Leggibile in chiave "esotica" è il Concerto in si bemolle maggiore RV 163 "Conca" risalente al soggiorno di Vivaldi in Boemia fra il 1730 e il 1731. Qui il compositore aveva visto uno strumento popolare a fiato, detto Wettertrompete, costituito da una conchiglia di mare con imboccatura di stagno, capace di produrre un intervallo di ottava e ritenuta in grado di calmare o provocare le tempeste: questa conchiglia è appunto la "Conca" del titolo del Concerto. Conoscendo i rapporti del veneziano con l'aristocrazia austro-ceca, non si può escludere che egli sia stato incaricato di immortalare lo strumento attraverso una scrittura "immaginativa" che suggerisce gli unisoni a mo' di tromba, l'intervallo di ottava e più avanti, al centro del primo movimento, il tremolo che evoca la tempesta.
Laura Pietrantoni