I due Concerti per violino solista RV 222 e RV 282 ci riportano all'attività che Vivaldi svolse all'Ospedale di Santa Maria della Visitazione o della Pietà, una delle quattro istituzioni veneziane riservate alle ragazze (orfane e figlie illegittime). Famosa, proprio alla Pietà, era l'attività musicale esplicata dalle cosiddette 'putte': guidate e istruite non solo dal maestro ma anche dalle più esperte tra loro, cantavano e suonavano nascoste dietro una grata che impediva loro di esser viste dal pubblico. Tra gli ascoltatori che accorrevano la domenica e negli altri giorni festivi per ascoltare i loro concerti, vi erano i non pochi privati cittadini che poi avrebbero sovvenzionato questa e le altre analoghe istituzioni con lasciti testamentari e donazioni. Il rapporto che Vivaldi ebbe con la Pietà iniziò nel 1703 e sarebbe durato per quasi tutto il resto della vita, seppur con diverse interruzioni e soprattutto con molti mutamenti riguardanti la natura dello stesso rapporto, dovendosi distinguere tra il servizio prestato come effettivo insegnante e direttore e quello come fornitore di composizioni da eseguire, sempre alla Pietà, occasionalmente anche sotto la propria direzione. All'incarico come insegnante di violino, accettato nel 1703 per uno stipendio annuo di sessanta ducati, farà seguito quello arrivato nel 1716 di "maestro de' concerti", funzione conservata probabilmente solo fino al 1723 anche se analogo ruolo gli sarà ancora riservato successivamente, tra il 1735 e il 1738. L'abilità di Vivaldi col violino - i contemporanei furono decisamente più pronti ad apprezzare le sue qualità come esecutore piuttosto che come compositore - è testimoniata sia dallo sviluppo della possibilità tecniche che si incontra nella sua musica sia dalla assoluta preponderanza di concerti solistici dedicati a questo strumento. Ma a ispirare queste composizioni, come pure quelle destinate ad altri strumenti, furono anche le più abili tra le 'putte' che frequentavano il "Pio Ospitale" della Pietà. Di alcune conosciamo il soprannome o il nome di battesimo: Chiara, Chiaretta, Teresa e Anna Maria, quest'ultima probabilmente la più famosa tra tutte. Viene così a trovare una possibile spiegazione l'annotazione "Per [la] Signora Chiara", che si legge in una copia manoscritta del Concerto per violino, archi e basso continuo RV 222 ritrovata a Venezia, annotazione di cui tuttavia è priva la partitura autografa oggi conservata nel Fondo Giordano.
Scritto nella tonalità di re maggiore, il concerto si apre con un brillante Allegro, all'interno del quale la parte destinata al solista si fa notare per il ripetuto uso di bicordi e per lo sfruttamento di una tessitura particolarmente acuta. Resta nella tonalità iniziale anche il movimento lento, un Andante di carattere piuttosto tranquillo dove il violino può mettere adeguatamente in risalto le proprie qualità espressive, mentre il successivo Allegro si fa notare non solo per la rapidità richiesta al violinista, soprattutto nel primo dei propri interventi solistici, ma anche per quelle brevi incursioni nel modo minore grazie alle quali la scrittura orchestrale di Vivaldi dimostra una sensibilità particolarmente sviluppata e anticipatrice di periodi successivi.
Giorgio Cerasoli