Concerto in do minore per archi e basso continuo, RV 119


Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
  1. Allegro (do minore)
  2. Largo (mi bemolle maggiore)
  3. Allegro (do minore)
Organico: archi, basso continuo
Composizione: 1720 - 1724
Edizione: Ricordi, Milano, 1954
Guida all'ascolto (nota 1)

Il «concerto ripieno» é un concerto per orchestra a quattro parti (due violini, viola e basso: cioè, il cosiddetto «ripieno»), senza solisti. Coltivato tra la fine del Seicento e i primi decenni del secolo successivo da autori come Torelli, Albinoni, Dall'Abaco, il concerto per orchestra godeva di particolare fortuna a Venezia. Vivaldi scrisse, per la massima parte dopo il 1720, una quarantina di «concerti ripieni», con una sola eccezione rimasti manoscritti vivente l'autore e che nel complesso rappresentano uno dei settori più affascinanti della sua vastissima produzione strumentale.

Vivaldi concepisce il concerto per orchestra come un genere particolarmente congeniale alla sperimentazione: in effetti l'assenza dell'elemento solistico, che presuppone un virtuosismo in sé dispersivo e centrifugo cui dare adito in appositi episodi, consente all'autore di concentrale l'attenzione sull'aspetto propriamente compositivo. Sia pure in modo indicativo, i concerti per orchestra di Vivaldi possono essere suddivisi in tre gruppi: concerti di stile e impegno compositivo elevato connotati da scrittura contrappuntistica ed elaborazione tematica, concerti di piccole dimensioni e di tono leggero prossimi al modello della sinfonia operistica e infine concerti improntati a una medietà di formato e registro.

I concerti per orchestra non erano scritti soltanto per l'orchestra della Pietà ma soddisfavano anche le richieste di una clientela internazionale. La raccolta dei dodici concerti di Parigi fu probabilmente assemblata nel corso degli anni Venti per un committente transalpino e rappresenta un campionario delle varie accezioni e sfumature del «concerto ripieno» vivaldiano.

Decisamente alto il registro stilistico dell'austero Concerto III in do minori RV 119.

L'Allegro iniziale offre un altro tipo di contaminazione formale, tra il movimento del «concerto ripieno» e la fuga; i tre periodi corrispondono ad altrettanti blocchi della fuga: l'esposizione e le due riesposizioni coincidono con la sezione principale, i divertimenti, basati sul soggetto e su nuovi elementi, con le sezioni secondarie.

Nel Largo centrale il contrappunto cede il passo alla semplice scrittura accordale per improntare di nuovo l'Allegro finale, in tempo di giga, dove la sezione principale ha struttura fugata.

Cesare Fertonani


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 112 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 13 febbraio 2017