Concerto in sol maggiore per violino, archi e basso continuo, op. 11 n. 4, RV 308


Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
  1. Allegro (sol maggiore)
  2. Largo cantabile (sol maggiore)
  3. Allegro (sol maggiore)
Organico: violino solista, archi, basso continuo
Composizione: 1727
Edizione: Michel-Charles Le Cène, Amsterdam, 1727
Guida all'ascolto (nota 1)

Fecondissimo in tutti i campi musicali, Antonio Vivaldi godette nel Settecento di una immensa popolarità, soprattutto per la sua attività di compositore strumentale. Si sa infatti che i suoi melodrammi, oggi valutati e studiati sotto una luce diversa, incontrarono giudizi sfavorevoli presso i contemporanei, in primis da parte di Goldoni, Benedetto Marcello e Tartini, secondo il quale un compositore del genere strumentale non deve mai trattare il vocale operistico per non tradire il suo talento. È ormai pacifico per tutti che Vivaldi operista era un uomo della sua epoca, che segnava il passo e non era un precursore quanto Vivaldi strumentalista, che seppe esprimere senza riserve il suo temperamento appassionato, ardente e irrequieto attraverso quegli Allegri vivaci e solari e quegli Adagi intimamente suggestivi che conquistarono tutta l'Europa e suscitarono l'entusiasmo di Bach, che, come è noto, trascrisse diversi concerti del «prete rosso», a cominciare da quelli dall'op. III pubblicati ad Amsterdam con il titolo di «Estro armonico». Senza contare poi l'ammirazione per Vivaldi del famoso flautista di Federico il Grande, Johann Joachim Quantz che, avendo letto per la prima volta nel 1714 a Pirna, in Sassonia, alcuni concerti violinistici del veneziano, espresse la sua meraviglia «per la nuovissima maniera di composizione» e per gli splendidi ritornelli in essi contenuti.

Del resto, a dimostrazione della favorevole risonanza suscitata dalla sua opera va ricordato che, quando Vivaldi era ancora vivo, furono stampati ben settantotto concerti e trente sonate scelte tra la sua immensa produzione. Tale «summa» comprende molte pagine significative del maestro di violino delle fanciulle del Seminario musicale funzionante nell'Ospitale della Pietà, che era una specie di Conservatorio nella Venezia dei primi anni del Settecento.

Il gusto vivaldiano per il dialogo scorrevole e frizzante tra i vari strumenti è largamente presente nel Concerto in la maggiore op. 11 n. 4, in cui si snoda sempre accuratamente armonizzato il discorso musicale tra profumate fioriture melodiche, specie nell'Andante.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 26 luglio 1983


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Ultimo aggiornamento 24 giugno 2016