Questa Eurilla gentil, RV 692

Serenata per quattro voci e strumenti

Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
Testo: Vittore Vettore
Organico: 4 voci (Eurilla, Elpino, Fillide, Tirsi), strumenti
Composizione: 1726
Prima esecuzione: Mantova, 31 luglio 1726
Edizione: Alberto Pazzoni, Mantova, 1726 (solo il libretto)

La musica è perduta
Testo

Parte prima

Recitativo
Elpino
Queste Eurilla gentil, queste le illustri
D’Arcadia sono e fertili campagne.
Sì quelle onde ti trasse ancor bambina
Capriccioso destin son già tre lustri.
Ah con tacito piè come veloci
Da noi fuggono gli anni!
Son già tre lustri e quasi
Pochi mesi io direi scorsero appena,
Da che appunto l’Alfeo,
Di cui placida l’onda
Offrir scarso ristoro ora tu vedi
All’assetata sponda,
Non ben capendo infra gli angusti lidi
Girne superbo io vidi,
Con sua torbida piena
Di svelte piante ed annegati armenti
Del mar vicino a seminar l’arena.
Aria
Son tre lustri e un nuovo fregio
In ogni anno Eurilla bella
Ti donò la scorsa età.
Ma non gir di sì bel fregio
Fastosetta, o pastorella,
Che tai doni il dente edace
Dell’ingorga età fugace
Al tuo volto involerà.
Son tre lustri e un nuovo fregio...
Recitativo
Eurilla
Troppo (tu il sai) la genitrice Irene
Fu saggia, sicché appresso
Da lei non abbia Eurilla,
Quale a incerta beltà stima si deve.
A beltà che qual fiore
Fra i confini talor d’un giorno solo
Nasce, languisce e muore.
Ma deh prendiamo Elpino
Su di quel poggio erboso,
Prendiam breve riposo:
A me affannata e stanca
Da sì lungo cammino
Se ben pronto è il desio la forza manca.
Aria
Dopo torbida procella
Quel nocchier che giunse al lido
Si riposa in sull’arena
E rivolto al flutto infido
Lieto insulta al vento, al mar.
Ferma il piede in sulla riva
Fuggitiva rondinella,
Ed in sua dolce favella
La vicina selva amena
Lieta s’ode salutar.
Dopo torbida procella...
Recitativo
Narrami intanto alcuna
Delle molte vicende onde aggirommi
Quinci intorno il destin bambina in cuna.
Della varia mia sorte
Mentre guidava il gregge al pasco, al rio,
Oh quante cose e quante
Già mi narrò la genitrice amante!
Elpino
Quali nell’alma mia tu desti Eurilla
Dolci immagini insieme ed affannose?
Oh Dio? Sì mi sovviene:
Come quivi aspettando
Del gonfio Alfeo tempo opportuno al varco
Stanchi sedemmo. Della madre in seno
Tu del crudo aquilon, che d’ogn’intorno
Spargea l’incolto suol di fredde brine,
Ti lagnavi col pianto.
Teco per compassion piangeva Irene,
E cercando co vezzi
Raddolcir le tue pene,
Qui dove or tu giaci
Sulle dolenti gote
I caldi pianti tuoi tergea coi baci.
Eurilla
De quivi fosse [Elpino] ah no t’invola Eurilla
A un pensier che non giova.
Mentre libera e sciolta
Dal frale ov’era involta
Fra illustri semidei regna felice,
Il nostro amore di turbar non osi
Con importune brame i suoi riposi.
Aria
Quanto lieta di sua sorte,
L’alma forte
Che varcò la flebil onda
In più vaga amena sponda
Immortale errando và.
Recitativo
Tirsi
Scocca o Fillide lo stral, quindi allo scampo
Io le chiudo la via [Fillide] a te gran Diva,
Che de’ boschi hai l’impero
L’inesperta mia man consacra il colpo.
Alla timida cerva e fuggitiva
Vè da piaga mortal lacero il fianco.
Fugge invan la meschina
Alla sponda vicina
Mentre l’orme veloci
Del suo vano fuggir tinge col sangue,
Cadrà, cadrà, pria che vi giunga esangue.
