Un secolo prima di Reicha, un altro sperimentatore di ben altra tempra inventiva tentava la composizione per soli strumenti a fiato ai di fuori del «genere» della sonata con basso continuo. Concerto, e non sonata a tre, è infatti denominata la composizione per flauto, oboe e fagotto contrassegnata col numero 402 nell'Inventaire Thématique delle opere vivaldiane curato dal Pincherle, e la differenza consiste principalmente nel carattere spiccatamente «concertante», per appunto, che vi assumono i tre strumenti, ivi compreso il fagotto. All'assenza di una massa strumentale di «ripieno» e di una conseguente alternanza tra «soli» e «tutti» accortamente Vivaldi supplisce mediante differenziazioni di scrittura nelle varie sezioni in cui si articolano i tempi estremi: il caratteristico stilo barocco a piani sonori contrapposti viene così, più che realizzato, suggerito all'immaginazione dell'ascoltatore.
Giovanni Carli Ballola