Sonata in sol maggiore per violino e basso continuo, RV 22


Musica: Antonio Vivaldi (1678 - 1741)
  1. Preludio: Andante (sol maggiore)
  2. Allemanda: Allegro (sol maggiore)
  3. Andante (sol maggiore)
  4. Corrente: Allegro (sol maggiore)
Organico: violino, basso continuo
Composizione: 1716
Edizione: A-R Edition, Madison, 1976

Il primo e il terzo movimento sono rielaborati rispettivamente nei Concerti per violino RV 294 e 212a; il terzo movimento è identico al primo della Sonata RV 77
Guida all'ascolto (nota 1)

La Sonata in sol maggiore per violino e basso continuo RV 22 fa parte del volume oggi conservato a Manchester dal titolo Suonate a violino solo e basso per il cembalo, forse commissionate a Vivaldi dall'ambasciatore di Francia a Venezia Jacques-Vincent Languet come dono da presentare al cardinale Pietro Ottoboni. Il Prete Rosso preparò il volume probabilmente intorno al 1726-27, e anche stilisticamente i lavori sembrano risalire proprio alla metà degli anni Venti, pur con riprese di composizioni scritte nel decennio precedente e opportunamente modificate all'uopo. Questa sonata è strutturata in quattro movimenti tutti articolati in forma binaria. Il Preludio è fondato su un leggero metro in 3/8 e sulla figurazione ascendente in arpeggio assegnata al violino, che si conclude quasi in un sospiro. La stessa concezione pervade la seconda sezione, pur increspata da un breve percorso modulante. L'Allemanda consegna allo strumento ad arco un'idea che si sviluppa ancora una volta in un arpeggio, questa volta discendente, che si conclude con un piccolo guizzo verso l'acuto; nella seconda parte della sezione prendono vita veloci quartine di semicrome, interrotte infine da ampi salti melodici. Dopo la ripetizione della prima sezione l'idea di arpeggio discendente viene ripresa in avvio della seconda sezione, ora però alla dominante. Nel corso dell'abituale percorso modulante riappaiono anche le brillanti quartine di semicrome, prima del ritorno alla tonalità di base di sol maggiore. Il terzo movimento deve essere stato particolarmente caro a Vivaldi, poiché lo ritroviamo anche come secondo brano nel Concerto per violino e orchestra d'archi in re maggiore RV 212a, e dev'essere stato apprezzato all'epoca, perché appare come movimento d'apertura nella Sonata per violino e basso continuo in sol maggiore RV 776, considerata un pastiche settecentesco. All'interno della consueta forma binaria, la musica è costruita su un meccanismo di delicato scambio fra violino e basso, che diviene poi ingranaggio motorio per quest'ultimo al fine di sostenere la linea assai più cantabile e quasi galante affidata al violino. La conclusiva Corrente svela un tema d'apertura fondato su una figura agile e scattante assegnata al violino, alla quale risponde una lunga discesa per gradi congiunti verso le regioni gravi dello strumento. Questa idea si coniuga molto presto con passaggi in semicrome che combinano arpeggi e discese per note congiunte. Nella seconda sezione si ripropone il medesimo schema, pur variato grazie alla ricerca di nuovi ambiti tonali, concluso dalla ripresa del tema iniziale in forma variata, prima della ripetizione di tutta la seconda sezione.

Franco Pavan


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 156 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 6 febbraio 2017