Rosmira, RV 731

Pasticcio di Vivaldi su musiche di autori vari

Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
Libretto: Silvio Stampiglia

Ruoli: Organico: sconosciuto
Composizione: 1738
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro Sant'Angelo, 27 gennaio 1738
Edizione: Marino Rossetti, Venezia, 1738 (solo il libretto)
Dedica: Federico, margravio di Brandemburgo

La musica è perduta
Il testo qui di seguito riportato è una dichiarazione inserita all'inizio del libretto originale.

ALTEZZA SERENISSIMA

Qualunque sia il tributo, che il mio divotissimo ossequio, con gloriosa arditezza offerisce all' A. V. Serenissima spero di sentirlo gradito, non misurando i Princìpi d'un merito come il vostro, Distinto, il loro gradimento dalla piacevolezza dell'altrui offerta, ma dalla Grandezza del proprio Core. Ricevete dunque, o Magnanimo questo Dramma, che uscito dalla penna felice del Celebre Silvio Stampiglia, viene a voi da me censagrato, non per additarvi nelle azioni passate dì qualche Eroe il disegno dell'avvenire, che non avete voi punto di necessità di prendere altronde gl'esempli, quando, e così frequenti, e così Illustri gl'avete nella VOSTRA GRANDE FAMIGLIA. Vi bastano le PATERNE, e Domestiche Glorie, e voi riconoscete troppi vantaggi dalla vostra NASCITA, e troppi dalla dalla Vostra Inclinazione, perché ne abbiate a ricercarne di maggiori ne' tempi remoti, e nelle Nazioni Straniere. Per ricreare è composta quest'Opera, e sogliono alcuna volta anco i Gran Principi assaggiare con bontà di questi graziosi trattenimenti, sollevando così l'Animo dalla gravezza di que' pensieri che seco porta il Governo. Ecco il mio fine; felice, se l'averò ottenuto, assieme col perdono al mio ardire, sempre invidiabile, ancorché fallo venga creduto, che farà bella in ogni tempo una colpa da cui ricevo la Gloria di poter rassegnare a Vostri Serenissimi piedi il mio profondissimo ossequio, chiamandomi così

Di Vostra Altezza Serenissima:

Umilissimo, Devotissimo, Ossequissimo, Servitore
D. Antonio Vivaldi.


Argomento

Fù Partenope figlia di Eumelo Rè di Fera, in Tessaglia la quale si partì da Calcide dell'isola di Euboa, oggi Negroponte, seguendo l'augurio d'una bianca Colomba, e fece edificare una Città presso le sponde del Mar tirreno, che fù detta Partenope, e poi chiamata Napoli. Ciò troverai nel Cap. II. del primo Libro delia Storia della Città, e Regno di Napoli, di Giovanni Antonio Summonte. Il resto si finge.



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Ultimo aggiornamento 3 novembre 2022