Farnace, RV 711

Dramma musicale in tre atti

Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
Libretto: Antonio Maria Lucchini

Ruoli: Organico: sconosciuto
Composizione: 1727 circa
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro Sant'Angelo, 10 febbraio 1727
Edizione: inedito
Guida all'ascolto (nota 1)

L’opera fa parte di una ricca messe di lavori teatrali scritti da Vivaldi tra il 1726 e il ’28. Testimonianze coeve riferiscono come nella stagione 1726-27 il compositore avesse scritto in meno di cinque mesi Farnace, Dorilla in Tempe e Ipermestra. La prima di queste godette di una vasta fama e venne ripresa, nel giro di pochi anni, in diverse città italiane ed europee, come Livorno (1729), Praga (1730), Mantova (1732) e Ferrara (1739). Di quest’ultimo allestimento si posseggono ancora il primo e il secondo atto della partitura, nella revisione che il compositore approntò per l’occasione.

Il dramma ruota attorno alla tragedia dinastica del re Farnace, osteggiato dalla suocera e imprigionato. Per adeguarsi al lieto fine di prammatica, tuttavia, anche la fiera Berenice cederà all’amore per la figlia Tamiri, sposa di Farnace, risparmiando così la vita al genero. Tra i personaggi secondari, l’autorevole rappresentanza dei conquistatori romani (Pompeo e Aquilio) è dipinta in toni benevoli, guadagnando in umanità nel confronto con gli antagonisti barbari Berenice e Gilade.

Prima interprete della parte di Tamiri fu Anna Giraud (Girò), protagonista di numerosi titoli operistici vivaldiani e chiamata maliziosamente a Venezia «l’Annina del Prete Rosso». Sono notevoli diversi numeri dell’opera, come l’aria per la Girò “Gelido in ogni vena”, con cui si apre il primo atto, quella di Pompeo “Sorge l’irato nembo”, pirotecnica e spettacolare per l’utilizzo dell’orchestra, e quella di Gilade “Scherza l’aura lusinghiera”. Il gioiello della partitura è però l’ampio quartetto “Io crudel?” (nell’imminenza dello scioglimento della vicenda), del cui valore era ben conscio l’autore, che lo impiegherà nuovamente nel Bajazet (Verona 1735): Berenice si scaglia contro Farnace prigioniero, mentre, alla presenza di Pompeo, Tamiri supplica la madre perché abbia pietà del marito e quest’ultimo si sottomette eroicamente al suo destino funesto. Se la prima parte del concertato comporta interventi distinti dei singoli personaggi (particolarmente intenso quello, stravolto, di Tamiri), nella seconda sezione le voci cantano in coppie, divise secondo la funzione di ciascuno nel dramma. Spicca nell’orchestrazione un eccezionale utilizzo del pedale dei corni nell’aria di Gilade “Nell’intimo del petto” (I,7), pratica che Vivaldi ebbe a raccomandare anche nella successiva ripresa dell’opera.

Raffaele Mellace


(1) "Dizionario dell'Opera 2008", a cura di Piero Gelli, edito da Baldini Castoldi Dalai editore, Firenze


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Ultimo aggiornamento 2 luglio 2020