Aria
Fu sì felice il colpo
Che non voller i Numi
Me solo spettator del tuo coraggio.
V’è là sotto quel faggio
Quai sorpresi si stan guatando intorno,
Della cerva ferita
Tracciando il feritore,
Una ninfa e un pastore.
Recitativo
Fillide
Sarebbon Tirsi mai Clori ed Aminta?
Avviciniamci [Tirsi] no, forse che soli
Fia lor caro restar, se sono amanti:
Troppo, o Fillide bella,
Grave è ogn’incontro a chi d’amor favella.
Aria
Se il fiero sibilo
D’augel rapace
Spaventa e scuote,
Lei, che sul collo,
Gemendo giace
Della compagna,
Quanto sospira,
Quanto s’adira,
Quanto si lagna
La tortorella?
Così se intorbida
Pastore audace
D’un cuor piagato
La bella pace,
Sul labbro amato
Le sue troncando
Dolci parole,
Quanto ne geme,
Quanto ne freme,
Quanto si duole
La pastorella!
Se il fiero sibilo...
Recitativo
Fillide
Ma che, in Arcadia, o Tirsi,
Forse di ben amar spento è il costume?
Tirsi
No, che spento non è, ma che rileva?
Fillide
Ah Tirsi, ah Tirsi anche sugli occhi altrui
Splende la sua beltà lieta e sicura
Quella fiamma che è pura.
Guardo stranier ne scema
Ne spegne le sue vampe, e quando ancora
Altri il vegga sa amar cuor che ben ama.
Ah no Tirsi, che amor pena non sente
Della presenta altrui quando è innocente.
Aria
Amano i Numi ancor
Né mai del loro amor langue la fiamma.
Ed ognun vede e sa
Qual sia quella beltà che il cor ne infiamma.
Amano i Numi ancor...
Tirsi
Arde tal fiamma, o Filli, arde ne’ Numi
Di così strano amore
Oh quanto, on quanto è mai povero il mondo!
Fillide
Povero, ma non privo.
Ecco ci han visti; sorgono, né schivo
Qual pensasti, o pastor, lunge da noi,
Ma veloce ver noi muovono il passo.
Tirsi
Lascia ch’io li ravvise.
Fillide
Non son di Clori, non son d’Aminta
Quelle già le sembianze [Tirsi] anzi né pure
Arcadi, o Ninfa son quelle divise.
In cotal guisa avvolto
Là presso Teme già lungo l’Ismeno
Alle ninfe cader vidi dal volto
Un simil velo ad ondeggiar sul seno.
Addio coppia gentile, e qual vi tragge
A queste dell’Alfeo felici spiagge,
Destino avventuroso?
Elpino
Di gir più a lungo errando il piè già stanco
Colà d’onde sortì cerca riposo.
Aria
Sbocca dal monte
Rapido il rio,
E dal natio
Ombroso fonte
Ritorna al mar.
Se lo ritarda
Nemica sponda,
Torbido inonda
La valle e il prato,
Finché il bramato
Antico seno
Giunga a trovar.
Sbocca dal monte...
Recitativo
Fillide
Ed in qual altro clima unqua i natali
Così degno pastor sortiti avrebbe?
Tirsi
Fortunato pastore
Cui per conforto in tante
Forse strane vicende
Compagna di ninfa sì bella Amore.
Eurilla
Vorrai dir quell’amor, onde fu amante
Cadmo di Europa e di Diana Apollo?
Fillide
Intesi, ambi voi siete
D’un germe istesso nobile rampollo.
Tirsi
Molto dunque non sia pastore che a noi
Per farne dono altrui vi tolse il fato.
Elpino
Provvido ferro lagrimar la vite
Fé già quindici volte ed altrettante
La fresc’erba aura estiva arse sul prato.
Fillide
Come ninfa gentil quell’incostante
Diva, che alle vicende
Del basso mondo impera,
Esser teco poteo
In sì tenera età così severa?
Aria
Sorte rea dal tuo rigore
Chi può mai sperar pietà?
