Ouverture in la minore, TWV 55:a2


Musica: Georg Philipp Telemann (1681 - 1767)
  1. Ouverture
  2. Les Plaisirs I et II
  3. Air à l'Italien - Largo
  4. Menuet I. Menuet II
  5. Réjouissance - Vite
  6. Passepied I. Passepied II (la maggiore)
  7. Polonoise
Organico: flauto a becco, 2 violini, viola, basso continuo
Composizione: data sconosciuta
Guida all'ascolto (nota 1)

«Ho imparalo con entusiasmo a suonare le tastiere, il violino e il flauto. E ora mi sto dedicando all'apprendimento dell'oboe, del flauto traverso, dello chalumeau, della viola da gamba e perfino del contrabbasso e del trombone». Così scrive Georg Philipp Telemann nella sua autobiografìa pubblicata ad Amburgo nel 1740. Prezioso documento musicologico che aiuta a comprendere la dimensione straordinaria di questo musicista, tra i più prolifici della storia musicale e fra i più richiesti all'epoca. Fu intelligente imprenditore di se stesso (intraprendendo anche l'attività di editore di molte sue composizioni), attento al denaro quanto alle mode musicali del momento. Fra stile italiano e stile francese si muove la sua musica, alla costante ricerca di quello stile "tedesco" che non verrà mai, di fatto, portato a compimento. E proprio lo stile francese in particolare ad attrarre fortemente Telemann, come risulta evidente, ad esempio, nelle sue seicento e passa Ouverture orchestrali giunte fino a noi. Del resto, è proprio su suolo francese che nasce e si sviluppa il flauto, uno degli strumenti prediletti dal compositore.

La Suite in la minore per flauto dolce e archi (TWV 55:a2), il cui titolo originale è "Ouverture, a flute conc.", è certamente una delle composizioni più rappresentative di Telemann nonché una delle più eseguite dai flautisti. Strutturata in sette movimenti, si apre con l'Ouverture nel più tipico stile francese puntato, con struttura A-B-A, dove nella sezione B troviamo un motivo fugato poi ripreso anche dal flauto nel suo "solo". I successivi movimenti di danza sono un chiaro omaggio alla tradizione di Rameau e Couperin con brani dai titoli suggestivi come Les Plaisirs, caratterizzato da un Presto dal carattere "staccato" affidato ai soli archi che introduce il Trio con il solo flauto che - per contrasto - utilizza una sequenza di scale legate. Il successivo movimento, Air à l'Italien è invece un omaggio alla tradizione operistica italiana: qui il flauto diviene la voce solista di una tipica aria tripartita A-B-A1: a una prima sezione estremamente cantabile segue (B) un allegro puntato e staccato che riporta poi alla ripresa (A1) fiorita. Seguono due minuetti in alternanza e nuovamente in contrasto fra loro (nel primo i soli archi, nel secondo con il flauto), un'altra danza dal titolo Rejouissance dove l'impegno richiesto al flauto solista è notevole, due Passepied in alternanza e in contrasto fra loro anche per la tonalità (in la minore il primo, in la maggiore il secondo). La suite termina con una Polonaise che, a discapito di quanto il nome possa suggerire, non ha il sapore "polacco" tipico di altre composizioni di Telemann dove il riferimento al folclore di quella terra è molto più marcato e suggestivo.

Questa Suite per flauto dolce è l'emblema di quanto lo stile compositivo di Telemann si fosse affinato nel corso degli anni. Ancora una volta è la sua autobiografia a illuminarci su questo aspetto. In particolare, di grande effetto è il passo in cui Telemann dichiara: «A un certo punto della mia vita mi sentivo come uno di quegli chef che hanno talmente tante pentole sui fornelli da non riuscire a ricavare un singolo grande piatto, ma solamente piccoli assaggi da ognuna di queste pentole. Ma io volevo preparare un grande "pranzo", utilizzando la mia penna e per fare questo mi aiutai con tutta l'esperienza ricavata in anni di studio e composizione con la musica strumentale e vocale».

Gabriele Formenti


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 313 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 5 ottobre 2017