La produzione strumentale di Vivaldi comprende diversi lavori intitolati Sinfonia (il Pincherle ne segnala diciotto, oltre cinque di cui non rimane che l'incipit del catalogo Breitkopf); ad essi si possono aggiungere, come composizioni affini, una cinquantina di Concerti, conservati principalmente nelle raccolte Foà e Giordano di Torino, i quali recano il titolo di Concerto a quattro o di Concerto ripieno. Per quanto riguarda la cronologia delle Sinfonie vivaldiane, si sa che alcune, apparentate all'ouverture d'opera, risalgono alla decade 1710-1720, mentre lo stile e la grafia di altre le fanno ritenere contemporanee alle prime raccolte di Concerti, messe insieme fra il 1712 e il 1725. La Sinfonia in do maggiore, il cui manoscritto è conservato alla Landesbibliothek di Dresda e reca il titolo di Sinfonia dell'Opera 2a S. Angelo (cioè data al Teatro S. Angelo di Venezia), risale presumibilmente al 1716-'17; essa fu stampata per la prima volta nel 1935, insieme ad altre due Sinfonie conservate manoscritte a Dresda, da Ludwig Landshoff per conto dell'editore Peters di Lipsia.
Come tutte le Sinfonie di Vivaldi, la Sinfonia in do maggiore ha il taglio del concerto e dell'ouverture napoletana, con la suddivisione in due movimenti rapidi intercalati da un (movimento lento. L'Allegro, il cui tema è basato sull'accordo maggiore fondamentale, ha il carattere di una franca affermazione tonale tipicamente vivaldiana. L'Andante, in minore, è un brano dall'incedere semplice e pacato. Il brevissimo Presto conclude il Concerto con due sezioni simmetriche di sedici battute ciascunia. La strumentazione è per archi e cembalo.