Se contanto con sì bella
Pastorella
Fu spietato il tuo rigore
Empia fu tua crudeltà.
Sorte rea dal tuo rigore...
Recitativo
Eurilla
No, che la mente mia non s’erge audace
Le sacre leggi ad esplorar dal cielo.
Quello che si dispiace
Talora al senso fral giova al costume.
Sciolto non anche avea ragion quel velo
Che dell’uomo nascente
Rende cieca la mente,
Così che non discerne
L’ingordo lupo e audace
Dal timido agnellino ed innocente.
Quando del vicin fiume
Varcai l’onda vorace
Scorsi né vidi, o non conobbi almeno
L’Elide amica, e la nemica Oleno.
Finché d’Egira achea giunta sul lido
Solcai del mare infido
Scherno de’ flutti suoi l’irato seno.
Pur buttommi a Corinto una procella
Quindi Tebe m’accolse. Ivi sovente
Intesi con piacer misto d’orrore,
Quanto in fiere sì strana
A me bambina ancor soffrir di duro
Fece del mio destin l’aspro rigore.
Aria
Pastorello che in orrida selva,
Vinse inerme d’indomita belva
Lo spietato, l’ingordo furor;
Benché lieto la miri già estinta,
Non si fida ma teme, ma tinta
Ha la fronte di pallido orror.
Pastorello che in orrida selva...
Recitativo
Fillide
Di già chiara abbastanza
Fece a tai prove il ciel vostra virtute.
Tirsi
Or con più forti auspici
Vi rende al natio suolo alme felici.
Non a caso ei dispone
Vostro ritorno in guisa
Che voi tutta ne accolga Arcadia in festa.
Elpino
Qual novità gentil pastor sì è questa!
Tirsi
Questo è quel giorno (oh fausto inclito giorno!)
Che al generoso eroe diede i natali,
Cui Basilio l’Augusto
Quivi trasmise a sostener sue veci.
E qual di lui più forte e qual più saggio
Unqua bramar non che sperar potea
La fortunata Erea,
Qual più illustre per sangue e per coraggio?
Fillide
Sì di tal giorno (oh giorno
Fausto assai più se non giugnesse a sera)
Il sospirato albore
Lieta Arcadia festeggia.
Tu vedresti, o pastore,
Tutto di lauri schiettamente adorno:
Ogni antro, ogni capanna ed ogni greggia.
Tirsi
E mentre applaude in mille voci e mille,
Di rispetto e d’amore
All’eccelso Signore,
Nostri sinceri applausi el suo gran Nome
A rimbombar per fin ne reca in riva
All’Europa, e al Paniso eco giuliva.
Aria
E in dì sì amabile
La nostra cetera
Di lieti carmini
Risonar l’etera
Come non fa?
Al canto sciolgasi
La voce fervida
E l’onda labile,
E l’aura istabile
Al nostro giubilo
Risponderà.
E in dì sì amabile...
Elpino
Troppo è giusto che additi
Di conoscer quel bene
Onde per altrui gode alma che è grata.
Eurilla
E qual maggior ventura
Che se il nostro piacer divenga pegno
Del nostro amore ad un Eroe sì degno?
Fillide
Ma tu Ninfa gentil forse che stanca...
Eurilla
Stanca non son per girne ove mi chiama,
O per oprar ciò che ragione impera.
Tirsi
Già vicina la sera
Mentre i languidi raggi invola al giorno,
Né fia che tardi a spargere d’intorno,
Di feconde rugiade,
Arse da estivo ardor l’erbe odorose,
Ritiriamci, e da voi ninfe vezzose,
Da te gentil pastore,
La mia capanna ed ivi
Col suon, col canto il nostro eroe si onore.
Elpino
Andiamo Eurilla
Eurilla, Elpino
andiamo, ed i festivi
Primi accenti ch’io sciolgo in questi lidi,
Sieno accenti di lode
A quell’eroe la cui mercè felice
Arcadia in dì sì lieto applauder s’ode.
Aria
Insieme
Strano amor, ignoto affetto
Con piacere, con diletto
Sì m’inonda il seno, il cor.
