un fenomeno culturale non esclusivo dei circoli aristocratici e di corte, che lo spinse a favorire lo sviluppo della dimensione pubblica delle manifestazioni musicali: con la fondazione o la direzione di Collegia Musica cittadini (a Lipsia, Francoforte, Amburgo), con la stampa e la vendita, a volte effettuata in proprio come nel caso della Musique de table, di alcune sue composizioni (Telemann era divenuto in grado di realizzare personalmente il procedimento inglese di incisione a bulino su lastre di zinco) e soprattutto con la creazione di un linguaggio musicale perfettamente commisurato alle aspettattive di un pubblico di dilettanti e di appassionati, dei quali conosceva perfettamente i limiti e le preferenze e che era il destinatario naturale e più diretto delle sue opere strumentali.

Gran parte della produzione orchestrale del compositore tedesco, infatti, è riferibile all'attività delle istituzioni concertistiche cittadine. Si tratta di una musica semplice, ben articolata nelle sue strutture interne, ricca di ritmi e di attraenti spunti melodici. In particolare Telemann, vissuto in un momento in cui la fase di assimilazione dello stile italiano e di quello francese - i due poli attorno ai quali si sviluppò il linguaggio musicale tedesco del primo Settecento - era prossima all'esaurimento, era affascinato dall'elemento timbrico. Da qui nascono l'interesse per strumenti particolari, come lo chalumeau o l'oboe d'amore, e la ricerca di particolari effetti sonori nei numerosi concerti di gruppo e nelle altrettanto numerose ouvertures scritte per i più svariati organici strumentali (la composizione inserita nel concerto odierno, che peraltro non è riportata nei cataloghi delle opere di Telemann - a riprova di una ricerca musicologica ancora in fieri - è un tipico esempio di Suite-Concerto in cui si mescolano stile italiano e gout francese, evidente quest'ultimo nella ricca orchestrazione, che prevede due corni, un oboe, un flauto, un violino e gli archi, e nei diversi movimenti di danza). Sebbene in queste composizioni Telemann cerchi di superare le mancanza di equilibrio armonico e tematico che a volte si manifesta nella semplice alternanza di "soli" e "tutti" del concerto italiano, collegando più strettamente i solisti all'orchestra con frammenti motivici comuni, «il tematismo» - come nota Basso - «non è ancora una particolarità, il condizionatore della composizione; più del tema importa a Telemann la colorazione della cellula originale, sicché la sua musica è spesso un'invenzione pittorica, timbrica, un manifesto di arte della strumentazione, un campionario di soluzioni timbriche».

Marco Carnevali


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 23 novembre 1996


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Ultimo aggiornamento 25 gennaio 2017