L'incoronazione di Dario, RV 719

Dramma musicale in tre atti

Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
Libretto: Adriano Morselli

Ruoli: Organico: violino, viola inglese, violoncello, fagotto (solisti), 2 flauti, 2 oboi, 2 trombe, 2 corni, archi, basso continuo
Composizione: 1717
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro Sant'Angelo, 23 gennaio 1717
Edizione: inedito

Il testo qui di seguito riportato è una dichiarazione inserita all'inizio del libretto originale.

Altezza serenissima
Solevano gli antichi Sciti in disponersi a qualche guerriera azione offerire sacrifici a quel ferro, che doveva essere ministro delle loro vittorie, quasi che più da quello, che dalla fortezza del braccio ne dipendesse l'acquisto. Non cos'io altezza serenissima pretendo di fare in presentarle questo dramma non mio, troppo di debolezza vi riconosco (per quello ch'è stato d'uopo riporvi per accomodarlo all'uso moderno) per non affidarmi in esso, ma bensì procurarle forte difesa con l'autorevole braccio dell'alta protezione di v. a. s. A questo devesi il sacrificio per renderselo favorevole, già ch'egli solo può assicurarlo dalla censura e fargli godere quel vantaggio, che forse non ardirebbe mai di sperare. Avrebbe bene di che avermene a grado l'autore (se mai vivo egli fosse) se con la difesa, un fregio così luminoso vedesse alla sua opera aggiunto, quale si è quello del glorioso nome di v. a. s. E dove mai avrebbe potuto rinvenire fuori di v. a. s. un soggetto, a cui oltre la grandezza del sangue passato omai per le vene de' primi sovrani del mondo, e di cui l'Italia tutta s'onora, si accoppiasse il distintivo ancora di tante virtù che vi e più acclamato lo rendono. Già veggo in voi comprovato, che come il nascere grande si attribuisce a fortuna, così il meritare di esserlo, dipende dalla sola virtù. Stendasi adunque, principe serenissimo, un luminoso raggio di vostra gloria sopra questo componimento, sì che tutto splendore egli ne divenga, e quando di ciò degno ei non vi sembri, goda almeno sicuro il ricovero sotto la maestosa ombra delle generose vostre aquile e con lui non meno lo goda chi e per sua gloria, e per ossequioso rispetto profondamente s'inchina.

Di vostra altezza serenissima
devotiss. obbligatiss. ed umiliss. serv.
N. N.

Argomento

Morto Ciro monarca de' Persiani, tre furono li soggetti più ragguardevoli che pretesero la successione all'imperio; Dario chiaro per nobiltà de natali, e per le proprie fortune, ed era egli sostenuto dai satrapi della Persia. Oronte giovane di vago aspetto, ed era costui seguito dalla plebe. Arpago il terzo capitano, il quale veniva assistito dalle milizie. Doveva fra questi pari di forze seguir duro e sanguinoso contrasto, ma Dario sdegnando di spargere il sangue de cittadini, propose agli Emoli, che sospese le armi fosse quello tra loro veramente monarca dell'Asia, che ottenesse per sposa Statira, primogenita di Ciro, il qual consiglio venne approvato dall'oracolo del Sole. S'assicurava ciascheduno de pretensori nel proprio merito, ma più d'ogni altro Dario sperava di conseguir Statira, e con Statira il diadema, perché essendo di lei invaghito, si valeva del mezzo d'Argene, sorella minore di Statira. Ma innamorata Argene occultamente di Dario, e stimolata dall'ambizion di regnare, fondando massime le sue speranze sovra la stolidità della sorella, ch'era difettosa di mente, tentò con vari inganni di turbar questi amori; ma superate finalmente l'opposizioni fu incoronato Dario con Statira, ed Argene per l'atroce delitto severamente punita, confermandosi quella sentenza d'Orazio, che rarò antecedentem scelestum de seruit pede poma claudo.



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Ultimo aggiornamento 10 maggio 2021