Eurilla
Ch’io direi che l’alma crede
Di dar lode,
Elpino
Ch’io direi che l’alma vede
In quel prode
Insieme
Al diletto genitor. / Il diletto genitor.
Strano amor, ignoto affetto...

Parte seconda

Aria
Eurilla
Con qual piacere, oh Dio,
Il caro suol natio
Comincio a vagheggiar!
E in queste sponde amene
Le prime aure serene
Ritorno a respirar!
Con qual piacere, oh Dio...
Recitativo
In qual vago prospetto
Si presenta a miei sguardi
La valle, il monte, il piano, il bosco, il rio!
Quanto è grande il diletto,
Che in me desta il pensar, che quivi anch’io
La cuna ebbi, ove più semplici e belle
Sono ad invidia altrui le pastorelle!
Aria
Con qual piacere, oh Dio,
Il caro suol natio
Comincio a vagheggiar!
Recitativo
Dimmi o pastor: Quel colle,
Che così vaga estolle
Al ciel l’ombrosa fronte
Come si appella?
Tirsi
di Cellene è il monte,
Ove già di sudor molle si vide
Stanco giacer l’affaticato Alcide.
Eurilla
E quel che fu quel lato
Coprendo il sol, che gli tramonta a tergo.
A rai nascenti dell’argentea luna
Mesce al fosco dell’ombre, onde s’imbruna,
un soave pallor per cui risplende
Sicché il guardo ivi fisso non offende?
Tirsi
Quello d’Arcadia è il tanto
Vago e illustre Erimanto.
Elpino
Là tu nascesti Eurilla, ah mi sovviene
Quando ai voti d’Irene
La cara madre il genitore amante
Grato del dono in riva del ruscello
Che gli scorre vicino,
Svenò in onor di Pale un bianco agnello.
Fillide
Voi della bella Irene
Siete la degna avventurosa prole!
Della gran ninfa, oh come,
Intorno ognor le pastorali avene
Fan chiaro risonar l’illustre nome!
Perché di cieco oblio mai non sparga
L’onda nera di Lete,
Dal nostro amor voi lo vedrete inciso
Sul faggio, sulla quercia e sull’abate.
Aria
Se al rivo, al bosco, al prato
Chiedi de’ pregi suoi
Il prato, il bosco, il rivo
Dirà quanto fu saggia e quanto bella.
E quanto allor che il fato
Crudo la tolse a noi,
Quanto ne pianse privo
D’Arcadia ogni pastor
Empiendo di dolor la capannella.
Se al rivo, al bosco, al prato...
Recitativo
Tirsi
Ed è pur ver, ch’io ti rivedo Elpino?
Ti ricorda il tuo Tirsi?
Ti ricorda lo stral ch’io ti donai
Là in riva all’Erasino?
Elpino
Sì mi ricorda, o Tirsi, e fu quel dì
Che gareggiar nel canto Arcadia udì
Coridone ed Alceste
D’Ettore questi in lode e quel d’Achille
Presso la tomba dell’Argivo Oreste.
Tirsi
Più dell’antica sua rozza struttura
Più vestigio non serba il nobil sito.
Elpino
Ch’il ristorò?
Tirsi
Daliso.
Quel ch’oggi Arcadia onora
Elpino
eroe che tanto
Fama a rimote parti illustre rende,
Narrami dove nacque e da qual lido
Qui lo condusse a voi propizio il fato?
Tirsi
Sotto l’artico cielo
Da Prosapia regale ebbe i natali
Di Basilio (il cui sangue
Scorre nelle sue vene, appunto quali
Talor da un fonte istesso escon due fiumi)
Ei sostenne con l’armi
Il diritto, l’onor, la sorte, il nome
Contro del Trace e domenica Dall’invitta sua spada
Benché superbe e fiere
Vide l’Odrisio Re Legioni intere
Portì quindi il suo brando
A fulminar in patti più rimote
Di genti a noi non note
Il contumace orgoglio.
Vinto questo ed infranto
Recar con suo dolor l’Istro ed il Reno
Mirò di sangue al mar l’onda vermiglia.
