Che questo Concerto sia tutto teso a dimostrare la sfolgorante sonorità dello strumento solista, è chiaramente espresso dall'Allegro iniziale. Infatti sembra che il compositore punti con insistenza sul violino, al quale viene affidata un'altissima responsabilità. Anche qui il primo tratto del tema principale presenta una figura discendente, ma la melodia riprende subito quota per svilupparsi in tutta la sua ampiezza. Nel Largo seguente, interessante è notare l'inserzione delle quartine legate di biscrome, quasi staccate dall'accompagnamento che pacatamente procede con la stessa serenità dimostrata fin dall'inizio. Il terzo Allegro segue un movimento in tre ottavi assai sfruttato alla fine del Seicento. Esso non presenta aspetti degni di eccezionale interesse, è vero, ma la sua vitalità e la sua intensa gioiosità, risultano palesi, mentre evidenti sono i contrasti sonori, bramosi di raggiungere la desiderata varietà. Vivaldi insiste in questo Allegro conclusivo sul carattere virtuosistico del Concerto, ideato per un solo strumento. Si procede verso una tecnica nuova, che troverà il suo esatto impiego numerosi anni più tardi. Ma la scintilla è scoccata, come bene attestano i due tempi estremi della presente composizione.
Mario Rinaldi