Catone in Utica, RV 705

Dramma per musica in tre atti

Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
Libretto: Pietro Metastasio

Ruoli: Organico: 2 trombe, 2 corni, archi, basso continuo
Composizione: 1737
Prima rappresentazione: Verona, Teatro Filarmonico, 26 marzo 1737
Edizione: Girolamo Savioni, Venezia, 1737 (solo il libretto)
Dedica: Almoro Barbaro, degnissimo capitano e vice podestà di Verona

La musica è parzialmente perduta
Il testo qui di seguito riportato è una dichiarazione inserita all'inizio del libretto originale.

Eccellenza

Il Catone, Drama purgato del celebre Sig. abbate Metastasio, ora, che comparisce piucchemai con Magnifica Pompa nel famosissimo Teatro dalla Nobilissima Accademia de Filarmonici in cotesta Iliustre Città eretto, non potea desiderare, per compiere la sua fortuna, che la valida prottezìone di qualche Eroe. Ma ben tre volte questo Drama felice, s'egli nella Città medesima, ove comparir deve, ritrova in V. E. il Grande, il Saggio, il Pio, il Giusto suo Prottettore . Bella consolazione per esso Lui venire costà sotto i Gloriosi Auspici di un Sapientissimo Rappresentante il quale con amore, e timore tirando a se gl'animi de Cittadini, perpetua loro la Giustizia, e la Pace. Che non può egli promettersi questo felice Drama da uno de più cospicui Patrizi dell'Augusta Adriatica Republica, il quale, e per l'antica orìgine del sangue Nobile, e per Classici Letterati della Famiglia, e per li Tiàre Sacre, e per le fregiate Porpore degl'Antenati, fatto ragguardevole anco prima di nasccere, à poi reso colle proprie virtù altrettanto fregio alle Glorie degl'Avi suoi? La Pietà, che in V. E. è la più accarezzata Virtù mi fà sperare un benigno aggradimento, ed insieme un clemente perdono allora, che presentandole umilmente il Drama, imploro l'alto de lei Patrocinio , baciandole ossequiosamente le Vesti.

Di V. E.
Umilissimo, Devotissimo, Oblìgatissimo, Servidore.
Girolamo Moro,


Argomento

Dopo la morte di Pompeo, il di lui contradittore Giulio Cesare fattosi perpetuo Dittatore, si vidde rendere omaggio non solo da Roma, e dal Senato, ma da tutto il rimanente del Mondo, fuorche da Catone il Minore, Senatore Romano, che poi fu detto Uticense, dal luogo della sua morte.

Uomo già venerato, come Padre della Patria, non meno per l'austera integrità de costumi, che per il valore, grand'amico di Pompeo, ed acerbissimo difensore della libertà Romana. Questi avendo raccolti in Utica li pochi avanzi delle disperse Milizie Pompeiane, con l'ajuto di Giuba Re de Numidi, amico fedelissimo della Repubhca, ebbe costanza di opporsi alla felicità del Vincitore. Cesare vi accorse con esercito numeroso, e benché in tanta disuguaglianza di forze fosse sicurissìmo di opprimerlo, pure in vece di minnacciarlo, innamorato della virtù di lui, non trascurò offerta, o preghiera per renderselo amico; ma quegli ricusando aspramente qualunque condizione, quando vidde disperata la difesa di Roma, volle almeno morir libero uccidendo se stesso. Cesare nella morte di lui diede segni di altissimo dolore, lasciando in dubbio la posterità se fosse più ammirabile la generosità di lui, che venerò a sì alto segno la virtù ne suoi Nemici, o la costanza dell'altro, che non volle sopravivere alla schiavitù della Patria.

Tutto ciò si à dagli Storici, il resto è verisimile. Per comodo della Musica cangeremo il nome di Cornelia vedova di Pompeo, in Emilia, e quello del Giovane Juba, figlio dell'altro Juba Re di Numidia in Arbace.

Alfine di rendere il Drama più breve, e più lieto nella presente Stagione di Primavera si ommette la morte di Catone.


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Ultimo aggiornamento 7 luglio 2023