Elpino
Oh quanto Eurilla, oh quanto
Eroe sì degno al genitor somiglia!
Aria
Tirsi
Se tu vuoi saper qual sia
Quell’eroe di cui favello,
Egli è prode qual fu quello
Che dell’Asia trionfò.
Qual fu chi di sorte ria
Vinse l’ira, quando doma
Fé servir Cartago a Roma
E la pace le tornò.
Se tu vuoi saper qual sia...
Recitativo
Eurilla
E come qui per nostra sorte ei giunse?
Tirsi
Scorsi dappoich’egli ebbe in lungo giro
Dell’Ausonia vicina i lidi opposti,
Perché dalle sofferte
Strane sciagure sue mesta e dolente
Avesse Arcadia alfin qualche respiro,
Il provio, il clemente
Basilio a noi donollo.
Qui con paterna cura
Fiorir ei fé la sospirata pace.
Fu sua mercè sicura
Da ogn’insulto la greggia:
Ei de’ giusti il piacere ed il riposo,
Egli il terror d’ogni empio.
Ei di pietà, che pura
Cotanto in lui riluce, illustre esempio,
Di pane accrebbe e culto e lustro al tempo.
Nell’eccelsa sua fronte oh qual risplende
Maestade ed amore?
Tirsi tel giura, o Elpino,
Non è clemenza in lui minor, se tanto
Ne fu grande il valore.
Elvira
Oh quanto Eurilla, oh quanto
Somiglia eroe sì degno al genitore!
Aria
Splende talor del sole
Candida nube ai rai,
Splende sicché non sai
Di quei bei lumi no, qual sia più vago.
Chiare così del prode
Son l’opre ed il valore,
Che a me del genitore
Sembra Daliso sì, sembra l’immago.
Splende talor del sole...
Recitativo
Tirsi
Eccone giunti, e questa
La mia semplice e rozza capannella.
Ti dimentica, o bella,
Le grandezze di Tebe.
Eurilla
Figlio è il vizio del fasto. Ah che a me piace
Quella rozzezza, ove innocenza alberga
Povera, ma felice.
Mole che altera s’erga
A un Arcade pastor troppo disdice.
Tirsi
Or ben Arcadi siete, Arcade io sono.
D’un Arcade pastor degna sia quella
Parca cena, ch’io v’offro.
Qui sulla molle erbetta
La nostra pasceran modesta fame
Poco latte rappreso,
Una pura agnelletta,
Che la greggia dispensa
In questo giorno alla men parca mensa.
Nappo gentil di generoso vino,
Che presso l’Erimanto
Innaffia l’Erasino,
Dia lena al nostro canto.
Ecco incomincio: Ah viva
Viva Daliso, e in mille voci e mille
Rispondan viva Elpino, Eurilla e Fille.
Aria
Viva sì che di romper non osi
L’aureo stampe la parca crudele.
Viva sì che i suoi dolci riposi
Mai non turbi la sorte infedele.
Viva sì che di romper non osi...
Recitativo
Elpino
Non basta, o Tirsi, è giusto
Che si desti fra noi la gara antica
Sicché all’emola voce
risponda in lieto suon la valle aprica.
Tirsi
Si desti Elpin si desti,
E bench’io ceda al paragon, qual sia
Vergogna a me, che da te vinto io sia?
Elpino
A tuoi voti, o Daliso,
Arrida lieto il ciel
Tirsi
serva il destino.
Elpino
Porti la fama il glorioso nome
Al popol più rimoto
Tirsi
e al più vicino.
Elpino
Sicché da Battro a Tile
Peni il mondo a trovar eroe che sia
In clemenza,
Tirsi
in coraggio,
Elpino, Tirsi
a te simile.
Tirsi
A te fedele spiri
Placido zeffiretto, aura soave.
Elpino
A te con fausti giri
Chiaro ravvolga il sole anni felici.
Tirsi
Mercè de’ tuoi auspici
Goda il pastor presso il paterno ovile.
Elpino
Goda tranquilla pace
Tirsi
Giacché amabil ci sei, quanto già fosti
Terribile al Normanno
Elpino
e quanto al Trace.
Aria
Qual ti vide in campo armato
Cinto il crin di verde alloro
Sul suo lido
L’Istro infido,
In Arcadia il fortunato
Pastorel non ti vedrà.
Ma dirà che il bel sereno
Dell’antica età dell’oro
Fa risplender nel suo seno
Il baleno
Di tua dolce maestà.
Qual ti vide in campo armato...
Recitativo
Eurilla
So che in Arcadia, o bella,
Sempre, se non eguale, amola almeno
Fu nel canto al pastor la pastorella.
Se di Elpino e di Tirsi
Fè sì soave udirsi
Risonar la dolcissima favella,
La tua voce e la mia
Scarsa di lodi al nostro eroe non sia.
Contro del biondo Dio
Sento destarsi in me sdegno e dispetto.
Fillide
Io sento nel cor mio
Verso il Nume d’Arcadia un dolce affetto.
Eurilla
Con suo rapido corso
Mentre veloce il sol misura l’ore,
Fa che un sì lieto dì troppo sia breve.
Fillide
E di pane all’amore
Di Daliso l’acquisto Arcadia deve.
Eurilla
Dunque, o Fillide,
Fillide
Eurilla,
Ciò che Pan ci donò, più non ci tolga.
Eurilla
Ci renda il biondo Dio,
Sì ci renda quel dì che ci rapio.
Aria
In simil giorno
Faccia ritorno
Sul nostro cielo
Del Dio di Delo
L’almo splendor.
Ma sì risplenda,
Che non offenda
Sua luce pura
Di notte oscura
Squallido orror.
In simil giorno...
Recitativo
Fillide
Ma non perché dalle Cimmerie grotte
Sorga fra l’ombre sue fosca la notte,
Lasciam di offrir al prode
Al magnanimo eroe canto di lode.
Eurilla
Sì destino festose
Al suon di nostra voce
Naiadi e ninfe, satiri e silvani.
Fillide
Non più fra selve tacite ed ombrose
Vegga starsi nascose
E l’Erasin le Driadi,
E l’Alfeo l’Amadriadi.
Eurilla
E se cheto nel nido
Tace il sopito augello.
Fillide
de’ loro lieti accenti
In questo fiume, e in quello
Eurilla, Fillide
S’oda almen risonar questo e quel lido.
Fillide
Fra sì concenti
Ci sorprenda l’aurora.
Eurilla
E col tuo nome
Sempre, o Daliso il sole,
Fin dove sparger suole
De’ suoi rai luminosi ogni favilla,
Fillide
Porti i viva di Fille
Eurilla
e quei d’Eurilla.
Aria
Fillide
Le tue lodi invida sorte
Pria che involi al labbro mio,
Erme valli e colli aprici
Fatti amici
Scorreran lupo ed agnello.
Pria che celi anima forte
Il tuo nome onda d’oblio,
La sua piena in seno al monte
Verso il fonte
Volgeran fiume e ruscello.
Le tue lodi invida sorte...
Recitativo
Tirsi
Orsù chiudansi i rivi, anche di troppo
Han già bevuto i prati.
Ti secondi, o Daliso,
Fausto propizio e fido
Per tanti anni il destino
Quanti intorno io ravvivo.
Tirsi, Elpino
Raggi al sole,
Tirsi, Eurilla
Astri al cielo,
Tirsi, Fillide
Arene al lido.
Aria
Tirsi, Elpino
A turbar la nostra pace
Tirsi
Mai a destra il ciel non tuoni,
Elpino
A sinistra augel non voli.
Eurilla
Non l’opprima il fato audace,
Fillide
Nera larva non l’involi
Tirsi, Elpino, Eurilla, Fillide
Finché il giusto, il dolce Impero
Dell’Alfeo Daliso avrà.
L’abbia pur mill’anni e mille
E l’Alfeo de’ suoi bei pregi
Tirsi, Elpino, Eurilla e Fille
Rimbombar sempre farà.
A turbar la nostra pace...


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Ultimo aggiornamento 21 agosto 2021